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Tecnicamente è un museo, visto che tra l’altro è stato ammesso alla rete dei “Piccoli Musei Italiani“, che riunisce iniziative a volte estrose ed originali, come quella dedicati ai bottoni di Santarcangelo, non lontano da Rimini.
Ma è indubbio che chiamarlo solo museo è definizione riduttiva, oltre che fuorviante. Intanto, perché di solito per entrare in un museo si paga un biglietto, mentre qui l'ingresso è gratuito. Ma, soprattutto, perché quasi sempre al termine museo si associa per riflesso mentale l’immagine di luoghi polverosi, dove il tempo si è fermato e che ospitano oggetti altrimenti destinati all’oblio ed alla dimenticanza, all’essenza di memoria.
Invece quello della Garbatella, popolare quartiere ricco di glamour che unisce i reperti della storia antica di Roma con le architetture severe dell’EUR, è qualcosa di vivo, di palpitante: apre ampie vetrine su piazza Oderico da Pordenone, accanto al maestoso Palazzo della Regione Lazio, e da esse occhieggiano i passanti alcune delle moto che hanno fatto la storia, agonistica e non solo, di Ducati.
Chi ne varca la soglia si imbatte nella mostra "Metalli preziosi”- Moto Ducati dal II dopoguerra al III millennio”: una maniera per raccontare la storia dell’Italia Repubblicana attraverso l’evoluzione della “Rossa" di Borgo Panigale.
Due destini, quello di Ducati e del nostro Paese, fittamente intrecciati: entrambi sono nati nel 1946, quando a marzo vide la luce il Cucciolo nella fabbrica di Borgo Panigale ed a giugno si svolse il referendum istituzionale che rimetteva al voto del popola la scelta tra Repubblica e Monarchia. E quindi in questo 2016, sia Ducati che Repubblica Italiana spengono settanta candeline.
Tutto nasce da un’idea di Fabio Reggiani, con un trascorso da pilota quand’era universitario, che ha dato vita alla scuderia storica “Bande Rosse” ed all’omonima associazione culturale: «Per anni ho cullato la mia passione per Ducati facendo come tanti, cercando moto per ingrandire la collezione che poi coccolavo in privato, a casa mia. Una dimensione che non mi soddisfaceva in pieno, che sentivo limitata. Il passo decisivo è stato immaginare uno spazio aperto, dove le moto fossero non protagoniste assolute della scena, ma comprimarie di un discorso più ampio. Se vogliamo, anche messaggere di cultura, di storia e patrimonio condiviso».
Nel bibliomuseo (sarà questo il termine giusto?) sono esposte tredici Ducati, iniziando dal Cucciolo con motore Siata del 1945 per arrivare alla Panigale 1199, insignita del Compasso d'Oro nel 2014: in mezzo, il Cucciolo con motore Ducati del 1948, la Ducati 60 del ’49 e la versione Tipo Sport del 1950, la T85 e la 175 Desmo degli anni ’60 (quella usata da Leopoldo Tartarini e Giogio Monetti per il loro straordinario giro del mondo su due ruote), la Spiaggiari 450 Desmo del ’70; ed ancora, la 160 Desmo del 1971, la TT2 del 1981, la Supersport 400 (destinata al mercato giapponese) del 1992, la Sport 1000S del 2007 e la 1198 del 2001.
Ma le moto sono solo una parte delle cose da ammirare: «Ci sono libri - ci rivela Reggiani - volumi sulla storia Ducati, moto d’epoca e restauro, ma anche testi sulla storia della Repubblica Italiana, lasciati alla libera consultazione dei visitatori. E tanti oggetti che richiamano alla mente le tante cose belle e preziose che l’industria italiana, tutta l’industria, ha prodotto. Partendo da Ducati e dalle meravigliose sculture dotate di motore che ha realizzato, vogliamo mostrare cosa noi italiani siamo in grado di realizzare».
Il desiderio di Fabio è riuscire a trasformare la location di piazza Oderisio da Pordenone in un polo culturale allargato a tutto il quartiere, un cuore pulsante per Garbatella (e non solo): l'associazione culturale “Bande Rosse” nasce proprio per organizzare momenti di confronto, approfondimento e conoscenza, legati a filo doppio con le migliori tradizioni del nostro Paese.
Al momento, il museo è visitabile da lunedì a venerdì, previo appuntamento ([email protected]); maggiori informazioni sulla pagina Facebook, all'indirizzo scuderia.banderosse.
Abbiamo conosciuto luogo dove incontrarsi e raccontarsi storie. Partendo da una moto rossa, e finendo a brindare insieme con i calici colmi di vino.
Rosso, ovviamente.