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Mario Agrati si era appena laureato, il più giovane laureato italiano in economia e commercio, e il padre lo spedì sei mesi a San Francisco nella filiale dell'azienda di famiglia. Agrati Garelli.
E lui tornò con un sacco di entusiasmo, negli USA c'era la richiesta di motorini funky, ma padre e zio lo stopparono: niente da fare, qui si procede sui prodotti in larga serie. Allora lui fondò la Fantic Motor con sede a Barzago, in Brianza, insieme a Henry Keppel che della Garelli era il responsabile delle vendite estere.
Anno 1967, e nel maggio 1968 usciva dalla catena il primo mini bike 50 a ruote basse che ebbe un bel successo. Al salone di Milano del novembre 1969 la svolta: fu presentato il Caballero 50. Un piccolo scrambler con telaio Verlicchi e motore Minarelli, la mano di Giulio Maffessoli dietro linee bizzarre e colorate.
Che poi negli anni il Caballero sarebbe diventato un mito, da 50 a 100 e poi125 e poi Regolarità e alla fine anche Competizione, e sarebbe arrivato così in alto da vincere la Sei Giorni all'isola d'Elba del 1981 con Brissoni e Signorelli. Pensavano di farne 500 pezzi, del Caballero, e ne hanno costruiti diecimila.
Per noi ventenni di allora, poco più giovani di Mario Agrati, neo-collaboratori e tester di Motociclismo e già proiettati verso le "motopesanti", la Fantic Motor dei primi anni era semplicemente un giocattolo da ragazzini. Ma non eravamo superficiali, mica ci sbagliavamo di tanto perché era proprio quel che avevano i mente i due fondatori: creare piccole moto per i giovanissimi motociclisti e con lo spirito adeguato ai tempi, via le ragnatele, spazio alla creatività, alla voglia di divertirsi e alla libertà. Il messaggio fu recepito benissimo.
Il Caballero 50 lo provai per la rivista, bello, ben fatto, superiore alla già forte concorrenza. Il 125 trial mi conquistò del tutto. Apparve nel 1977 e il trial in quegli anni era un fenomeno che qui da noi stava esplodendo.
Tanti avevano una moto da trial, quasi tutti i piloti della velocità ne avevano una, per divertirsi e allenarsi. I fratelli Brambilla e i Bonera a Monza, a Modena Walter Villa e Claudio Lusuardi; si faceva più che trial motoalpinismo, e si organizzavano garette alla buona tra noi in sella alle 250 spagnole Montesa e Bultaco, poche Ossa.
Arrivò il Trial 125 della Fantic Motor e pesava niente, le spagnole invecchiarono di colpo, fu un grande successo. E siccome nel DNA della casa di Barzago c'erano le corse, quella moto sarebbe diventata negli anni sempre più grande (e anche più piccola, la 50 era bellissima) e alla fine avrebbe vinto tre volte il titolo mondiale con Michaud: 85, 86 e 88.
Poi le cose sono andate male, il mercato si è contratto, i divieti hanno soffocato l'off road e nel '95 la Fantic Motor di Agrati e Keppel ha chiuso i battenti. Brutto momento.
Ma poi è resuscitata. Grazie a Federico Fregnan, che a quattordici anni vinceva nell'enduro triveneto con una Fantic e ha voluto rilevare il marchio nel 2003, grazie infine a Mariano Roman che con i suoi finanziatori ha fatto ripartire la produzione dopo l'operazione di acquisto del 2014. Nell'azienda che dalla Brianza è emigrata in Veneto lavorano tanti amici super appassionati, molti di provenienza Aprilia, qualcuno come Roman addirittura dalla Laverda. Alle moto Fantic hanno affiancato splendide e-bike perché il futuro è anche lì. Con affetto auguriamo a tutti loro buon lavoro.