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In inglese lo chiamano "word of mouth", in italiano "passaparola" ed è proprio quello che sta vivendo "The Best Bar in America", piccolo indie-movie a budget ridottissimo, già un piccolo cult tra i motociclisti.
La pellicola, grazie al passa parola e allo sforzo della casa di distribuzione Rodaggio Film, è ormai un piccolo classico ed è protagonista di veri e propri eventi dovunque venga proiettata. Ora con l'uscita della versione sottotitolata in italiano, da tempo reclamata dal pubblico, il suo successo è in ulteriore aumento e anche quelli che non comprendono alla perfezione l'inglese possono gustarsi le avventure di Sanders, il protagonista del film.
Uno scrittore e un veterano tormentato, un po’ loser e un po' bohemien, che ha fatto del deboscio la sua filosofia di vita: beve, fuma, fa sesso ed è uno che non si tira indietro in una rissa. Sembra uscito da un romanzo di Kerouac: perso e incompreso, alla ricerca continua di qualcosa che per lui abbia un senso. Lo incontriamo a bordo della sua vecchia BMW R60/2 con sidecar Velorex, l'unica cosa che sembra avere fiducia in lui e che, per quanto lo faccia penare, non lo abbandona mai. La moto in questo film è una co-protagonista inseparabile, che accompagna il suo "padrone" nel suo viaggio verso la scoperta del miglior bar in America. Per Sanders, inizialmente questo è solo un lavoro, ma ben presto si trasforma in qualcosa di più profondo e diventa un viaggio verso la scoperta della propria anima e verso la libertà.
Un ruolo speciale lo gioca Northway, un vecchio ubriacone dotato di lucida saggezza, che diventa la guida dell'uomo non solo per il miglior bar del selvaggio West ma anche per la scoperta di se stesso, come un moderno Virgilio che accompagna il suo Dante.
The Best Bar in America è una celebrazione del viaggio non solo geografico, ma anche spirituale e quale mezzo se non la moto poteva accompagnare il protagonista? Proprio la moto, quel vecchio ferro lento e malandato rende tutto il percorso ancora più speciale e significativo.
The Best Bar in America è un road-movie di vecchio stampo, vincitore della prima edizione del Motorcycle Film Festival, la kermesse newyorchese che da tre anni celebra il bellissimo binomio cinema e motociclette. Damon Ristau, il regista è riuscito a realizzare con un budget ridottissimo "inferiore al costo di una nuova Harley", un film non perfetto, ma fatto con il cuore, con personaggi indimenticabili (come Northway, ispirato ad un vero personaggio che ha particolarmente colpito il regista) e paesaggi sconfinati e impressionanti del Selvaggio West.
Per sapere dove sarà proiettato o per acquistare il DVD trovate tutte le informazioni nella pagina Facebook della Rodaggio Film https://www.facebook.com/rodaggiofilm
Recensione a cura di: Giulia Guastoni