Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Arriva la brutta notizia della scomparsa di Sandro Colombo. Era molto anziano, arrivare alle soglie dei cento anni non è da tutti, ma con lui, notissimo ingegnere milanese, se ne va un pezzo importante della storia della moto e dell'auto.
È stato un grande progettista, Colombo, ma anche un uomo di cultura: curioso, disponibile, aperto con tutti.
Laureato a Milano nel 1947 quando era ventitreenne, prima aveva lavorato sulla progettazione delle automotrici diesel alla OM, poi era entrato in Gilera nel '50 come fortemente desiderava. Fu messo a capo del reparto studi ed esperienze, con la responsabilità della progettazione del prodotto di serie e del reparto corse nell'epoca d'oro di Duke, Masetti e Liberati.
Dal 1954 ruppe con Gilera e preferì dedicarsi alla progettazione in proprio, collaborando prima con la Bianchi, poi con la Innocenti per tredici anni, quindi la Fiat, la Ferrari, Magneti Marelli di cui era stato direttore tecnico.
Colombo è stato un grande protagonista per sessantacinque anni nel mondo dei motori, ma è stato anche presidente dell'AISA (che si occupa di storia dell'automobile) e per quasi un trentennio nell'editoria dirigendo le riviste Mototecnica, Autotecnica e Legend Bike.
Con la sua straordinaria competenza aveva scritto numerosi libri di tecnica pura e di corse: sulle Bianchi, sulle Gilera e le Guzzi, sulla Vespa e tanto altro ancora.
Nel 1973 era stato nominato consulente tecnico dal magistrato che si occupava dell'incidente mortale di Monza: aveva certificato il grippaggio della moto di Renzo Pasolini, che fu probabile causa della sciagura del 20 maggio quando perdemmo Paso e Jarno Saarinen.
Ai suoi familiari l'abbraccio affettuoso nostro e della redazione.
(Nella foto in alto, un giovane Sandro Colombo dopo la vittoria Duke nel GP delle Nazioni del 1953 a Monza. Al centro Duke e Colombo, ai lati Luigi e GiuseppeGilera)