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Di Marco Lombardo
Nel lontano 1977 avevo 17 anni e vivevo a Milano. Trovai da un demolitore una Vespa 125 del 1954 VM2T abbandonata da anni sotto le intemperie e me ne innamorai immediatamente.
Così per la cifra di 20 mila lire mi portai a casa il rottame, spingendola per chilometri, senza documenti, targa e carburatore.
Arrivato a casa era grandissimo il desiderio di sapere se funzionava, così mi ingegnai e dopo avere pulito la candela presi una pistola ad acqua, riempita di miscela, spruzzai dentro il collettore e azionai la pedivella di accensione. Al secondo colpo partì!
Ma c'erano da risolvere due problemi: sistemarla meccanicamente perché potesse circolare e risolvere il problema dei documenti e targa.
Per quanto riguarda la parte meccanica mi procurai il carburatore originale e dopo una accurata revisione di tutte le parti la Vespa era “in ordine di marcia”!
Per fortuna, attaccato al parafango anteriore c'era ancora un vecchio bollo che riportava il numero di targa, così pensai: “Ora posso rintracciare il proprietario e farmela vendere”.
La targa era di Firenze e, con una visura al PRA, ottenni i riferimenti del proprietario e con una indagine all'anagrafe ma, purtroppo, scoprii che era deceduto.
Ma io volevo usarla. Quindi, presi il numero di targa di un'altra Vespa ne realizzai una targa di cartone per una breve vacanza sul lago di Como.
Ovviamente, questa non era una soluzione: bisognava trovarne una definitiva e soprattutto legale!!
Contattai, senza successo, diverse agenzie di pratiche auto e, nel frattempo, decisi di sistemarla cercando di mantenere il più possibile le parti dell'epoca.
Tra la fine anni '70 e primi anni '90 era molto difficile trovare ricambi ma, frequentando tutti i mercatini e scavando nei fondi magazzino di tutti i concessionari e riparatori Piaggio, mi procurai le parti per mettere a nuovo tutta la meccanica (pistone, cuscinetti di banco, testa e piede di biella, eccetera) e per sostituire tutte le parti in gomma.
Sulla carrozzeria era necessario fare qualche ritocco e per fare ciò contattai la Max Mayer (fornitore ufficiale della vernice al nitro lucido diretto) che mi fornì entusiasta la vernice originale.
In quell'anno, il bollo venne trasformato in tassa di possesso e ciò significava che, qualora non fosse stata pagata, il veicolo sarebbe stato radiato d'ufficio e, con il relativo certificato di radiazione, sarebbe stato possibile reimmatricolarla.
Passò qualche anno e contattai un amico di mio padre che viveva a Firenze e gli chiesi di recarsi al PRA per farselo rilasciare, ma gli venne detto che non era possibile.
Presi, allora, qualche giorno di ferie nel periodo natalizio e mi recai personalmente a Firenze per verificare di persona.
Effettivamente, al PRA, mi confermarono che non era possibile radiarla in quanto non risultava iscritta perché fino al 1959 le motoleggere fino a 125cc erano gestite dalla Prefettura. L'unica possibilità per avere i documenti era ricontattare quest'ultima dopo aver avviato una pratica di iscrizione tardiva.
Dopo essermi recato in Prefettura riuscii a sapere che numero di targa, numero di telaio e numero di motore erano abbinati e che non risultava nessuna denuncia. Un sollievo.
Ma c'è un ma: lutta la documentazione non esisteva più perché era distrutta durante l'alluvione. Tornai a casa sconsolato.
Un poì di tempo dopo - siamo ormai alla metà degli anni '90, ebbi l'idea di tentare una nuova immatricolazione facendo un nuovo collaudo così avrei avuto targa e libretto a me intestati.
Mi procurai tutta la documentazione tecnica necessaria, grazie anche alla collaborazione della Piaggio, e andai a parlare alla Motorizzazione Civile di Milano.
Data la complessità del caso mi fecero parlare col Direttore.
Gli raccontai tutta la storia e lui, molto gentilmente e forse commosso dalla mia perseveranza, mi disse che non aveva idea di come risolvere la situazione, ma di mandagli una raccomandata col quesito affinché fosse obbligato a rispondere entro 90 giorni e, nel bene o nel male, avrei avuto una risposta definitiva.
Infatti feci così ma fu negativa: la vespa non era ammessa ad un nuovo collaudo e non avevo più la speranza di poter circolare con lei.
Dopo circa 6 mesi, (siamo nel 1999), inaspettatamente, mi arrivò una raccomandata dal ministero dei Trasporti che recitava: avversa la decisione della Motorizzazione Civile di Milano, il suo motoveicolo è ammesso al collaudo, previa verifica dell'esistenza del cavalletto e delle frecce.
Il cavalletto c'era già e per le frecce feci un impianto esterno rimovibile che non intaccava nulla dell'esistente e mi presentai al collaudo.
Fatto il collaudo con esito positivo uscii dalla Motorizzazione con la mia targa e il libretto a me intestato e riuscendo anche a far scrivere sul libretto “ già targa FI” cosi risultava anche che la prima immatricolazione era del 1954!
Ultimo passo: bisognava presentare la richiesta di iscrizione al PRA che, chiaramente, feci di corsa grazie alla presentazione di un atto notorio.
Finalmente era MIA!
Ci sono voluti solo 22 anni!!!!!
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Unendo la sua passione per il biliardo e per i materiali compositi, Marco Lombardo realizzò le prime stecche e puntali in carbonio in assoluto (oggi Stecche Nuclear). Laureato in fisica nucleare, è anche un grande appassionato di moto