Enduro in Lunigiana, tra intolleranze e falsi allarmi [L'INCHIESTA]

Enduro in Lunigiana, tra intolleranze e falsi allarmi [L'INCHIESTA]
Un articolo dal tono allarmistico, apparso su La Nazione, dipinge una realtà fatta di enduristi indisciplinati e popolazione locale esasperata. E’ proprio così? Ne parliamo con l’organizzatore della Cavalcata, con un operatore turistico che porta in giro ciclisti e camminatori, con il delegato provinciale della FMI
31 marzo 2022

Compare su La Nazione di oggi, 31 marzo, un articolo allarmistico:

“L’aumentata presenza di moto da enduro e di jeep nei boschi di Fosdinovo - si legge - mette in allarme gli abitanti delle frazioni. La circolazione con mezzi a motore sulle strade da esbosco, piste e sentieri è vietata dalle norme nazionali e dalla Legge Regionale, ma moto e auto percorrono le strade dei taglialegna e persino i sentieri ripristinati e tabellati dal Cai con un’opera di manutenzione di notevole impegno da parte del Comune di Fosdinovo e dei volontari.

E’ una situazione - prosegue la Nazione - che scatena proteste e spesso discussioni animate fra residenti e motociclisti. La Lunigiana sta diventando una meta turistica di grande interesse per gli amanti delle escursioni in montagna, degli appassionati di gite a cavallo, in bicicletta. Sono attività in continua crescita, rispettose della natura, mentre i motori hanno un grave impatto sull’ambiente. Tutti chiedono un aumento dei controlli sul territorio”.

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L’organizzatore della Cavalcata: c’è chi vuole lo scontro

Gianni Belloni, organizzatore della Cavalcata di domenica prossima 3 aprile intorno ad Aulla, mette a fuoco qualche dettaglio.

“Intanto - premette - uno dei sentieri che viene citato nell’articolo del giornale l’abbiamo pulito e messo in sicurezza noi motociclisti, non altri. E poi a Fosdinovo, domenica scorsa, non c’è stato alcun assembramento di moto: tanti erano a pulire i boschi con me per l’evento di domenica, altri erano ad Albenga per una gara... Saranno passate tre o quattro moto, in zona Fosdinovo, e sfido chiunque a trovarne le tracce: il terreno era secco come cemento. Il punto è che noi cerchiamo il dialogo e la convivenza, altri invece combattono, muro contro muro”.

Tutti gli anni, in occasione della Cavalcata, c’è sempre qualcuno che alza la voce e organizza proteste popolari più o meno reali. Inoltre sui social compare di tutto e questo non serve al dialogo e alla ricerca delle soluzioni nell’interesse generale. E i progetti per fortuna non mancano.

L’operatore turistico: il dialogo è possibile

Una voce sopra le parti. Pierangelo Caponi è presidente di Sigeric, che con basi a Filattiera e Pontremoli offre servizi per il turismo in Lunigiana e anche oltre: escursioni a piedi e in bicicletta, visite guidate, itinerari per ogni gusto. E’ molto dialogante: bisogna progettare per tempo le manifestazioni, convivere con le diverse esigenze, sviluppare l’offerta turistica locale.

”La situazione è un po’ difficile - ci dice - ma gli enti pubblici sono collaborativi. Nei giorni scorsi ho partecipato a una riunione interlocutoria convocata dall’Unione dei Comuni, rappresentata dal sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti, e con i rappresentanti dei MC della Lunigiana. Gli enti pubblici fanno fatica a prendere posizione, purtroppo demandano, ciascuno chiuso nelle sue convinzioni. Il tema è difficile e controverso, e poi la normativa non viene in aiuto: la famosa legge 49 di Regione Toscana non è per niente chiara, solo in poche situazioni le strade sono identificabili. Qui in Lunigiana ci sono strade che non esistono nemmeno in cartografia, alla fine è difficile sapere chi può fare cosa e quando. Aggiungo che la nuova direttiva ministeriale di inizio anno teoricamente impone gravi limitazioni anche alle mountain bike sui sentieri. Insomma, è un casino”.

Caponi non è l’ultimo arrivato: ingegnere, è anche consulente per il Parco Nazionale Tosco Emiliano.

“E posso confermare che succede la stessa cosa anche nel reggiano, nella zona di Castelnuovo Monti, o anche in Garfagnana. Si fa fatica a inquadrare la situazione oggettivamente, ma occorre farlo: c’è chi si riunisce e cerca il dialogo e c’è chi invece risponde con articoli e azioni di forza”.

Il delegato della FMI: progetto comune

Giuseppe Pizzanelli è il delegato della FMI per la provincia di Massa Carrara. Anche lui guarda avanti e cerca il dialogo.

“Aiuto i ragazzi della Cavalcata di Aulla, che porta tre o quattrocento motociclisti in Lunigiana ed è da tanti anni una bella operazione sul territorio. Forse a Fosdinovo c’è poca rete di sentieri, qui in alta Lunigiana invece c’è molto abbandono e si potrebbe fare un bel lavoro con la collaborazione degli enti. Per le bici hanno messo i cartelli indicando i sentieri, con le moto non è il modo adatto: dovresti riempire i boschi di cartelli, e poi verrebbe gente da fuori che si butta sul percorso pensando di poter fare quello che vuole”.

“Purtroppo c’è anche chi che se ne frega e copre le targhe…. Invece ci vuole l’attenzione di chi conosce il territorio. Insomma, i cartelli non bastano, io penso che sia opportuno avere delle guide. E’ una materia delicata, ma può portare del bene al territorio, mantenere i sentieri, dividere gli itinerari di valore turistico, ambientale e paesaggistico dagli altri, quelli perfetti per le moto e non frequentati dai camminatori”.

“Occorre un progetto, un vero sistema: portiamo le moto in Lunigiana, definiamo i tracciati, i motociclisti paghino 10 euro a testa per poi sistemare e ripulire il territorio con regolarità. Anche le moto verrebbero viste in un modo diverso, ne sono sicuro: opero anche nella protezione civile nazionale, gruppo moto, dopo il corso a Roma. Con la moto se devi andare a cercare qualcuno ci arrivi in fretta, con la jeep diventi matto…”.

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