Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Dopo avervi mostrato dal vivo il Salone della Feria de las 2 ruedas di Medellin attraverso il nostro live, passiamo ad un racconto più articolato, perché vogliamo raccontarvi la realtà motociclistica di un paese molto lontano dal nostro, vittima di stereotipi e di un'immagine da cui fatica a staccarsi nonostante sforzi importanti. Eccovi il primo articolo di una serie con cui vi racconteremo il salone, ma anche il motociclismo colombiano e la realtà di tante imprese italiane che in Colombia lavorano ed esportano. Seguiteci!
Arriviamo in Colombia a notte fonda, il nostro aereo è atterrato a 2400 metri di altitudine e Medellin si trova 1900 metri più in basso e a 40 chilometri di distanza; pochi minuti dopo siamo già in taxi sulla strada più breve che unisce l'aeroporto J.M.C. al centro città dove prima una, poi due, tre, dieci, venti motociclette di ogni genere risalgono in piena notte le curve dall'asfalto pressoché perfetto, sfidano il silenzio pennellando disinvoltamente i tornanti: un gran bell'inizio.
Quelle motociclette che spezzavano le traiettorie dei tornanti sulle Ande ci hanno dato il benvenuto alla Feria de las 2 Ruedas, la principale esposizione motociclistica del Sud America e luogo di incontro di produttori di moto e accessori provenienti da più di trenta nazioni. I numeri parlano di 460 espositori, alcuni dei maggiori costruttori mondiali rappresentati dai loro importatori (Ducati, BMW, Suzuki, Honda, Royal Enfield, AKT-TVS, Harley - Davidson) e circa 60.000 visitatori divisi quasi equamente tra operatori e pubblico ad affollare i circa 15000 metri quadrati complessivi dell'esposizione e dell'aera esterna nella quale sono stati organizzati concerti, spettacoli di free-style, stunt ed Enduro Cross che hanno infiammato le migliaia di persone presenti sugli spalti.
Due, delle quattro, le giornate rivolte esclusivamente agli operatori anche se il venerdì pomeriggio gli organizzatori non hanno saputo resistere alla grande richiesta del pubblico aprendo i cancelli ai tantissimi appassionati che affollavano molto civilmente Plaza Mayor con le loro motociclette (una cosa veramente impressionante, sia per l'ordine che per la quantità di persone che attendevano di entrare al salone).
Le dimensioni del parco motociclistico colombiano e le sue peculiarità parlano chiaro: ci troviamo di fronte ad un mercato che fa del commuting e della cilindrata contenuta la sua cifra distintiva, anche se non manca una nutrita presenza di motociclette oltre i 500 cc, che qui in Colombia rappresenta la soglia a partire dalla quale le moto sono “maxi”, e che stanno costantemente crescendo in percentuale sul parco circolante.
Ovvio quindi che la decima edizione della Feria de las Dos Ruedas, per inciso gestita a nostro avviso in grande stile e con interessanti scenari di sviluppo futuri, abbia parlato sia agli appassionati in cerca della moto di grandi prestazioni e iconica che a quelli interessati a motociclette più legate ai trasferimenti quotidiani e dai costi di gestione più contenuti e abbia dato spazio alla mobilità di tutti i giorni, meglio ancora se sostenibile e sicura, con appuntamenti a tema interni alla Feria2Ruedas che hanno mostrato il grande impegno dell'amministrazione di Medellin e del Governo colombiano verso la ricerca di soluzioni tese alla riduzione del traffico stradale e dell'inquinamento.
Impegno davvero multiforme:da una parte attraverso la creazione di piste ciclabili servite da bike-sharing e imponendo la circolazione a targhe alterne a fasce orarie (il cosiddetto “Pico y Placa”), dall'altra attraverso un'attività sanzionatoria delle infrazioni stradali che sembra abbia spinto i colombiani a maggiore attenzione e minore uso dei mezzi privati. Tutto questo però non sta impedendo al parco circolante motociclistico della nazione sudamericana di crescere, sia perché l'apprezzamento del dollaro rende le automobili sempre più una chimera per chi ha un reddito medio di 300 dollari al mese, sia perché è quasi necessario dotarsi di due motociclette con targhe scelte in modo da potere circolare in qualsiasi ora. Per inciso, lo stesso sistema di Pico y Placa in Ecuador, dove le targhe non possono essere scelte dal proprietario del mezzo, sta causando notevolissimi disagi nella popolazione e grandi malumori.
Secondo il Ministero del Commercio, Industria e Turismo colombiano, nel 2014 sono stati fabbricati 662.636 motocicli e 687.685 ne sono stati venduti all'interno dei confini nazionali. E' un contesto di continua evoluzione e crescita, al pari dell'economia colombiana che è cresciuta nel 2014 del 4,8% e “solo” del 3,5% nel 2015, rallentata dalla diminuzione del prezzo del petrolio.
Il parco circolante motociclistico colombiano è per l'84% sotto i 200 cc e per il 94% viene assemblato in territorio nazionale, tuttavia le moto oltre i 500 cc rappresentano una delle aree di maggiore sviluppo del mercato motociclistico colombiano che sta orientandosi verso una cilindrata media di circa 300 cc.
Parlando di novità, nei cinque grandi padiglioni della Feria2Ruedas sono state lanciate alcune moto molto attese dagli appassionati sudamericani e che difficilmente vedremo alle nostre latitudini, tuttavia alcune di queste potrebbero interessare anche il biker europeo meno incline ai pregiudizi:
La Honda ha presentato in un bagno di folla la CB 190 R, monocilindrica raffreddata ad aria dal look sportivo e la nuova Twister 250, per entrambe consumi dichiarati vicini ai 50 km/l. Cerimonia seguitissima, anche perché era sabato e il salone aveva già aperto le sue porte al pubblico.
Suzuki ha lanciato in anteprima per il mercato sudamericano la SV 650A e aggiunto la carenatura alla già conosciuta Gixxer 150 che diventa così la Gixxer 150 SF, in una presentazione dove ha posto l'accento sulla sportività del nuovo modello.
All'interno dello stand BMW, dove erano presenti S 1000 XR, F 700 GS, G 650 GS e F 800 R, è stata svelata la nostra vecchia conoscenza G 310 R che rappresenta una novità assoluta per il mercato latinoamericano e sulla quale la Casa tedesca ripone grandi speranze, ma la parte del leone alla Feria2Ruedas era interpretata dallo stand AKT – TVS, situato proprio all'ingresso dell'area espositiva e indiscutibilmente quello più frequentato e secondo per dimensioni solo a quello Harley Davidson. AKT è l'assemblatrice colombiana dell'indiana TVS e quindi giocava in casa, proponendo, oltre alle conosciute moto utilitarie di 110, 125, 150 e 180 cc, le nuove TTR 180 e 125 entrofuoristrada e la già in listino TT250 Adventour in una veste da rally tourer che secondo noi potrebbe fare gola anche ai motociclisti europei in cerca di un'intrigante enduro stradale, dai bassi consumi e poco impegnativa: per quest'ultima versione, 25 cavalli, alimentazione a carburatore e raffreddamento a liquido, oltre al bauletto posteriore e alle protezioni tubolari di serie.
Molto grande e curato lo stand Harley-Davidson, che in Colombia vanta un grande seguito: oltre alla pregevole collezione d'epoca faceva mostra su un piedistallo una Electra Glide Ultra Classic e una rappresentanza di tutto il catalogo della Casa americana.
Questo per raccontare a grandi linee le importanti presenze di alcune grandi Case, ma alla F2R esponevano anche molti altri marchi asiatici meno conosciuti che se invece vai poi a scavare trovi essere frutto di aziende gigantesche e molto strutturate: a noi sono particolarmente piaciuti i cinesi dalla Aima che realizzano scooter elettrici e quelli della Zontes che propongono i soliti monocilindrici da 250 cc ma con un stile più europeo e un curioso look da cyborg.
Anche nel caso della riuscita Feria2Ruedas, come in quello di altri saloni della moto, quattro giorni di permanenza rischiano di non saziare: noi abbiamo lasciato Medellin con un senso di meraviglia dovuto alla scoperta di un universo di moto e motociclisti veraci e spontanei oltre che a quella fantastica strada che unisce il centro città all'aeroporto; sono le tre del pomeriggio, centinaia di motociclisti sembrano scortarci fino ai 2400 metri di altitudine, alcuni vanno proprio forte, altri si godono il panorama sulla valle, ci viene voglia di scendere dal taxi e fare amicizia: “por favor, dejar el coche”.