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Mi è capitato spesso negli ultimi mesi di avere a che fare con l'Argentina o i suoi abitanti. Una cosa casuale, di quelle che però ti fa pensare a un disegno divino più che ad una serie di circostanze. Una riflessione del genere deve avere sfiorato pure Iannone, per aspetti decisamente più piacevoli.
Quando mi succedono cose come queste, io mi interrogo: cioè, qual è il senso di, per esempio, incapricciarsi fino alla pornografia per una moto da noi mai importata (SMX 400 Rally), ma costruita a Cordoba con il marchio Gilera? Saranno probabilmente quelle irriducibili ossessioni che a tratti delimitano il percorso della nostra vita di appassionati, ma di certo sto vivendo un periodo “argentino” come in passato vissi, tra gli altri, un periodo “inglese”, quello “dei morti” (leggere e interessarsi solo di autori morti/libri sui morti/libri su moto mai nate... cose allegre così), o quello “solo anni '80”.
Credo di avere alcuni parenti in Argentina, forse emigrati nel secondo dopoguerra; tutti probabilmente abbiamo qualche lontana radice nella terra del tango: fin dalla metà del 1800, la massiccia emigrazione dei nostri connazionali verso il Paese sudamericano li ha resi talmente numerosi da essere presenti in tutti gli spazi e in tutti i ceti sociali, fino a far pensare che quasi tutto in Argentina fosse collegato agli italiani in modo quasi indistinto, naturale e, diciamocelo senza infingimenti, molto nostalgico.
In effetti, per chi approdava nel 1950 al porto di Buenos Aires con coraggio e voglia di fare, il Paese dell’America Latina era come una sorta di eldorado e in passato non hanno fatto eccezione alcune tra le nostre Case motociclistiche più rappresentative: Gilera già dal 1953, ma anche Sertum e Rumi vi stabilirono una filiale produttiva o rapporti commerciali con esiti alterni (ci tentò, con le moto, anche Maserati), sopratutto perché il clima politico fu destabilizzato dalla deposizione del generale Perón. La filiale Gilera d’oltremare, con sede a Cordoba, è comunque ancora attiva con una gamma di modelli tagliati sulla misura del mercato sudamericano, e il triste epilogo del giovane Ferruccio Gilera, in predicato di guidare la filiale ma scomparso nel 1956 a causa di una malattia tropicale proprio in Argentina, è soltanto un triste ricordo. Ecco, vedete? Stavo giusto per ricadere nel mio “periodo dei morti”.
Poi mi imbatto nel profilo Facebook di EXPO MOTO ART, quasi per caso, imbeccato da amici latinoamericani. Noi a volte snobbiamo il sudamerica, motociclisticamente parlando, e facciamo peccato. In Argentina la passione per la moto è viva e pulsante, e una delle più cristalline manifestazioni di passione motociclistica è sempre quella che sfocia nella celebrazione della storia della motocicletta e alla valorizzazione del patrimonio motoristico: vengo a sapere che tra il 27 aprile e il primo maggio a San Isidro si terrà la prima edizione dell'Expo Moto Art, una mostra di moto d’epoca e di opere d’arte legate al mondo dei motori sviluppata dalla Fondazione Lory Barra ed organizzata dalla AAMAC (Argentina Associazione Moto Antique e Classic), che vedrà l’esposizione di oltre 100 moto d'epoca costruite tra il il 1910 e la fine del 1970; non mancheranno, a far compagnia, a pezzi unici come una Moto Guzzi Dondolino, alcuni mezzi degli anni ‘80, come per esempio una Bimota KB1 ancora in rodaggio (!), oltre alla presenza di personalità del motociclismo argentino tra i quali Benedetto "Chiche" Caldarella e Juan Carlos Salatino, e delle mostre fotografiche di Sofia Mishukix e Henry von Wartenberg; Claudia Rizzoli ed Emilio Cabanas esporranno inoltre le loro opere a tema motoristico.
Ma è così che ti rovini il karma: ti prende il “periodo argentino” e inizi a scavare in una cultura alla quale magari non hai sempre dato la giusta rilevanza, trovandoci di tutto, in primo luogo un covo di appassionati di Vincent/HRD da fare impallidire le aste di Bonhams, e a seguire quella ossessione nostalgica di sapere, motociclette importantissime e rare a migliaia di chilometri di distanza, magari moto che hanno visto la luce qui in Italia e emigrate pure loro in cerca di fortuna chissà quanti anni fa: chissà chi le ha ordinate, a chi appartengono adesso, se vengono usate.
Ho scoperto anche che in Ottobre, sempre a San Isidro, si tiene Autoclasica, una manifestazione auto/moto di quattro giorni degna della migliore tradizione europea in tema di esposizione di mezzi d’epoca, e completata da un concorso d’eleganza inorgoglito da una folta partecipazione internazionale.
È in piena organizzazione anche il primo salone della moto argentino, in un mercato da circa 600.000 moto e scooter/anno, anche questo ad ottobre 2018.
Sono in pieno periodo argentino, scusate, non posso farci niente. Ognuno di noi ha le sue ossessioni motociclistiche: sono convinto che pure voi avete le vostre, non giudicatemi, e date un’occhiata alla gallery per rifarvi gli occhi.