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E' una delle vedette dello stand BMW al salone di Milano. Eicma tiene a battesimo la nuova BMW Scrambler, realizzata partendo dall'apprezzata R nineT che sta vendendo molto bene a li vello mondiale. E se la R nineT è stata una scommessa vinta, una rottura con il passato, BMW con la Scrambler sembra giocare su un terreno meno impervio, sposando il linguaggio universale.
La base di partenza è appunto la R nineT e identica la soluzione del telaietto posteriore rimovibile per lavorare liberamente sull'estetica della moto (rispettando sempre le norme di omologazione) e adottare la coda monoposto.
Cambia la posizione di guida con l'adozione di un manubrio rialzato, della differente sella (con cuciture a vista) e delle pedane riposizionate. E cambia radicalmente l'avantreno sostituendo la ruota da 17 con quella da 19 pollici, la forcella rovesciata con una telescopica tradizionale con steli da 43 mm – munita di soffietti in gomma – ed escursione di 125, mentre le pinze dei freni passano da radiali ad assiali, ma sempre a quattro pistoncini. Mutamenti importanti in funzione delle caratteristiche di guida. Le scheda tecnica ci dice che il passo è di 1527 mm, l'avancorsa misura 110 mm e il cannotto di sterzo è inclinato di ben 28,5°. La sella è a 820 mm da terra e il peso in ordine di marcia è di 220 kg.
L'impianto frenate ha dischi anteriori da 320 mm e sistema antibloccaggio Abs, mentre il dispositivo il controllo di stabilità Asc è offerto solo in optional.
A Monaco ricordano come il tema scrambler sia stato già affrontato con la R 68 che venne presentata nel 1951 al Salone internazionale di Francoforte con il tipico impianto di scarico alto, del tipo 2 in 1, come quella guidata in gara da Georg “Schorsch” Meier. La R 68 prevedeva un impianto di scarico montato in basso, ma i terminali alti erano disponibili già all’epoca come accessorio dedicato.
Di serie, sulla nuova Scrambler, ci sono le ruote integrali in lega leggera, ma ci sono in optional quelle a raggi, mentre si possono montare gomme con battistrada maggiormente scolpito. Rispetto alla nota R nineT non cambia il serbatoio in acciaio da 17 litri ed è confermata la fiancatina in alluminio che copre il condotto di aspirazione a destra. Sul fianco sinistro risalta invece il doppio terminale rialzato mentre altri elementi stilistici sono il faro rotondo (come sulla R nineT) e la strumentazione con singolo elemento rotondo.
Il motore e la trasmissione sono gli stessi della R nineT, quindi il boxer di 1.170 cc eroga in questa versione 110 cv a 7.750 giri, e una coppia massima di 116 Nm a 6.000 giri. La frizione a secco è sempre a comando idraulico e il cambio è a sei marce. La trasmissione Paralever con ruota a sbalzo muove l'ammortizzatore centrale, con escursione ruota di 140 mm.
La colorazione monolith metallizzato opaco della nuova Scrambler si ritrova anche sul serbatoio e nella calotta del faro anteriore. Altri componenti sono rivestiti in nero, come il telaio, il monobraccio, le ruote, i foderi della forcella e carter motore. Numerose superfici in alluminio dalla struttura differente creano dei contrasti tecnici con il resto. Il parafango anteriore e, nel caso che venga montata la sella monolitica, la conclusione della coda, sono verniciati in nero satinato.
Fra gli optional montati in fabbrica ci sono: cerchi a raggi incrociati, pneumatici da fuoristrada, Automatic Stability Control ASC, manopole riscaldate, indicatori di direzione LED, serbatoio in alluminio spazzolato a mano con cordone di saldatura rettificato oppure lasciato a vista, collettore di scarico cromato, sella alta e impianto antifurto. Gli accessori dedicati a questo specifico modello, che quindi si vanno ad aggiungere a quelli della nota R nineT, sono invece: sella Scrambler monoposto, contagiri, griglia protettiva per il proiettore (non omologabile), paramotore, targa portanumero laterale e parabrezza Scrambler.
Del possibile prezzo di vendita non si sa ancora quale sarà, anche se teoricamente dovrebbe essere non superiore a quello dell R nineT che costa 15.590 euro.