EICA 2012 Verona: la bici c’è, lo show è in arrivo

EICA 2012 Verona: la bici c’è, lo show è in arrivo
I tre giorni di fiera hanno accolto, tra tante luci e qualche ombra, un folto pubblico e messo tanti appassionati direttamente in sella alle novità. La bicicletta dimostra di viaggiare forte come non faceva da tempo
18 settembre 2012

La bicicletta va veloce. E lo fa con sempre più gusto e stile: è ormai chiaro che quello delle due ruote senza motore è un momento assolutamente magico, ed i motivi sono diversi. Perché se da una parte c’è l’impegno delle aziende sempre più concreto – ed infatti i modelli via via più belli, efficienti e desiderabili – dall’altra c’è il fattore sociale, che mette la bicicletta in prima posizione tra i mezzi di trasporto (ludico e non) semplici e che non bruciano la quanto mai cara benzina.


Eica, Eurobike, Padova, chi resterà?


Eica è un primo segnale forte e chiaro di voler finalmente seguire quest’onda anche in Italia. Il rinnovato salone del ciclo ha abbandonato definitivamente Milano per occupare il polo fieristico di Verona, e da qui rimettere le basi per un futuro di assoluta eccellenza. Operazione encomiabile, ma di sicuro non facile. Il riferimento resta il salone tedesco Eurobike, che nonostante abbia sede in una delle località con la peggior logistica, rappresenta un tripudio di bici, test, aziende e entusiasmo incredibili. Ma è pur vero che da

Verona ha saputo mettere in piedi uno show interessante ed un format che piace e offre la possibilità al pubblico di entrare a stretto contatto con le biciclette

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qualche parte bisogna iniziare e Verona in pochi mesi e senza dimenticare anche la lotta con Expobici – la fiera di Padova, nata nel 2008 e rapidamente affermatasi con una connotazione più “locale” – ha saputo mettere in piedi uno show interessante ed un format che piace e offre la possibilità al pubblico di entrare a stretto contatto con le biciclette. Restano sempre dei dubbi sui perché e per come fare due fiere di fatto identiche a distanza di una settimana e di 100 chilometri (esattamente come è successo anche per le moto), ma le risposte sono tra le righe di quella lotta “politica” tra chi dovrà diventare la fiera di riferimento. Peccato non giocarsi queste carte dietro le quinte anziché sul campo, perché alla fine a perderci sono soprattutto visitatori e aziende. Con i primi che rischiano di non trovare chi ha fatto una scelta e disertato un salone e le seconde che per stare al gioco devono sobbarcarsi doppie presenze con un gran dispendio di energie e di soldi.

 
Eica può certamente contare su un’istituzionalità che gli altri non hanno. E per aiutare ulteriormente il mondo della bicicletta occorrere un impegno costante a livello istituzionale: perché se il mercato bici cresce bene ovunque, in Italia siamo ancora indietro. Non che manchino gli sforzi, o le aziende – l’eccellenza della bicicletta è passata e passa tutt’oggi anche da noi, grazie a marchi come Pinarello o Colnago – ma fino a quando non cambieranno le regole, non si faranno le vere piste ciclabili e le città non diventeranno a misura d’uomo e di bici, sarà ben difficile che le due ruote escano dal ruolo di attrezzo sportivo o ludico per tornare a essere un vero mezzo di trasporto. 


Credere nel futuro


Ma in questi casi bisogna dare fiducia e credere negli sforzi e nelle persone e per questo promuovere Eica. All’interno del polo fieristico di Verona (un poco spoglio di colori e cartelloni e molto cementoso) si è visto l’impegno di molte aziende e la voglia di fare che rispecchia l’ottima salute del mondo bici. Qui a farla da padrone sono state sicuramente le tante prove prodotto inserite nel format dell’evento, che è così uscito dal classico Salone, per diventare un qualcosa di più vivo e reale. Nei tre giorni di fiera sono stati moltissimi quelli che hanno potuto provare una bici da strada o mountain bike, secondo una formula che finalmente avvicina cliente e aziende come meritano entrambi, invogliando acquisti e ricambi di mezzi. Altrettanto interessante è stato lo sforzo messo in campo dal comune di Verona che ha dedicato la giornata di domenica alla mobilità su due ruote, supportato da una serie di eventi esterni pensati sempre da Eica.

 


Dalle Case tante cose belle da vedere


Un bel plus quindi tutta questa parte “pratica”, ma l’essenza del salone rimane quella di poter vedere e toccare tutte le novità dell’anno. Così mentre il pubblico raggiungeva i percorsi test (molto belli e validi, seppure un poco lontani dalla Fiera) nell’unico padiglione –ancora troppo poco per una fiera che vuole essere internazionale – alcune aziende hanno saputo dire la loro con spazi espostivi grandi e forniti. Ancora
Altissimo l’interesse per il mondo MTB
Altissimo l’interesse per il mondo MTB

una volta si è dimostrato altissimo l’interesse per il mondo MTB dove l’avvento delle 29 pollici e le nuovissime 27.5 hanno stimolato tecnici e appassionati. Misura quest’ultima, in cui crede molto Scott, che qui ha portato la sua bici campione del mondo Cross Country e la nuova MTB Genius, che ha nella possibilità di scelta della nuova misura intermedia di pneumatici uno dei suoi punti forti. Il colosso asiatico Giant invece ha presentato la Glory da Downhill e la nuova Trance 29r, mentre Trek ha svelato la front Superfly e la più specialistica Fuel EX. Tra le straniere, interessanti anche le Focus, oltre alla nota MTB Raven da 29 pollici, si è fatta notare nell’ampio stand anche la Ciclocross Mares nella versione “Team” con i colori dell’inglese Rapha. Tra i nostri portacolori segnaliamo invece De Rosa (sempre presente in ottima forma), la genovese Olmo in continua crescita e Cinelli che ha portato qui la nuova bici da corsa Laser Carbon, un mito del passato che torna su strada in una nuova veste. Presenti in forze anche il trio composto da Kuota, Carrera e Atala. Si sono viste invece solo nella sezione prove l’americana Specialized (con un parco bici quasi sterminato e la nuova Roubaix in bella mostra), la “gialla” Pinarello fresca vincitrice del Tour de France, e le bici Cipollini. A conferma che i grandi nomi non sono mancati, seppure non siano comunque passate inosservate assenze pesanti come quelle di Colnago, Cannondale o BMC.


Ma dove sono gli accessori?


Ma il capitolo assenze si fa preoccupante in merito al campo accessori. Tolte alcune aziende nostrane, guidate da Campagnolo e M.I.C (importatore Shimano) presenti con grandi stand e le ultime novità come il cambi elettronico EPS dell’azienda italiana o il nuovo Dura Ace di Shimano, a mancare sono stati tutti i grandi e meno grandi produttori di accessori che sono una delle parti migliori del mercato. Tra i produttori di ruote si sono visti solo Ambrosio e DT Swiss, così come quelli di parti speciali, tolte le italianissime Deda o SMP selle, hanno di fatto saltato a pié pari la kermesse creando un vuoto tale da comprometterne il giudizio.

 

Lo stand BMW a EICA
Lo stand BMW a EICA

Il Mondo che sarà


A mitigare in parte la delusione di certe assenze, ci ha pensato una reale presenza di biciclette figlie di partnership con Case automobilistiche: Bmw, Lamborghini, Maserati, Ferrari e Gruppo Fiat hanno dimostrato di volerci essere. Segno che l’attenzione verso le due ruote arriva ormai da ogni direzione. Innovativi come sempre, in Bmw erano presenti con un proprio stand, mentre altre aziende, come la BMC/Lamborghini o le city bike marchiate Fiat e Lancia, sono state ospitate nello spazio che Eica ha riservato ai prodotti più interessanti e innovativi, segno di una positiva attenzione al futuro. La stessa attenzione che finalmente si è vista anche qui da noi per l’enorme potenziale che rappresenta il mondo della bici elettrica o a pedalata assistita. Ormai ogni grande costruttore ne ha almeno una in catalogo, ma ci sono anche tante piccole realtà che stanno entrando nel settore con proposte interessanti. I dati di vendita europei dicono che i tempi paiono quanto mai maturi (con la Germania a fare la parte del leone), e che c’è un treno in corsa che questa volta non possiamo permetterci di perdere.


Emanuele Vicinanza

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