Ducati Scrambler Intermot, by Marcus Walz

Ducati Scrambler Intermot, by Marcus Walz
Si deve al customizer tedesco, e alla sua WalzWerk-Racing, questa interpretazione - poco scrambler – della Ducati Scrambler. A dimostrazione di quanti volti possa assumere l'ultima bolognese di successo
14 settembre 2015

Nel suo primo anno di vendita la Ducati Scrambler sta diventando il modello più gettonato fra le moto di Borgo Panigale in molti Paesi, Italia compresa. Il progetto Scrambler, nato come famiglia indipendente e con uno suo marchio, ha puntato immediatamente sulle possibilità di personalizzazione offrendo già di base versioni alternative al modello standard, o Icon per meglio dire.
La personalizzazione che vi mostriamo si deve allo specialista tedesco Marcus Walz, attraverso la sua WalzWerk-Racing, ed è stata commissionata da Intermot Koln. Ovvero il Salone della moto di Colonia dove la Scrambler è stata presentata ufficialmente al pubblico un anno fa circa.
L'esemplare in questione appartiene infatti a Christoph Werner, vice presidente della Fiera di Colonia, che ha chiesto non solo una personalizzazione estetica ma anche più maneggevolezza e aggressività.

La moto è stata spogliata di alcune componenti e alleggerita. L'ergonomia è cambiata costruendo un nuovo supporto sella in lamiera di alluminio, a foggia di codino monoposto, e adottando dei semi manubrio Gilles assieme a pedane arretrate DukaBike. Alcuni cambiamenti anche per il serbatoio di serie, che è poi stato verniciato con tinte Porsche: nero basalto opaco, grigio lucido e rosso metalflake. All'avantreno della Scrambler Walz campeggia una forcella Ohlins come quella montata sulla Panigale 1199 R ma con taratura molto diversa. Il mono Ohlins posteriore è stato assemblato montando le parti una dozzina di ammortizzatori differenti per trovare la combinazione adatta, costringendo anche a modificare il forcellone. Le ruote fucinate OZ da 17 pollici arrivano invece da una Panigale 899, mentre l'impianto frenante adotta pinze Brembo monoblocco e dischi Braking.

L'elaborazione del motore di serie ha riguardato condotti, valvole, assi a camme, testate e albero motore. La cilindrata è rimasta a 803 cc, mentre l'impianto di scarico si deve agli specialisti della SC Project che hanno scelto un terminale corto e alto in stile MotoGP. Con queste cure la potenza sarebbe salita a un centinaio di cavalli.
Il concetto scrambler trazionale è saltato, ma grazie anche al motore raffreddato ad aria è nata un'interessante special sportiva.

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