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Panigale, vede la ricorrenza di una vittoria che ha letteralmente iniziato la storia della Ducati nel mondo delle moto a quattro tempi: la conquista della prima edizione della 200 Miglia di Imola del 1972. Abbiamo più volte ricordato quel successo, perché storicamente venne ottenuto con una moto che ha iniziato la storia produttiva ed agonistica della Ducati : la 750 Imola. Ripercorrere i momenti, riviverli attraverso la memoria dei personaggi, conoscere gli antefatti che portarono la Ducati a partecipare a quella gara in maniera quasi fortunosa, e vincerla da dominatrice, è alla base della storicità della casa di Borgo Panigale.
Benchè siano passati 40 anni da quel momento, ritengo sia doveroso ricordare gli sforzi di Fabio Taglioni nel progettare ex novo una motocicletta da corsa sulla base di una moto stradale, la 750 GT, e di come in breve tempo la dirigenza Ducati decise di partecipare a questa gara. Ed ancora, come due piloti Ducati, Paul Smart e Bruno Spaggiari riuscirono a tenere testa a quello che all’ epoca era considerato il più grande pilota di tutti i tempi, Giacomo Agostini e la sua MV Agusta, dopo una battaglia “ all’ arma bianca “ che vide Smart imporsi di misura sul veterano Spaggiari.
L’ argomento è ancora fonte di animate discussioni, proprio perché l’ entità del successo fu tale che Ducati, in prima persona, con la vittoria ottenuta ottenne un ritorno di immagine come non lo viveva dai tempi del Motogiro d’ Italia, negli anni 50. Solamente, la cassa di risonanza, questa volta, non si limitava ai confini italiani, ma a tutto il mondo.
Ai giorni nostri potrebbe sembrare incomprensibile celebrare ancora questa vittoria, dopo tanto tempo; tuttavia, ed invito gli appassionati Ducati a riflettere su questo ( specie le nuove generazioni), possiamo considerare il successo della 200 Miglia come un vero e proprio antesignano della moderna SBK. In fin dei conti, la vittoria del 1972 ha segnato l’ inizio per Ducati dell’ era delle competizioni per moto derivate dalla produzione di serie, soprattutto con i motori bicilindrici.
Ecco perché, cari amici, vi invito a rivivere insieme a noi, questo importante e storico momento.
Livio Lodi
Curatore del Museo