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«Milano mi porta fortuna: nel 2007 è stata la prima occasione di incontro con la stampa nel mio ruolo in Ducati» esordisce orgoglioso Gabriele Del Torchio, CEO Ducati, che come da tradizione apre la prima delle conferenze stampa di EICMA. Un'occasione per ripercorrere l'immediato passato, anzi, per usare le parole dello stesso Del Torchio, un momento di riflessione importante, che parte da alcuni punti di consapevolezza rilevanti. «Il 2011 è stato un ottimo anno, in cui Ducati ha confermato il suo percorso di crescita. Il 2012, mi sento di sbilanciarmi, sarà un anno ancora migliore, in cui esprimeremo una crescita del 20%» Una sicurezza che trova il suo fondamento dal compimento del piano strategico inaugurato nel 2007. Raggiungendo, per inciso, tutti gli obiettivi che quel piano si proponeva, e creando l'occasione per un interessante cambiamento di mentalità per Ducati.
Le vendite, ad ottobre 2012, parlano di una crescita notevole - si parla del 21% - rispetto allo stesso mese dell'anno precedente per quanto riguarda la quota di mercato Ducati. Un'analisi più dettagliata fa emergere come oggi siano gli Stati Uniti il mercato numero 1, seguito da Italia, Germania e Francia. «E' facile notare come oggi quasi 9 Ducati su 10 vengono vendute fuori dall'Italia» commenta il CEO della casa bolognese, sottolineando con orgoglio come Ducati sia un'azienda sempre più internazionale in termini di apprezzamento della clientela.
Scendendo nel dettaglio cronologico, il primo quarto ha visto una crescita del 3% calata all'1% nel secondo quarto per le terribili conseguenze del terremoto che ha colpito l'Emilia alla fine del mese di maggio. Nel terzo quarto, però, la crescita è ripartita con un più sette per cento, per poi esprimersi nel dato di cui abbiamo parlato in apertura - una ripresa veramente impressionante, che testimonia la forza di Ducati e del territorio a cui la casa di Borgo Panigale è tanto legata.
«Ma non si tratta ovviamente di un dato assoluto» ammette coraggiosamente Del Torchio. «Si tratta di un dato relativo ad un mercato in calo generalizzato. In Italia, per esempio, abbiamo fatto una performance pari al mercato, che ha perso un 33%». Va molto meglio all'estero: in Gran Bretagna, Francia e Germania Ducati è cresciuta rispettivamente del 2, 6 e 10% a fonte di un mercato in calo. In USA Ducati ha fatto segnare un +22% su un mercato stabile. In Giappone, a casa dei colossi delle due ruote, il dato parla di un +14, in Australia +30 a fronte di crescite del 10 e 6% rispettivamente. In Asia il dato si fa impressionante: +133% grazie soprattutto al Monster 795 creato per il mercato asiatico ed assemblato in Thailandia in uno stabilimento da 7500mq nato in poco più di un anno, ora popolato da 93 dipendenti. Il numero di moto vendute in totale prospettato per il 2012 è 44000: un valore record, superiore anche ai 42.669 che costituivano il primato precedente del 2008. «E in futuro si potrà fare ancora meglio. In Brasile stanno uscendo proprio in questi giorni le prime Ducati Diavel per il mercato sudamericano prodotte attraverso un Service Provider. L'obiettivo è ovviamente quello di gettare una testa di ponte per quei mercati che, oggigiorno, sono da considerarsi una nuova frontiera».
"Authentic Italian Performance" è uno slogan che sentirete ripetere sempre più spesso parlando di Ducati. «E' un vero e proprio mantra, che al nostro interno ripetiamo sempre più spesso» spiega Del Torchio. Ducati, in sostanza, è uno dei marchi più apprezzati e conosciuti nel mondo: nel 2011 quello della casa bolognese è stato il secondo prodotto più visto nei film di Hollywood. «Difficile fare di meglio, ma quest'anno forse ce l'abbiamo fatta» chiosa orgoglioso il CEO, lanciando uno spezzone del film d'animazione Madagascar 3, in cui uno degli animali protagonisti sceglie una Ducati per la sua… fuga d'amore.
Quello dell'animazione è un linguaggio particolarmente vicino a quello dei giovani, e un modo per riavvicinarli alla passione per le due ruote. E non è un caso, continua l'AD, se il marchio Ducati riceve sempre più simpatia, pur non sollecitata, anche presso aziende di grande profilo, come nel caso del Keynote in cui Apple ha lanciato iPhone 5. Occasione in cui Tim Cook, CEO della casa di Cupertino, ha definito i clienti Ducati "very lucky", tanto per dare la misura di quanto prestigio goda il marchio di Borgo Panigale negli Stati Uniti.
«Nelle corse abbiamo avuto una stagione complicata» analizza con un po' di understatement Del Torchio - noi azzardiamo una valutazione semplicemente disastrosa, tanto da portare come conseguenza probabili sconvolgimenti all'interno del reparto corse. «Ma le corse saranno sempre una priorità: quest'anno il team ufficiale farà affidamento ad Hayden e Dovizioso, con Spies e Iannone in forza al team satellite. Senza trascurare il test team, rinforzato affiancando il neoacquisto Pirro allo storico Battaini. E non dimentichiamo la Superbike, dove si correrà con la Panigale attraverso il neoannunciato team Ducati Alstare con Checa e Badovini». Ai meno giovani la denominazione del team ricorderà qualcosa: a fine anni 90, infatti, la squadra guidata da Francesco Batta aveva infatti già corso con le Ducati prima di abbracciare Suzuki, facendo correre le 748 di Fabrizio Pirovano (che ci vinse l'allora titolo continentale Supersport) e Stephane Chambon e la 916 di Paquay.
Ma la curiosità è forte anche per il nuovo partner, Audi. Del Torchio coglie l'occasione per invitare sul palco Luca De Meo, responsabile mondiale Vendite e Marketing per Audi, con il quale si continua a parlare di passato e futuro. L'unione fra Audi e Ducati pare solita e ben fondata. Se son rose, dice il proverbio...