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Durante la pandemia il lockdown imposto fin da marzo 2020 con le conseguenti limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche e sociali hanno portato una riduzione dell'inquinamento atmosferico in molte grandi città, adesso uno studio di T&E (Transport and Environment, associazione europea no-profit attiva da 30 anni nell'ambito della salvaguardia dell'ambiente con lo scopo di promuovere una politica dei trasporti e dell'accessibilità basata sui principi dello sviluppo sostenibile) sostiene che questi risultati sono ripetibili anche in assenza di restrizioni alla mobilità, attraverso una ricerca: “Blue Sky Recovery. How to keep lockdown low levels of air pollution in European cities”.
I risultati mostrati dallo studio (che ha toccato sei città europee: Berlino, Bruxelles, Budapest, Madrid, Parigi e Londra) parlano di inquinamento atmosferico da biossido di azoto (NO2) dovuto al traffico stradale ridotto in misura variabile ma comunque sensibile: si va dal 16% di Budapest fino al 76% di Parigi.
T&E afferma che, nelle città prese a campione, i bassi livelli di inquinamento atmosferico correlati al lockdown possono essere replicati anche in assenza di restrizioni alla mobilità e alle attività, attraverso modifiche alla mobilità come l'uso di veicoli a emissioni zero, delle biciclette, dei trasporti pubblici e del telelavoro, sostenendo, per esempio, che uno switch verso il trasporto a zero emissioni compreso tra il 42% (Budapest) e il 92% (Londra) di tutti i chilometri percorsi in auto sarebbe sufficiente per replicare i livelli di NO2 osservati durante il lockdown più stretto, arrivando a concludere che con misure di questo tipo sarebbe possibile ridurre a zero le emissioni di NOx provenienti dal traffico veicolare, mentre quelle di PM2,5 verrebbero ridotte dal 22% al 66%.
Lo studio è molto specifico, lo trovate qui, e si conclude con l'affermazione che gli effetti positivi sull'inquinamento da traffico stradale derivanti dalle politiche di lockdown possono essere replicati, in tempi normali, grazie alla mobilità elettrica, all'opportuna gestione dei trasporti pubblici e del telelavoro ma anche rimarcando che non esistono livelli di inquinamento da giudicare “sicuri” e che il l'ottenimento di riduzioni degli inquinanti come descritto non può che rappresentare un passaggio intermedio verso il Zero Pollution Action Plan dell'EU.
Fonte: trasportenvironment.org
Foto di Ben Kerckx da Pixabay