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Epoca
Il raduno di Garbagnate Monastero
Azzurro. Azzurro è il cielo estivo solcato da soffici cumulo-nembi.
Si parte da mia moglie che carica l'auto e si trasferisce in riviera con i bambini. Saluto con fazzoletto e, appena girano l'angolo, Evvai! Quando la moglie è in vacanza inizia la danza!
Metto il casco e faccio appena in tempo ad accodarmi agli amici che, in sella alle vecchie Gilera, si avviano al raduno a Garbagnate Monastero.
Il gruppetto sale le erte brianzole allegramente fino alla grippata annunciata dell'unica due tempi straniera del gruppo.
Ci fermiamo a trafficare, altri gruppi passano in sella a moto d'epoca di tutte le marche, vecchie di almeno 30 anni. Molte hanno più anni dei loro proprietari.
I Falconi dei Carabinieri scortano le vecchie glorie a motore
Capita di grippare anche. Il motore raffredda e si riparte. Arriviamo allo spiazzo del raduno, non sono ancora le nove di mattina di una domenica d'estate e già brulica di moto. Vecchie le moto, d'annata i proprietari. Sono abituati a svegliarsi presto.
Cromature filettate, alluminio lucidato, filetti oro o bianchi per dare risalto alle forme della lamiera stampata; pum pum nelle marmitte libere, cerchi rosso smalto, baffi a manubrio ed occhialoni, caschi di cuoio e guanti scamosciati.
Si parte. Il serpentone si dimena lungo le strade secondarie dei colli brianzoli. Agli stop con le statali si piazzano i Militi della Benemerita sui Falconi e fermano il traffico domenicale dei gitanti fuori porta.
I piloti insistono sul gas, le patenti dichiarano molti più anni di quanti se ne abbiano dentro. Gli anni in sella non passano, o meglio, non pesano e volano leggeri senza lasciare segni, le avventure riempiono il cesto dell'esperienza, dal quale i più giovani attingono trucchi e consigli. Il pranzo a mezzodì, seduti davanti ad un buon bianco fresco, è la fine conviviale della smotazzata d'epoca.
Tempi moderni
Certe notti la strada non conta. Incontri nella Bassa
Il moderno passa sul web o via sms. L'appuntamento è per martedì sera al km 298. Un pub, un braciere e un titolo: Salsicciata in sella.
Alle otto cominciano ad arrivare. Il pub si anima, le casse vengono portate fuori e la musica rock accompagna le prime bevute di birra. Verso le nove arrivano i fuoristradisti, dopo il giro lungo gli argini si rinfrescano e si nutrono di salamella. Da quell'ora in poi arrivano i variopinti personaggi della bassa; sulla tangenziale di fronte al pub i pistaioli danno l'ultimo giro di gas, che sembra di essere ad Assen, mentre le Harley rallentano a gas chiuso e botti in rilascio.
Tute di pelle, stivaletti e saponette, pettorine sporche di fango, espadrillas e bermuda, giubbotti neri, borchie e tatuaggi, muscoli agricoli cotti dal sole della mietitura, volti da bassa padana e ragazze in jeans, minigonna, scollatura che ti aspira lo sguardo.
Slick e tassello, chopper cromati e custom estremo. Fondamentale è l'arrivo e il parcheggio, devi trovare un trick perché la gente si volti a guardarti mentre dai l'ultimo colpo di gas e fai retro per mettere la moto in modo che sia guardata.
Alle undici non c'è più posto nemmeno per un Mosquito. Dovunque sei, ti raggiunge il rock, heavy metal e poi, a sorpresa, in sequenza Sweet home Alabama, Satisfaction e Cocaine.
Qualcuno accenna mosse da air guitar, qualcuno preme il rosso start e canta il motore in una nuvola di fumo tossico da burn out. Le gomme vanno giù come la birra.
Bikers. Nemmeno un metro e gomma consumata come se avesse fatto 3.000 km.
Poi le luci dell'autostrada e il rientro in piena notte. La casa è deserta, nessuno che aspetta col mattarello in mano.
Azzurro, il cielo è troppo azzurro.
Paolo Sala