Dunlop SportSmart 2: rispondiamo alle vostre domande

  • Voto di Moto.it 8 / 10
Per dissolvere i dubbi di alcuni lettori abbiamo (ri)provato gli pneumatici sportivi stradali della celebre casa inglese, (ri)scoprendoli eccellenti per l’impiego su strada e in pista
2 settembre 2015

Le Dunlop SportSmart 2 – o meglio, SportSmart² come preferisce chiamarle Dunlop, elevando a legge quadratica l’evoluzione rispetto alla gomma precedente, non sono esattamente una novità. Sul mercato già da un paio d’anni, la seconda iterazione della SportSmart è dedicata ai motociclisti che usano la moto su strada senza disdegnare qualche puntata in pista.

Una gomma “smart”, intelligente appunto, che sulla carta offre il meglio dei due mondi. Tempi di riscaldamento ridotti, profili equilibrati e lontani dagli estremismi delle sveltissime gomme racing, livello di grip ottimo su strada e ragionevole anche nell’uso in circuito. Ma anche una gomma che, a differenza di quanto avveniva con le Dunlop di una volta – gomme eccellenti per l’uso estremo, ma creatrici di diversi preconcetti a tuttora radicati fra gli appassionati – si adattano bene a tutte le ciclistiche, senza richiedere revisioni dell’assetto di portata copernicana per rendere al meglio e non usurarsi in maniera irregolare, strappandosi o comunque perdendo rapidamente il miglior grip.

Il nostro test, nato per rispondere alle domande sottoposteci da alcuni lettori, si è svolto sia su strada che in pista, con due moto non a caso prive delle più recenti dotazioni elettroniche (le Suzuki GSX-R 750 e 1000) per valutare le SportSmart² senza filtri accessori e poterne meglio comprendere il comportamento senza che controlli di trazione o sospensioni elettroniche ne camuffassero eventuali difetti. Dopo la nostra prova, per dare risposta alle domande rivolteci da alcuni lettori in merito alle SportSmart² – fattore che ha innescato la scelta degli pneumatici per la prova con le due Suzuki abbiamo potuto confrontarci con due tecnici della Casa anglogiapponese.

Si tratta di Luca Davide Andreoni, Motorcycle Sales Coordinator per l’Italia, con cui abbiamo parlato di Dunlop… oggi e domani, ma soprattutto poi di Aldo Ciccone, tecnico specializzato nel racing di Dunlop per verificare le nostre impressioni e capire meglio la filosofia che sta dietro alle SportSmart².

Come sono fatte

Iniziamo dallo sviluppo tecnico. Nato come dicevamo per risolvere i (pochi) difetti del suo predecessore, lo SportSmart² vuole offrire una maggior compliance, flessibilità nel suo complesso, per essere più confortevole nell’uso stradale e migliorare le sue prestazioni sul bagnato attraverso una mescola in silice per la spalla del posteriore (bimescola) senza però sacrificare le prestazioni nell’uso sportivo – lo SportSmart² risulta per intenderci più leggero e più agile del precedente SportSmart.

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Le Dunlop SportSmart²
Le Dunlop SportSmart²

Il diverso disegno degli intagli ottimizza il comportamento su asfalto bagnato senza compromettere le prestazioni sportive, mentre a livello di carcassa sono state introdotte le tecnologie JLB (JointLess Belt) e JLT (JointLess Tread): la prima si estrinseca attraverso una serie di cinture longitudinali senza soluzione di continuità che regolano le deformazioni della carcassa, la seconda consiste nel posizionamento di mescole di diverso tipo sulla superficie del pneumatico.

Diverso infine anche il profilo, più svelto all’anteriore sulla falsariga delle caratteristiche del D212GP, per velocizzare l’inserimento in curva.

Come vanno?

Il nostro test, dicevamo, si è svolto in parte in pista, sul tracciato di Franciacorta durante una giornata di prove libere gestite da Luca Pedersoli (trovate qui il calendario). Ci permettiamo di raccomandarvele per il livello di sicurezza – il giusto numero di moto in pista, con il giusto livello di assistenza – ed organizzazione della gestione di Luca, davvero impeccabile.

In questo frangente le SportSmart² sono state utilizzate con pressione ai classici valori 1.9-2.1 rispettivamente per posteriore ed anteriore, avendo cura di verificarla più volte dopo i primi turni a causa del caldo pazzesco che ha afflitto la penisola italiana in questo mese di luglio, mentre per strada - per rispondere ad un'altra perplessità sollevata più volte dai nostri lettori - ci siamo attenuti alla pressione raccomandata dalla casa di 2.4/2.5-2.6/2.7.

Le SportSmart² si sono rivelate compagne di giochi ideali per la Suzuki GSX-R 750, dove hanno esaltato le doti di versatilità della sette-e-mezzo di Hamamatsu, a metà fra una 600 ed una 1000. Pronte a scaldarsi – dopo un giro all’inizio, successivamente anche meno, offrivano già un buon 90% del grip disponibile – si sono dimostrate impeccabili in staccata, dove hanno offerto sempre grande confidenza e sostegno.

La nostra prova si è svolta sulle Suzuki GSX-R 1000 e 750 a Franciacorta
La nostra prova si è svolta sulle Suzuki GSX-R 1000 e 750 a Franciacorta

Ottimo il feeling anche dove – come nel caso della prima curva – si tende ad entrare con i freni ancora in mano. Non si percepiscono resistenze indebite da parte dell’anteriore, che entra in curva progressivo e rotondo e non “cade dentro” quando si molla la leva del freno. In percorrenza c’è tanto grip fino all’interferenza delle pedane con l’asfalto (cosa che avviene relativamente presto sulle due Suzuki sportive) e con l’impressione che il potenziale sia comunque più alto.

Sulla 1000 le SportSmart² hanno avuto un compito ben più ingrato, perché pur con una potenza sicuramente meno rilevante rispetto alle proposte più recenti la Gixxerona eroga comunque una buona dose di cavalli. La regolarità dell’erogazione aiuta il pilota, ma d’altra parte rende quasi più difficile la vita allo pneumatico, perché anche senza controlli di trazione o altri filtri elettronici diventa comunque facile gestire l’apertura del gas e scaricare la potenza a terra.

Anche sulla 1000, dicevamo, il comportamento si è rivelato azzeccato. L’agilità della gomma, la rapidità di iscrizione in traiettoria unita alla grande comunicativa dell’avantreno hanno fatto sì che la GSX-R si sentisse a suo agio anche sullo stretto – Franciacorta non è esattamente un tracciato da 1000 – e hanno retto bene per buona parte della mattinata.

Solo negli ultimi turni, quando peraltro il caldo si è fatto piuttosto elevato e l’usura rilevante (abbiamo inanellato oltre una cinquantina di giri ad un ritmo non blando), il posteriore ha iniziato a mostrare la corda producendosi in qualche perdita d’aderenza che – a noi tester ormai disabituati all’assenza di sicurezze elettroniche – ha causato qualche “stretta”.

Va sottolineato come si tratti comunque di un uso da considerare estremo se non forse fuori contesto per una gomma come la SportSmart², nata per un uso misto strada/pista e non certo per condizioni per gestire le quali le Case produttrici – non a caso – offrono pneumatici con mescola specifica. E per spezzare un’altra lancia a favore dello SportSmart², il calo di prestazioni è stato assolutamente graduale e lineare.

Il giudizio sulle SportSmart² è brillante: non si tratta di una gomma nata per chi va all’attacco o alla ricerca di tempi sul giro, ma per chi si gode la propria moto per lo più su strada senza disdegnare qualche puntata in circuito con scopo prettamente ludico. A meno di non voler cadere in pericolose decontestualizzazioni, quindi, SportSmart² passa brillantemente il nostro esame.

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