Ducati Monster: tutte le recensioni dei lettori su Moto.it

Ducati Monster: tutte le recensioni dei lettori su Moto.it
29 anni di onorata carriera, 350.000 unità vendute. Ecco cosa ne pensa chi lo possiede e l'ha posseduto
18 gennaio 2021

Ducati Monster. Anzi, basta dire solo Monster e, nonostante i circa 23 diversi modelli succedutisi nei 29 anni di onorata carriera, nella mente di qualunque appassionato motociclista si forma immediatamente l'immagine della naked che nel 1992 ha reinventato - se non proprio creato - il segmento. E il conto è spannometrico, perché come ben sa ogni Monsterista degno di tale nome, dire ad esempio "Monster 900" significa tutto e niente per il vero appassionato. Un Dark? Un Cromo? Una prima serie, con i fianchetti in carbonio e le valvole grandi, o una seconda, quella più gestibile e meno potente? O magari, Dio non voglia, una 900IE di inizio anni 2000?

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Insomma, ci siamo capiti: non è un caso che il Monster (sì, a differenza di "qualcun altro" qui in redazione io preferisco usare la locuzione maschile per il Mostro...) sia il più venduto e il più longevo fra i modelli Ducati. Vi basta andare a consultare i nostri listini e le nostre offerte dell'usato per perdervi, ma non sarà una sorpresa scoprire, sempre restando nel contesto di Moto.it, che il Monster è anche uno dei modelli più recensiti dai nostri lettori nella nostra sezione social.

E andare a verificarlo è un modo per ripercorrere la storia del Monster. La prima, epocale versione del Monster 900, quella nata a Colonia nel 1992

è stata quella che ha cambiato le regole del gioco. Affiancato l'anno dopo dal Monster 600, che ha spinto il successo del modello oltre i sogni più arditi dell'allora dirigenza Ducati ha creato un vero e proprio segmento a sé stante: nessuna moto di serie, prima, aveva mai tradotto così direttamente i concetti della sportiva in una moto senza carenatura e semimanubri. La ciclistica era grossomodo quella della 888, il motore il più prosaico (ma gustoso su strada) due valvole della 900SS: il risultato ha convinto un pubblico che più trasversale non si poteva. Dallo smanettone al fighetto, arrivando ad allettare anche i customisti. E tutti hanno iniziato a personalizzarlo a livelli mai visti.

Le prime normative Euro hanno portato i motori a crescere di cilindrata, e con qualche cambio anche a livello di architettura ciclistica (alzi la mano chi sa cos'è "l'archetto": se pensate a quello per suonare il violino uscite immediatamente da questo pezzo...) attorno al cambio di millennio arriva il primo Monster 1000 ma nel frattempo a Borgo Panigale hanno esagerato con il primo Monster S4. Derivato direttamente dalla sport-touring ST4 (da cui eredita il manubrio, unico fra i Monster ad avere un'unità composita) è potente ed elegante, e soprattutto spinto dal Desmoquattro della 916 leggermente rivisto, abbandonando il paradigma che associa la naked Ducati ai propulsori a due valvole raffreddati ad aria.

La S4 va molto bene, ma quella che fa impazzire davvero tutti è il primo Monster S4R. Motore (e tante parti ciclistiche) del 996, livrea che fa il verso alla Dodge Viper: il prezzo è alto ma i Monsteristi sono innamorati e ai saloni gli occhi brillano. Tanto che a Bologna decidono di traslare l'estetica anche sull’S2R 800 e 1000. E poi, visto che squadra che vince non si cambia, arriva anche il Monster S4RS, il culmine dell’evoluzione della seconda generazione di Monster con il primo propulsore Testastretta da 998 cc.

Qualche anno dopo arriva il primo cambio di rotta Ducati: il Monster Rs sembrerebbe dover essere l'ultimo Mostro con propulsore a quattro valvole. A Borgo Panigale stanno lavorando alla prima Streetfighter, e l'idea è di limitare Monster ai due valvole. Ecco quindi il Monster 696, che abbandona la soluzione del traliccio per il telaietto posteriore, primo di una gamma che poi avrà anche 796 e 1100. E poi, un paio d'anni dopo, quel Monster 1100 Evo che invece dovrebbe rappresentare, dopo una retromarcia entrata non esattamente liscia ma anzi con qualche grattata, l'ultimo Monster a due valvole per la Casa bolognese.

La Streetfighter non ha dato i risultati sperati, e ai saloni autunnali del 2013 arriva il primo Monster 1200 che assieme all'821 dell'anno successivo dovrebbe traslare tutta la gamma Monster al propulsore Testastretta 11° nelle due cilindrate. Ma dopo aver lavorato tanto sulla Scrambler ci si rende conto che un Monster d'accesso ci sta benissimo, e quindi ecco nel 2017 l'arrivo del Monster 797 che è piaciuto tanto a noi quanto al mercato.

E poi? E poi, quest'anno, è arrivato il nuovo Monster. Un modello epocale e controverso - com'è giusto che sia quando c'è una svolta così netta in un'icona come il Monster - che non vediamo l'ora di provare. Non c'è nemmeno la cilindrata, come a indicare che ci sarà solo lui, non ci sarà bisogno di altri Mostri più o meno potenti. Ma pur se stavolta non c'è dubbio sul successo della Streetfighter (che è tornata in versione V4) saremmo propensi a scommettere che... non andrà così.

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