Fermo o confisca? Niente più deposito

Fermo o confisca? Niente più deposito
Cambia la procedura per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo, confisca o sequestro: moto e scooter non saranno più portati in deposito, ma affidati in custodia direttamente al proprietario
23 novembre 2018

Importante novità per i veicoli a due ruote sottoposti a provvedimento di fermo amministrativo, confisca o sequestro: un emendamento al Decreto Sicurezza in discussione in Parlamento, infatti, prescrive che invece di portarli in deposito, e quindi privarne il proprietario, sarà quest’ultimo a diventarne custode.

L’emendamento, che ha superato l’esame di Palazzo Madama dov’è stata posta la questione di fiducia, introduce l’articolo 23-bis, che modifica il Codice della Strada sostituendo gli articoli 213 e 214, ritoccando pochi dettagli del 214-bis e aggiungendo ex-novo l’articolo 215-bis.

Spicca soprattutto l’abolizione di quanto finora previsto dall’articolo 213, con la separazione tra ciclomotori e motocicli e gli altri veicoli a motore: ora per tutti c'è l’affidamento diretto al conducente o al proprietario, che dovrà assumerne la custodia garantendo che il mezzo sia tenuto in un luogo nella sua disponibilità (come il cortile di casa) o comunque in zona non soggetta a pubblico passaggio (come un garage, con spese a carico dell’interessato).

La misura dell’obbligo di custodia, intrapresa per alleggerire le spese di custodia presso i depositi che spesso non trovano modo di essere recuperate da parte dell’Erario, costituisce di fatto una rinuncia alle cautele supplementari riguardo mezzi spesso utilizzati dalla criminalità spicciola o da ragazzi a rischio (motorini truccati, senza targa o con targa alterata): l’affidamento in custodia al conducente o al proprietario non garantisce, infatti, che il mezzo resti fermo come previsto e torni a circolare, uso certo vietato e punito, ma con possibilità di controllo praticamente nulle da parte delle forze di Polizia.

L’articolo 213 già indicava la possibilità di affidamento del veicolo oggetto del sequestro al suo proprietario, ma non si trattava di un obbligo assoluto: in caso di impossibilità, infatti, scattava il deposito presso strutture abilitate.

Quel che cambia ora è che la possibilità diventa obbligo: qualora l’interessato non assuma la custodia del veicolo, si incappa subito in una pesante sanzione (di 1.818 euro) finora prevista solo per chi non se ne faceva onere perché non in grado di rispettarla, per esempio perché non in grado di trasportare il veicolo in un luogo idoneo. 

Le reazioni alla mossa del Governo non sono tutte positive: per esempio l’Ancsa (la principale associazione dei titolare dei depositi di veicoli) ha proclamato lo stato di agitazione, sottolineando non solo il rischio che i veicoli affidati al proprietario possano sfuggire al divieto di utilizzo, ma anche che possano essere abbandonati, generando quindi costi supplementari per smaltirli come rifiuti, o sottratti alla confisca che di solito scatta dopo il periodo di sequestro, con conseguenti mancati introiti per lo Stato.

L’Ancsa è anche preoccupata per la possibile incostituzionalità di un’altra norma introdotta dal DL Sicurezza, ancora nell’articolo 213, nel caso in cui l’interessato non ne assuma la custodia e il veicolo finisca quindi in un deposito autorizzato: i soli cinque giorni indicati dopo i quali la proprietà del mezzo passa al titolare del deposito se il proprietario non se lo riprende in custodia, sono ritenuti da Ancsa un periodo troppo breve per garantire che l’interessato sia a conoscenza della procedura, e del fatto che rischia di perdere un diritto garantito come la proprietà del mezzo.

Altre novità introdotte nell’articolo 213, sempre per limitare gli esborsi statali, prevedono che se il sequestro viene eseguito da organi di Polizia non statali e il proprietario non ne assume la custodia, le spese di deposito vanno anticipate dal Comune, con liquidazione definitiva che spetta poi alla Prefettura o, se il provvedimento di confisca è divenuto definitivo, all’agenzia del Demanio.

Di fronte a questa novità, non è difficile immaginare che i Comuni con particolari difficoltà di cassa potrebbero rinunciare a far intervenire i propri vigili nel caso di infrazioni stradali gravi che comportino il sequestro dei veicoli coinvolti, creando quindi un pericoloso vulnus di sicurezza e giustizia. 
 

 

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