Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
E’ uscito per provare la moto da enduro, una KTM 300, ma non è più tornato. Per Massimo Storai, ingegnere livornese di 60 anni, doveva essere un giretto tranquillo, in solitaria, che sarebbe durato giusto il tempo necessario a capire le nuove sospensioni e il comportamento della sua moto. Ma qualcosa è accaduto mentre si trovava nei pressi di una cava, nella zona della Valle Bedetta.
Quando i familiari, dopo qualche decina di minuti, non lo hanno visto tornare, hanno subito lanciato l’allarme. Sapevano che Massimo era esperto (tanto da essersi guadagnato il soprannome de “il campione”), che non avrebbe mai contravvenuto alla regola che l’enduro si fa sempre in gruppo e che, quindi, poteva essere successo qualcosa. Hanno chiesto agli amici motociclisti con cui era solito uscire in offroad se sapessero qualcosa e loro si sono subito messi a cercare nei luoghi e nei boschi che generalmente frequentavano.
Nel frattempo, anche le forze dell’ordine ed i Vigili del Fuoco avevano avviato le ricerche e sono stati proprio questi ultimi a fare la tragica scoperta. Hanno prima notato la moto, su una stradina che costeggiava un burrone e hanno concentrato lì le loro ricerche. Il corpo di Massimo era poco più in basso, ormai senza vita.
Sarà l’esame autoptico disposto dalla procura della Repubblica, ora, a stabilire se la morte sia stata conseguenza di una caduta o se, più verosimilmente, l’ingegnere livornese ha accusato un malore che gli è stato fatale.
Senza parole gli amici del gruppo Enduristi Toscani, che hanno ricordato con tanti messaggi, sui social e non solo, l'appassionato Massimo, definendolo un motociclista di grandissima esperienza e sempre prodigo di consigli per tutti.