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Fondata nel 1903 l'inglese Dot Motorcycles seppe imporsi al Tourist Trophy, si fece apprezzare nelle corse su strada ma chiuse i battenti nel 1978.
Ora, grazie agli eredi e agli ingegneri Anthony e Daniel Keating, la marca è rinata e al NEC di Birmingham sono stati presentati i primi due modelli.
Si tratta della Reed Racer e della Dot Demon; la prima è una cafe racer di aspetto neo retrò e prende il nome dal fondatore Harry Reed che con una sua creatura vinse all'Isola di Man nel 1908, la seconda è una sorta di scrambler il cui nome si rifà a un modello del 1961 schierato all'epoca nelle gare di categoria.
Allo sviluppo delle due moto, che saranno costruite su ordinazione a Manchester, ha collaborato anche Guy Martin seguendone i test prima del lancio e curandone la messa a punto.
Le moto adottano la stessa base tecnica e si differenziano essenzialmente per la posizione di guida, la scelta di alcune componenti e l'estetica. Il motore è il due cilindri in linea Kawasaki delle varie Z e Ninja 650, un 649 cc bialbero e otto valvole che fornisce la potenza di 68 cavalli a 8.000 giri ed un po' il riferimento per le medie stradali di quella classe.
Un motore scelto per tenere basso il peso della moto che punta molto sull'agilità.
Telaio e forcellone sono in tubi di acciaio, con qualche richiamo alla scuola Spondon; il primo ingabbia il motore superiormente, mentre il secondo muove una sospensione centrale progressiva. Le sospensioni - forcella a steli rovesciati – sono Showa e vengono tarate in base al peso del cliente. Brembo ha fornito dischi da 300 mm e pinze radiali, mentre l'ABS è Bosch.
La Reed Racer ha ruote a razze in lega leggera, la Dot Demon monta cerchi a raggi e gomme semi tassellate.
Si tratta di moto artigianali realizzate quasi del tutto internamente e questo ha inciso sui prezzi: la cafe racer parte infatti da 21.000 sterline (24.500 euro) e la scrambler da 18.500 (21.600).
Prezzi che pare non abbiamo scoraggiato i primi acquirenti: a Birmingham hanno prenotato le prime moto che saranno costruite prima della primavera prossima.
Dot Motorcycles si è strutturata per realizzare sessanta moto l'anno e in cantiere c'è anche una moto elettrica.