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La guerra è sempre un argomento molto delicato. Lo è, se possibile, ancor di più quando è in corso. Non sta di certo ad una testata come la nostra rendicontarvi su quanto sta avvenendo in Ucraina, ma alcuni video apparsi online e un articolo recentemente pubblicato su La Repubblica hanno destato la nostra curiosità e, immaginiamo, possa fare altrettanto con la vostra. Ciò che si vede in questi video sono soldati russi incursori che cercano di bucare la difesa ucraina e lo fanno con moto da enduro - generalmente giapponesi benché questo non sia un aspetto molto rilevante - ma anche con qualsiasi mezzo leggero sia a loro disposizione. Si vedono persino dei "Caddy" delle vetturette da golf carrozzate e dei quad per non parlare di un classico intramontabile che più russo non si può: il sidecar Ural. Benché, come già riportato, all'inizio del conflitto Ural abbia dovuto spostare la produzione al di fuori della Russia e spostarsi in Kazakistan. Alcuni mezzi sono talmente cammuffati per fuggire ai droni da sembrare talvolta usciti da un remake ruteno di Mad Max o a gabbiotti con le ruote.
Il primo interrogativo sollevato dalla presenza di questi "combat bikers" russi è se si tratti più di scelte tattiche o di mera necessità. Secondo la propaganda ucraina - com'è ovvio che sia - si tratterebbe di un evidente segnale della disperazione russa: non disponendo di mezzi corazzati moderni, gli uomini preferiscono affidarsi alle moto per cercare di sfuggire ai droni e all’artiglieria. Kiev ha diffuso diversi video in cui le pattuglie motorizzate vengono abbattute: in particolare durante uno scontro di metà aprile, alle porte di Chasiv Yar, ben otto enduro finiscono in fiamme. I filmati sono accompagnati da commenti sarcastici: “Li abbiamo severamente multati per eccesso di velocità prima che tagliassero il traguardo…”.
Non tutti però sono d'accordo con questa visione - com'è ovvio che sia. Alcuni analisti suggeriscono che l’idea sia stata copiata dai jihadisti del Sahel: sciami di moto che si riuniscono nel deserto per attaccare, spesso con un secondo guerrigliero sulla sella che impugna un lanciarazzi Rpg o una mitragliatrice. Poi dopo avere colpito si disperdono a tutto gas, ognuno in una direzione diversa, rendendo difficile la reazione dei difensori: nel Mali queste bande legate all’Isis riuscivano a sottrarsi alla caccia degli elicotteri Gazelle francesi e dei droni Reaper statunitensi. Potrebbe non essere un caso che da più di un anno a combatterli in Africa ci siano i mercenari della Wagner, i quali forse hanno tratto ispirazione per consigliare i commilitoni impegnati in Ucraina.
Delle tattiche simili erano state sperimentate in realtà anche dagli eserciti della Nato già alla fine degli anni Ottanta. Alcune squadre esplorative andavano in avanscoperta su mezzi leggeri, specialmente moto, prima di far muovere le unità corazzate. Soprattutto l’esercito italiano e quello francese avevano distribuito lotti di Cagiva T4 e Ala Rossa. L'esercito russo invece si trova ora a dover cercare un modo per superare estese pianure come quelle del Donbass che non offrono molti ripari. Le moto sono veloci e agili e sono forse l'unico mezzo di terra che riesce a beffare i droni. Come invece avveniva un tempo, sui sidecar vengono montate mitragliatrici e lanciarazzi anticarro oppure al posto del carrozzino viene montato un bancale di legno per trasportare scorte e munizioni oppure per riportare indietro i feriti.
L'efficienza delle enduro sono state apertamente lodate dai soldati del battaglione Zarya della 123ma brigata. I soldati separatisti le hanno usate al posto dei blindati a sei ruote che pesano quattordici tonnellate: "Sono più veloci e molto più difficili da scoprire, i cannoni non fanno in tempo a prenderle di mira". In questa ricerca di rapidità e leggerezza come speranza di sopravvivenza può sembrare più strano ma in prima linea si notano sempre più spesso le piccole vetture da golf e quad che anzoché spostarsi sul green tra una buca e l'altra ora passano da una battaglia all'altra. Sono tutti di produzione cinese, fanno gli ottanta chilometri l'ora e possono trasportare cinque fucilieri o cinquecento chili di materiali e varcare le zone allagate. Lo scorso autunno la Shandong ha venduto almeno 2.500 minuscoli fuoristrada Aodes Desertcross 1000-3, mostrati personalmente a Putin dall’allora ministro Shoigu e dal generalissimo Gerasimov. Vanno a ottanta chilometri l’ora, possono trasportare cinque fucilieri o cinquecento chili di materiali e varcano pure le zone allagate.
Moto e kart da golf si lanciano contro lo sbarramento dell'artiglieria e dei droni secondo quello che potrebbe apparire come un'operazione suicida, ma non è così. A coprirli c'è anche un bombardamento dal cielo: i Sukhoi russi fanno piovere una decina di ordigni plananti da mezza tonnellata che devastano i nuclei di difesa e stordiscono i presidi. Poi, nel fumo degli incendi, i biker irrompono e cercano di coprire l'avanzata di altre squadre o danno indicazioni per i tiri dell'artiglieria. Le perdite, stando a quanto trapela, sono di gran lunga inferiori rispetto alle offensive condotte con i cingolati che non sfuggono alla sorveglianza dei velivoli telecomandati e attirano il fuoco delle batterie.
Un filmato ripreso a Rabotino nella zona di Zaporizhzhia (e che vi riproponiamo qui sotto) mostra due parà del settantesimo reggimento in sella a una moto. Corrono a zig zag verso le rovine dove sono asserragliati i fanti di Kiev. Una serie di colpi di mortaio blocca il mezzo e loro percorrono gli ultimi cento metri a piedi. Poi uno dei guastatori fa saltare in aria una posizione ucraina e si nasconde in una buca. In attesa, come nei western, che arrivi la cavalleria a dargli manforte.