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Rimaniamo sempre affascinati dalla descrizione tecnica dei pneumatici, dalle problematiche affrontate nelle fasi di sviluppo, la complessità nel definire strutture e mescole, la capacità di adattarsi a moto dalle caratteristiche estremamente differenti, e la presentazione del nuovo SportSmart2 Max non fa che confermare questo nostro stato d’animo.
Mesi di lavoro ininterrotto, scelte amletiche o meramente dettate dai grafici matematici in alcuni casi, o estrapolate dalle sensazioni dei tester in altri, lo sviluppo di questi prodotti è davvero intrigante. Tutto questo è racchiuso nel nuovo Dunlop SportSmart2 Max, che ha come obbiettivo il miglioramento delle prestazioni in termini di maneggevolezza, durata e grip sul bagnato, con una duttilità che lo rende adatto ad equipaggiare moto diametralmente opposte, dalle sportive pistaiole, alle maxi naked, passando per le gran turismo e perché no, alle crossover più potenti. A tale scopo i tecnici hanno interfacciato l’esperienza decennale acquisita nelle gare Endurance, per la definizione delle mescole, mentre per quanto riguarda alla struttura e le caratteristiche di guida, è stato fondamentale l’apporto delle conoscenze acquisite con il RoadSmart III.
Analizzando il nuovo SportSmart2 Max partiamo dal fatto che dal punto di vista estetico è cambiato davvero poco, e questo vale per entrambi i pneumatici, anteriore e posteriore, il disegno degli intagli varia in maniera quasi impercettibile. La mole maggiore di lavoro ha riguardato l’anteriore, con una nuova struttura che sfruttando la tecnologia JLB (Joint - Less - Belt), prevede nuove tele in Rayon e Aramide, che limitano le deformazioni dovute alla forza centrifuga, sia in rettilineo sia in piega, mantenendo costante l’area di contatto con l’asfalto, caratteristica che permette anche una maggiore resa chilometrica. Il profilo è stato modificato, con la spalla non più piatta, che ora termina con uno spigolo che dovrebbe aiutare ad assorbire meglio le sconnessioni e migliorare il feeling di guida ai massimi angoli di piega. Queste modifiche hanno reso più svelto in inserimento e nei cambi di direzione lo SportSmart2 Max rispetto al predecessore, mentre le modifiche alla mescola, definita tri-polimerica con silice ad alta dispersione, hanno accorciato i tempi di warm-up, il raggiungimento della temperatura d’esercizio ottimale, incrementando anche le prestazioni su bagnato e confermando quelle già ottime del predecessore, su asfalto asciutto.
Il posteriore ha ricevuto una nuova mescola, o meglio due nuove mescole (Multi-Tread), con la parte centrale che differisce dalle spalle, privilegiando la resa chilometrica all’aderenza. In numeri, viene dichiarata una percorrenza utile incrementata del 10%.
Allo scopo di farci toccare con mano le migliorate caratteristiche di guida delle nuove SportSmart2 Max, i responsabili Dunlop hanno pensato bene di montare le precedenti SportSmart2 su moto identiche a quelle dotate delle nuove SportSmart2 Max. Un paragone in tempo reale, che ci ha permesso di apprezzare i cambiamenti, in meglio, delle ultime arrivate. Le maxi naked che abbiamo guidato durante il test stradale, Kawasaki Z1000 e Z900, Suzuki GSX-S, hanno evidenziato il comportamento differente tra “vecchie” e “nuove”, soprattutto per quel che riguarda l’anteriore delle SportSmart2 Max, decisamente più svelte nello scendere in piega, caratteristica che non rientrava tra i pregi della precedente versione, mentre i cambi di direzione richiedono un minor impegno fisico.
Inoltre scompare del tutto la tendenza a raddrizzare la moto frenando in curva, fenomeno ben presente sulle vecchie SportSmart2, mentre permane una certa rigidità strutturale, che ne limita le performance in termini di confort su asfalto non perfettamente liscio. Questa caratteristica si trasforma in un pregio non appena si varcano in cancelli della pista di Mireval, protagonista assoluta per quanto riguarda lo sviluppo dei pneumatici Dunlop. Alternandoci sulle selle di BMW S1000R, Ducati 899, Kawasaki ZX10-R e 636, le Dunlop SportSmart2 Max si sono dimostrate all'altezza della situazione, recitando al meglio il ruolo di pneumatici stradali che all’occorrenza possono accompagnare l’appassionato tra i cordoli di un circuito consentendogli di divertirsi senza obbligo di dover cambiare le scarpette alla propria bella!
L’anteriore in particolare, ci ha convinto delle ottime capacità di questo nuovo prodotto, forte di un appoggio sicuro sia in fase di staccata, sia in inserimento, frangente in cui mette in mostra anche un’ottima precisione nel mantenere la traiettoria impostata. Queste caratteristiche permangono a prescindere dalla moto che si sta guidando, mentre il giudizio sulla posteriore è differente a seconda della cavalleria erogata dalla moto protagonista del test. La destinazione prettamente stradale emerge in maniera netta man mano che si alzano le potenze, le “manate” sul gas che si riescono a dare in sella alla Kawasaki 636, vanno limitate una volta saliti sulla ZX10-R per esempio, così come va gestita con circospezione l’apertura del gas sulla BMW S1000R. Questo aspetto è tutt'altro che inaspettato, d'altronde parliamo di cavallerie e Nm di tutto rispetto, la cosa che però ci tranquillizza è che tali perdite di aderenza sono abbastanza progressive, e dopo il primo avvertimento, ci si regola di conseguenza!
D'altronde la destinazione prettamente stradale e le ottime prestazioni nell’utilizzo quotidiano, fanno tranquillamente tollerare qualche compromesso nell'uso in pista.
Maggiori informazioni:
Luogo - Mireval - Montpellier (Francia)
Meteo - sole 18°
Foto: Dunlop
Abbigliamento
Guanti Spidi STR4 Vent
Stivali XPD XP3-S
Casco AGV Corsa R