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A tre anni dallo storico debutto presso il salone EICMA di Milano, Ducati aggiorna la sua ammiraglia sportiva, la Superbike Panigale. Cambia la sigla, che da 1199 diventa 1299 in ossequio ad una cilindrata ottenuta con pistoni dall’alesaggio monstre di 116 mm, cambiano le misure ciclistiche, cambiano soprattutto le prestazioni con una potenza massima che raggiunge i 205 cavalli a 10.000 giri (con un incremento del valore di coppia del 10% rispetto al precedente 1199) per un peso incredibile di soli 166,5 chili, ottenuto naturalmente sempre riducendo al minimo la componente telaistica, sempre incentrata su schema monoscocca con propulsore portante.
La linea cambia in maniera sottile ma percettibile: il cupolino più largo ed il plexiglas più protettivo migliorano la penetrazione aerodinamica, mentre le prese d’aria anteriori di maggior sezione accentuano l'aggressività della moto. Diverse anche le prese d'aria laterali, gli specchietti retrovisori e il nuovo codino diviso in due parti; la sella è più comoda e le pedane sono ricavate dal pieno.
I nuovi pistoni box in box sono stati riprogettati unitamente ai segmenti, sono imperniati su bielle tutte nuove attraverso spinotti con riporto superficiale DLC – Diamond-Like carbon, normalmente usato sugli steli forcella – e forniscono un rapporto di compressione di 12,5:1. Le misure caratteristiche (alesaggio di 116 mm e corsa di 60,8) determinano una cilindrata effettiva di 1.285 cc. Rimane lo schema a V di 90° con rotazione di 21° all’indietro che consente di contenere l’interasse pur posizionando il propulsore più avanti rispetto al tradizionale schema ad L.
I carter del motore vengono realizzati per pressofusione sottovuoto in tecnologia Vacural® per risparmiare peso, spessori più omogenei e maggior resistenza meccanica nell’impiego con funzione portante. I coperchi teste (riviste per offrire una maggiori rigidità) e frizione sono in magnesio. L’albero motore, rivisto nell’equilibratura date le diverse masse in gioco, poggia ora completamente su inedite bronzine di banco dell'albero motore di derivazione racing eliminando completamente i cuscinetti a sfere. La cosa consente l’adozione di un albero motore con perni di maggior diametro e un aumento della sezione del basamento nella zona circostante i supporti di banco, in modo da massimizzare la rigidezza e la resistenza meccanica adeguandola all'erogazione di potenza estrema del Superquadro.
Invariati i diametri delle valvole (aspirazione 46,8 mm, scarico 38,2; le prime sono state realizzate in titanio, mentre per le seconde è stato utilizzato l’acciaio) così come i corpi farfallati a doppio iniettore, unità a sezione ovale – soluzione adottata fin dai tempi della 1198 – con diametro equivalente a 67,5 mm, controllati da un impianto ride-by-wire. Rimane ovviamente anche l’impianto di iniezione di aria secondaria per ridurre le emissioni nocive; completamente ridisegnato invece l’impianto di scarico, come percettibile da alcune differenze visive quali giunzioni e finitura dei silenziatori.
Invariato il comando desmodromico della distribuzione con trasmissione mista catena/ingranaggi; la trasmissione conta su un cambio a sei marce con frizione in bagno d’olio finalmente dotato di sensore posizione marcia (derivato dalla MotoGP) che consente l’adozione della nuova funzionalità di scalata assistita.
La Ducati 1299 è dotata di piattaforma inerziale IMU (come avviene per Multistrada) capace di misurare le accelerazioni rispetto a tre assi e velocità angolari rispetto a due assi, nonché di calcolare angolo di rollio e di beccheggio della moto nello spazio. In questo modo la Panigale è in grado di offrire il Cornering ABS (ovvero il sistema antibloccaggio efficace anche in curva) e l’anti-impennata Ducati Wheelie Control (DWC) su otto livelli. Invariati i riding modes, la gestione del freno motore EBC, mentre debutta la versione evoluta del Ducati Quick Shift (DQS) capace di offrire la funzionalità di blipping, ovvero di assistenza alla scalata senza frizione. Evoluto anche il Ducati Traction Control sulla base dell’esperienza maturata dalla Casa nelle competizioni: l’intervento è impostabile su otto livelli agendo sul blocchetto sinistro.
La strumentazione conta nuovamente sullo spettacolare cruscotto TFT da 5”, con visualizzazione a configurazione variabile a seconda del riding mode selezionato capace ora di mostrare l’angolo di piega in tempo reale se si seleziona la modalità Track. Attivando la funzionalità Lap Timer – il sistema è predisposto tra l’altro per l’impiego del nuovo sistema DDA+ GPS (Ducati Data Analyser con assistenza GPS) che sfrutta la triangolazione satellitare per offrire al pilota un’acquisizione dati di livello professionale.
Il telaio è ancora il monoscocca in alluminio con airbox integrato e motore stressato che ha debuttato sulla 1199 tre anni fa, di cui sono state però modificate le misure caratteristiche chiudendo l’angolo di sterzo da 24,5 a 24°, con un corrispondente accorciamento dell’avancorsa da 100 a 96 mm. Il perno forcellone è stato abbassato di 4 mm; l’interasse ora misura 1.437 mm mentre la ripartizione dei pesi è 52/48% con un pilota di media corporatura in sella.
Il comparto sospensioni conta su una forcella Marzocchi pressurizzata a steli rovesciati da 50 mm, mentre al posteriore la Panigale monta un mono Sachs; entrambe le unità sono completamente regolabili. L’impianto frenante è invece affidato a Brembo, con dischi da 330 mm di diametro lavorati da pinze monoblocco M50 a quattro pistoncini da 30 mm di diametro controllate dal sistema ABS Cornering pilotato dalla centralina Bosch 9.1MP. Sui cerchi da 17” la Panigale calza pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP in misura 120/70 e 200/55.