Ducati e Soluzioni Ingegneria. Quando il collaudatore usa la telemetria per migliorare confort e stabilità

Ducati e Soluzioni Ingegneria. Quando il collaudatore usa la telemetria per migliorare confort e stabilità
Ducati e Soluzioni Ingegneria, start-up nata dieci anni fa dal Politecnico di Milano, stanno mettendo a punto un sistema per migliorare le fasi di sviluppo del comportamento dinamico dei veicoli, in particolare il confort e la stabilità. Vediamo insieme di cosa si tratta
27 novembre 2014

Sempre più spesso le grandi aziende intrecciano rapporti di collaborazione con le Università sia per la ricerca di nuove soluzioni, sia per la risoluzione di problematiche esistenti.
In questo caso la collaborazione, o meglio la sinergia, è tra Ducati, Soluzioni Ingegneria, e il Politecnico di Milano - Polo territoriale di Lecco.
Questo lavoro di squadra che coinvolge in prima persona i responsabili di Soluzioni Ingegneria, Marco Pezzola ed Elisabetta Leo, oltre al responsabile di progetto Stefano Agostoni e a due giovani tesisti, laureandi del corso di Meccanica indirizzo veicoli del Politecnico di Milano, Giacomo Guffanti e Simone Tedesco.
Lavoro, dicevamo, che non si svolge solo nelle aule o nei laboratori di ricerca, ma che porta i collaudatori e gli ingegneri a testare risultati e metodi in sella alla moto sia in strada che in pista.
A questa fase ha preso parte anche Moto.it: per fornire un contributo e, soprattutto, per scoprire quel mondo sorprendente che si nasconde dietro la ricerca e lo sviluppo delle moto moderne.

Pierluigi Zampieri (Ducati)
Pierluigi Zampieri (Ducati)
Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Ci siamo quindi ritrovati a percorrere diversi chilometri alla guida di moto-laboratorio fornite dalla Ducati. Per la Casa italiana era presente l’ingegnere Pierluigi Zampieri, responsabile per l’Innovazione Tecnologica Veicolo all’interno dell’azienda, che ci ha spiegato il perché di questa collaborazione: «Ducati si è rivolta a Soluzioni Ingegneria principalmente per sperimentare metodi innovativi di sviluppo prodotto, con un progetto volto in particolare alla valutazione oggettiva di comfort e stabilità
Questi due aspetti, fino a oggi, erano molto soggettivi, e legati principalmente alle sensazioni riportate dai collaudatori, con questo studio, si è cercato di dare delle grandezze, e quindi dei numeri, a queste sensazioni e giudizi personali. Questo non andrà a sostituire il ruolo del collaudatore, che anzi è anch’esso parte integrante dello sviluppo del metodo. Certo è che vista la mole di lavoro attuale, e futura, tutto questo potrà aiutare ad alleggerire l’impegno. Poter trasformare in numeri le voci confort e stabilità, così come oggi si fa con le temperature o le velocità, ci darà un aiuto fondamentale». 

Per fare questo sono state montate strumentazioni quali accelerometri, termocoppie, potenziometri e piattaforme inerziali su due moto del tutto differenti, una Ducati 1199 Panigale e una Ducati Multistrada 1200.
I dati registrati da tali strumenti saranno incrociati con i giudizi di guidatori più o meno esperti che si alterneranno alla guida di queste due moto. Questi ultimi, saranno scelti tra utenti differenti che potranno scegliere anche il percorso di prova. Lo scopo è di arrivare a dare un giudizio sul comportamento attraverso la lettura dei numeri nudi e crudi. Questo con l’idea di continuare a migliorare il prodotto, dal punto di vista delle vibrazioni, dell’ergonomia e delle temperature, e renderlo quindi fruibile da un pubblico più ampio, senza intaccarne però gli aspetti legati alla sportività del marchio.

Francesco Paolillo sulla Ducati Panigale (Foto Archivio Moto.it)
Francesco Paolillo sulla Ducati Panigale (Foto Archivio Moto.it)

Il nostro test

Per entrare nel vivo del test siamo saliti in sella alla 1299 Panigale “laboratorio” e, dopo aver dichiarato il nostro peso e la nostra altezza, è stata registrata e fotografata la posizione in sella. 
Il test è continuato con un giro che da Lecco ci ha portato in Valsassina, per poi ritornare sulle rive del lago all’altezza di Bellano, e da qui rientro al Politecnico nel centro di Lecco. Le strade percorse sono state estremamente varie, da quelle congestionate dal traffico intorno al Politecnico, alle desolate stradine che s’inerpicano tra le montagne, alla scorrevole superstrada che scende parallela al lago. Anche la tipologia di asfalto è cambiata più volte, così come i tratti sconnessi si sono alternati a quelli meglio mantenuti. Ampio spettro di situazioni quindi, che hanno simulato una tipologia d’uso molto varia.

Rientrati al Polo Universitario, le informazioni e i dati registrati dai sensori sono stati scaricati e tramutati in grafici. Come una telemetria, di quelle che siamo soliti osservare all’interno dei box della MotoGp, tutto è stato tradotto in freddi, ma realistici e soprattutto veritieri numeri.
Questi sono andati ad aggiungersi alle nostre sensazioni messe nere su bianco, ad altre decine di schede di acquisizione dati, registrate da decine di cavie che oltre a noi si sono alternate alla guida delle moto laboratorio e che contribuiranno a creare una banca dati estremamente utile sia alle Case - in questo caso Ducati - che a Soluzioni Ingegneria per affiancare al prezioso lavoro dei collaudatori una valutazione più oggettiva e precisa del confort e della stabilità del veicolo.