Dovizioso frena forte. Parola di Brembo

Dovizioso frena forte. Parola di Brembo
In staccata si può ancora fare la differenza? Andrea Dovizioso è noto in MotoGP come grande staccatore e ci punta molto. Interessante sentire la sua analisi fatta con Brembo sulla pompa pollice, il carbonio sul bagnato, il futuro
10 maggio 2019

Gran frenatore, molto difficile se non impossibile da superare in staccata, Andrea Dovizioso è tra quei piloti che non si accontentano degli standard raggiunti, si informano con competenza e sono alla costante ricerca del miglioramento.

Il pilota di Forlì, per dirne una, è stato tra i primi ad apprezzare ed utilizzare la pompa pollice per intervenire sul freno posteriore. Preciso e tecnico nelle sue analisi, il Dovi è dunque il pilota ideale per fotografare lo stato dell’arte in materia di frenata. Lo fa qui, dopo una visita alla sede bergamasca di Brembo che è leader in questo campo e in MotoGP.

Per cominciare, Andrea inquadra come concepisce la frenata.

«Sono molto esigente con i freni – dice - perché sono sempre stato uno dei maggiori staccatori e con i freni ho sempre avuto un feeling particolare. Per me è fondamentale averli reattivi e precisi. Aggiungo che io sono solito frenare usando le due dita sulla leva anteriore».

Perché la pompa pollice

A partire dal 2017 il Dovi è riuscito a impensierire in maniera continuativa Marc Marquez. L’unico a farlo con costanza: lo dimostrano i secondi posti nella classifica iridata delle due ultime stagioni, ma anche i GP vinti: sedici lo spagnolo, undici Dovizioso, quando nessuno degli altri piloti ha ottenuto più di quattro vittorie complessive in MotoGP.

E forse è soltanto una coincidenza, ma questo periodo è coinciso con la diffusione dell’utilizzo della pompa pollice. Questa soluzione venne ideata per aiutare Mick Doohan a tornare a guidare in 500 dopo l’incidente nelle prove del GP d’Olanda del 1992, quando rischiò l’amputazione della gamba destra rimasta schiacciata. L’australiano non poteva usare il piede destro, allora i tecnici Brembo progettarono la pompa pollice: anziché con il pedale di destra, il freno posteriore viene azionato da un comando a mano, posto sulla sinistra del manubrio.
Questa ingegnosa soluzione ha aiutato l’australiano a vincere cinque titoli consecutivi della classe 500, dal 1994 fino al 1998.


Dovizioso la usa da molti anni.

«Usavo la pompa pollice già in HRC, ma poi l’avevo accantonata. L’ho reinserita in Ducati e mi fa piacere vedere che tanti piloti l’hanno riscoperta. Io però – precisa - la uso soltanto nelle curve a destra: in quelle situazioni, a centro curva non hai la possibilità di usare correttamente il freno posteriore con il piede. Per riuscirci, alcuni tengono il piede in avanti, altri lo spostano sulla punta della pedana ed è comunque una complicazione».

Si sa che alcuni piloti si servono della pompa pollice per evitare il pattinamento in curva, ma Dovizioso non lo fa: «La potenza che puoi esercitare con il dito sulla pompa pollice è comunque minore rispetto a quella che puoi esercitare con il piede. La uso solo nella massima angolazione di piega».

Il carbonio sotto la pioggia

Andrea Dovizioso è anche stato il secondo pilota da sempre a vincere una gara bagnata di MotoGP con i dischi in carbonio. L’ha fatto in occasione del GP del Giappone 2017 e in condizioni molto severe: la pioggia non diede tregua ai piloti per tutti i 24 giri, la temperatura dell’aria non superò mai i 14 gradi e quella dell’asfalto i 15 gradi .

Andrea è entusiasta di questo impiego.

«È una bella novità perché ci dà la possibilità di avere un freno più costante, come sull’asciutto, e per uno che stacca forte come me è fondamentale. Certo, è una situazione non facile da gestire e non è semplice tenerli in temperatura quando fa veramente freddo, ma per me rappresenta un grandissimo passo in avanti».

Sotto la pioggia, sempre con i dischi in carbonio, Dovizioso si è poi ripetuto anche al GP di Valencia 2018: «Quel giorno abbiamo corso in situazioni molto al limite ma siamo riusciti a farli funzionare bene. Nell’intervallo tra le due gare (il GP fu interrotto e poi fatto ripartire; ndr) abbiamo fatto una modifica alla moto e ho potuto spingere un po’ di più in frenata».

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Il passato e il futuro

Da oltre un decennio, Dovizioso utilizza i freni Brembo e analizza così le differenze.

«In 125 e 250 i margini di personalizzazione dei freni sono molto limitati: devi solo trovare il tuo set-up e il resto arriva di conseguenza. Invece in MotoGP è tutto molto estremo e nell’ultimo decennio i freni sono cambiati tanto, è aumentato sia il diametro dei dischi sia l’altezza della fascia frenante con diverse combinazioni disponibili. Anche le pinze freno hanno seguito un’evoluzione tecnologica notevole, combinata ad un aumento delle opzioni di scelta a disposizione di ciascun pilota. Adesso stiamo andando in un contesto dove non ci sono più limiti».

Come ogni pilota di talento, anche Andrea Dovizioso presenta richieste specifiche ai tecnici che allestiscono la sua Desmosedici: «A me piace avere molta reattività e avere il minor gioco possibile sulla leva, prima dell’attacco. C’è stato un grosso lavoro da parte di Brembo per migliorare quest’aspetto nel corso degli anni. Correre con una moto italiana e con i freni italiani – conclude il piota Ducati - fa ancora più piacere quando si ottengono i risultati».

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