Enduro. Epoca di passione

Le moto d’epoca hanno fatto breccia nel cuore degli italiani. Lo dicono i numeri - oltre 12.000 gli annunci ogni anno su Moto.it – e gli eventi dedicati. Come il Revival delle Valli Bergamasche
11 dicembre 2007
C’erano una volta le moto d’epoca, a loro erano dedicate cure tanto amorevoli da ingelosire mogli e fidanzate. Mezzi riportati agli antichi splendori, che venivano messi in moto giusto quel tanto che bastava a non fare seccare le guarnizioni e i tubi della benzina. I tempi cambiano e con essi mutano le mode e i costumi. L’Epoca ha conosciuto un vero e proprio Rinascimento culturale, che ha portato a un approccio nuovo – più dinamico – verso questo settore. Agli amanti delle “nonnine” a 2 ruote non basta più riportare in vita vecchie moto abbandonate per anni in qualche scantinato. Si ricreano anche gli eventi che le videro protagoniste, raduni e - questa è la grande novità – manifestazioni agonistiche amatoriali. Non c’è da stupirsi quindi se la mitica Milano-Taranto richiama ancora tanti appassionati disposti a stare in sella 10/12 ore pur di percorrere la penisola in sella alle loro amate, viaggiando di notte o sotto il sole cocente del meridione. Nel luglio del 2008 si correrà la rievocazione di una gara nata nel 1937 (allora si chiamava Coppa del Duce). Potere della passione. TASSELLO STAGIONATO Se ci spostiamo fuori dell’asfalto, scopriamo che alle moto d’epoca sono dedicati interi campionati nelle varie discipline (cross, enduro e trial). Altro che moto tirate a specchio da mostrare nel salotto di casa. I mezzi che partecipano a questi eventi sono tenuti in perfetta efficienza: esistono preparatori tecnici e produttori di ricambi che operano solo in questo settore, e sono nati team professionisti che partecipano ai vari trofei nazionali. Chi pensa a gare “pane e salame”, fa un grave errore. Certo, lo spirito è amichevole e nel paddock si è tutti amici. Ma, chiusi i lacci degli stivali (rigorosamente in pelle) e accese le moto (con la pedivella, che l’avviamento elettrico ha da venire), la vena si chiude. E inizia lo show. REVIVAL VALLI BERGAMASCHE Quando a scendere in campo sono piloti del calibro di Gritti o Brissoni, lo spettacolo è garantito. La scuderia Fulvio Norelli del Motoclub Bergamo anche nel 2007 ha organizzato un Valli Bergamasche Revival, giunto alla 12esima replica, suggestivo e coinvolgente. Merito del tracciato e della formidabile location, la Fara di Città Alta a Bergamo. Una festa a misura del numeroso pubblico, appassionati ed esperti ma anche semplici curiosi e famiglie, felici di poter ammirare tanti campioni e motociclette da sogno. Una gara vera e propria che ha visto i piloti fare sul serio nella prova speciale alle Cave del Gres, o in quella realizzata sul pratone di Palazzago. Al di là del risultato (a imporsi è stato, tra i team, il Vintage Racing, tra i piloti l’indimenticato Gualtiero Brissoni su Ktm), vi lasciamo al racconto di chi ha vissuto il Revival, provando emozioni che riportano la memoria indietro negli anni. Andrea Perfetti (Foto di Luigi Pasiani) E’ QUI LA FESTA? di Paolo Maria Sala Valli Bergamasche Revival. Bastano solo due parole di questa frase per mettere agitazione ai tasselli. Se poi le mettiamo tutte e tre in questo ordine, il pistone Mahle della mia Swm si mette a cantare. Canta una lunga canzone d’altri tempi, dall’eco di motori due tempi ad aria che fumano come ciminiere. Dal sabato per le operazioni preliminari, si poteva udire questa canzone alla Fara. Una canzone per augurare buon compleanno alla Scuderia Norelli: 40 anni di fuoristrada e di passione. Passione che ha portato gli organizzatori a preparare un evento memorabile. Il Presidente Massimo Sironi l’ha voluta fortemente, questa festa, per un capriccio di orgoglio bergamasco: riportare la Valli alla Fara. E così è stato: il chiostro accanto alla chiesa romanica ospitava una mostra statica di pezzi pregiati: dal Ktm 50 dalla collezione Farioli, all’unico Hercules 100 gs del 1961 alla Mz 370 del 1973, Passando per Gilera, Guzzi, Morini, Matchless, Greeves. Fuori, sulla spianata, il parco chiuso da ammirare e assaporare con calma, senza fretta. Riempirsi bene gli occhi perché dopo la festa queste meraviglie ritornano alle collezioni private. I tedeschi sono calati in gran numero per partecipare a questo evento, così come qualche Francese, qualche Belga e qualche Olandese. Sono state ricreate le squadre di allora: lo squadrone Zundapp (Hieronimus, Neumann, la moto di Hau, la moto di Kreutz), la squadra Gilera ricreata da quel folletto di Cisko Gavazzi che ha fornito le moto a Mauro Miele, Bernardino Gualdi, Cisko stesso, Gagni; la squadra Mz con le moto portate da Jens Mueller; la squadra Swm con Mauro Sironi e Rottigni e poi qualche cane sciolto che ha fatto grandi numeri: Brinkmann con la sua Hercules 75 dell’Isola di Man, Ferretti con la AMR, Scheck con la Bmw 850 bicilindrica, Alessandro Gritti che ha portato qui la la Puch 125 vincitrice dell’edizione 1972. Ma noi, giovani leoni di fine anni settanta abbiamo sbavato per lui: Gino Perego sulla sua Sachs 50. Quella vera, quella che ha dato il via alle Perego replica, oggi ricercatissime dai collezionisti. Alle dieci di mattina della domenica Massimo Sironi ha dato lo start simbolico a Lucio Arosio che ha portato a sfilare sulla passatoia gialla la moto che fu di suo padre. Il pubblico assiepato ha applaudito a lungo e fortemente di gioia. Una scena mai vista, nemmeno ai mondiali di calcio, un applauso da strappare i peli dalle braccia. Una partenza simbolica poi è stata riportata dentro al parco chiuso, quella moto, ad aspettare che tutti gli altri ritornassero dalla scampagnata. La gita fuori porta è stata alla bergamasca: brontolona e noiosa all’inizio per poi essere scatenata e tecnica sulle colline sotto tra Brembate e Pontida. Da godere senza limiti i sentieri stretti in picchiata tra le farnie, in costa scoscesa, tra le pietre del greto di un ruscello. Per arrivare alla speciale tracciata da esperti della Regolarita: c’era tutto in quei tre minuti, tornanti, discese, sentieri, curve in contropendenza, bob in salita tratti, velocissimi e di colpo curva secca da attaccarsi ai freni. Si quelli a tamburo che non frenano nemmeno a smerigliarli. Per il pubblico è stata la festa dello stile di guida: chi è stato campione allora non deve dimostrare nulla. Si vede da lontano chi guida e chi si fa portare dalla moto. Loro, i Piloti, hanno i capelli bianchi e il timore di cadere e sbriciolarsi, ma il tempo che staccano in speciale fa invidia ai giovani sulle moto moderne. Il rientro alla Fara si è svolto tra ali di folla che è accorsa per assistere alle ultime battute della festa. Che si è conclusa alle premiazioni con un lungo applauso a Massimo Sironi, presidente della Scuderia Norelli e al centinaio di volontari mobilitati per sostenere con il loro impegno queste due giornate. La classifica assoluta rispecchia quello che si è visto in speciale: nell’ordine Brissoni, Gritti, Ferretti, Zanetti, Murer, Gino Perego e via via tutti gli altri. E che nomi gli altri! Dopo il successo di questa edizione della Valli Bergamasche revival, c’è da scommettere che per il prossimo anno qualcosa già bolle in pentola. Anzi, sento già il profumino...
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