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Sono passati sei mesi da quando sono circolate le prime indiscrezioni sulla cessione di Ducati da parte di Audi.
Settembre era il termine ultimo per l'analisi delle offerte vincolanti, ma già da qualche tempo c'era la sensazione che la faccenda non si sarebbe concretizzata, viste le opposizioni dei sindacati tedeschi e poi di una parte della proprietà Volkswagen, la stessa che si era adoperata per l'acquisto di Ducati nel 2012.
A fine agosto il direttore strategico di Volkswagen, Thomas Sedran, aveva dichiarato che la cessione di asset non era una priorità, constatata appunto l'opposizione della maggioranza del consiglio di sorveglianza, e adesso ad esprimersi è stato l'amministratore delegato di Audi (gruppo Volkswagen), Rupert Stadler.
La comunicazione interna sarebbe arrivata al presidente di Ducati, Claudio Domenicali. Usiamo il condizionale in mancanza di un comunicato ufficiale, ma voci interne all'azienda bolognese confermerebbero che l'operazione si è chiusa assieme alla chiusura del dossier di vendita affidato alla Evercore Partners.
La società di New York era stata incaricata della gestione dei contatti con i possibili acquirenti, fra i quali c'erano l'indiana Eicher Motors (Royal Enfield), l'americana Polaris, l'italiana Edizione della famiglia Benetton, due fondi di private equity e Andrea Bonomi, l'ex proprietario della Casa di Borgo Panigale.
La valutazione dell'azienda bolognese sarebbe stata di 1,5 miliardi di euro: importante, ma di certo relativa in rapporto alla dimensione del gruppo (217 miliardi di fatturato) e allo stesso risultato operativo della sola Audi, nel quale Ducati ha contribuito l'anno scorso per il 7%.
La fase di vendita si è insomma fermata prima di arrivare alla visione dei documenti societari. All'origine di tutta l'operazione c'erano la volontà di arginare i costi del dieselgate (valutati in oltre 25 miliardi di euro) e di focalizzare l'interesse del gruppo tedesco nel suo core-business principale.
L'acquisto di Ducati si era d'altra parte realizzato quando il gruppo Volkswagen era guidato dall'amministratore delegato Martin Winterkorn e dal presidente Ferdinand Piech, storico simpatizzante di Borgo Panigale, mentre il nuovo numero uno Matthias Müller ha avviato un complesso programma di revisione strategica, in direzione dell'auto elettrica e non solo, che evidentemente rimette in discussione anche gli asset.
Nel far rinunciare alla vendita di Ducati hanno comunque pesato i buoni risultati finanziari e commerciali di Borgo Panigale, e soprattutto gli ottimi rapporti intessuti con i rappresentati dei lavoratori della Casa madre. Ribaditi l'ultima volta poco tempo fa da Johann Horn, ai vertici della IG Metal di Ingolstadt e membro del consiglio di sorveglianza di Audi AG: «dal consiglio di fabbrica centrale ai rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza – ha detto – tutte le strutture hanno espresso contrarietà a una vendita che sconfesserebbe un rapporto industriale di successo».