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L’Osservatorio promosso da Confindustria ANCMA e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia ha l'obiettivo di fotografare annualmente le politiche attuate dai Comuni in favore di ciclisti e motociclisti. I dati fanno riferimento al 2019 e quindi non risentono dell'emergenza Covid, ma già mettono in risalto l'aumentata attenzione delle amministrazioni nei confronti della ciclabilità. Attenzione cresciuta ancora di più nel 2020.
I risultati del monitoraggio sono il frutto di un questionario rivolto a 104 capoluoghi di provincia, a cui quest'anno hanno risposto 79 amministrazioni. Il report si focalizza su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati, dotazioni di sicurezza, possibilità di ricarica per veicoli elettrici e tanti altri aspetti. In generale la maggiorparte dei dati raccolti è positiva anche se sono ancora preoccupati quelli che riguardano sicurezza e in particolare se rapportati al divario tra le diverse aree del nostro Paese.
I km di piste ciclabili (ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h) nel 2019 hanno registrato un incremento del 6% rispetto al 2018 (+20% dal 2015); sono cresciute anche le città in cui le bici possono accedere alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie (il 54% ha allestito postazioni di interscambio in tutte le stazioni ferroviarie, il 19% in almeno una). Dato in calo invece è quello che riguarda la possibilità di trasportare le biciclette sui mezzi pubblici e in controtendenza anche i servizi di bike sharing che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Una leggera diminuzione quest'ultima, che incide anche sul numero degli abbonati (-10%) e su quello dei mezzi (-14%).
I dati però che preoccupano di più sono quelli relativi alla sicurezza dei ciclisti: 253 delle 3.173 vittime della strada del 2019 sono stati infatti ciclisti con un aumento del 15% rispetto al 2018. Fortunatamente però l'incolumità dei ciclisti è sempre più presente nelle agende delle amministrazioni che nel 48% dei casi considerano il miglioramento della sicurezza stradale una priorità molto alta o alta.
Se per le bici l'accesso alle corsie preferenziali è aumentato per moto e scooter è invece diminuito: solo il 12% delle città intervistate lo consente. Aumentano gli sharing che ormai in tutta Italia sono costituiti da flotte esclusivamente elettriche. Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino iniziano ad avere numeri interessanti (2.360 unità a Milano (il 57% del totale, 1.000 a Rimini, 560 a Roma e circa 150 a Genova e Torino). Ricordiamo che i dati si riferiscono al 2019 e che in quest'ultimo anno sono cresciuti molto in tutti i Comuni.
La sicurezza anche per moto e scooter rappresenta purtroppo la nota dolente. I decessi nel 2019 sono stati 786 (il 25% del totale), con una leggera diminuzione (del 7% rispetto al 2018), ma quello che preoccupa è come i Comuni percepiscono il problema. Il 59% delle amministrazioni infatti non lo considera una priorità e un 12% lo indica addirittura come priorità bassa. La buona notizia arriva però sul fronte guard rail. I Comuni che hanno installato protezioni salva motociclisti passano dal 17% del 2015 al 32% del 2019.
“Il Focus2R – ha commentato il presidente di ANCMA Paolo Magri - ci permette di accendere ogni anno un riflettore sulle buone pratiche e soprattutto sulle zone d’ombra che interessano la pianificazione della mobilità urbana. In relazione anche al numero crescente di veicoli a due ruote circolanti, appare evidente che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti. Dalle città arriva una nuova domanda di mobilità individuale, resa viva anche dalle conseguenze della pandemia, che hanno esaltato alcune peculiarità delle due ruote come la fruibilità, la sostenibilità ambientale, il distanziamento e la velocità negli spostamenti. Questo rende i centri urbani il terreno ideale per consolidare con più coraggio quello che di buono è già stato fatto e per sperimentare nuove misure in favore della mobilità su due ruote e della sua integrazione con le altre soluzioni di trasporto”. “Le misure incentivanti rese disponibili dal Governo – ha aggiunto Magri - puntano a valorizzare una sostenibilità ambientale che è già intrinseca a tutti i mezzi a due ruote e che verrà rilanciata ulteriormente dal cammino verso gli obiettivi internazionali dell’Agenda 2030 e non solo. L'industria delle due ruote è pronta ad affrontare questo percorso e la sfida della mobilità elettrica, pur nella consapevolezza delle difficoltà che questo percorso comporta: sarà infatti necessario tempo, investimenti e il sostegno delle istituzioni per supportarli in maniera sussidiaria”.
“Emerge dal Focus- dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - come sia in atto un vero e proprio cambiamento delle abitudini dei cittadini che quotidianamente si muovono nelle nostre città. Aumenta la superficie complessiva dedicata a infrastrutture per la ciclabilità, cresce ancora l’attenzione all’elettrico, ma restano evidenti le solite emergenze. Tra collisioni stradali e inquinamento urbano nel 2019 sono morte più di 83.000 persone, per un costo sociale che l’Istat stima in 16,9 miliardi di euro, l’1% del pil nazionale. Per quanto riguarda gli incidenti, pedoni, ciclisti e motociclisti continuano a pagare un prezzo molto alto. Si può e si deve cambiare, intervenendo sulla moderazione della velocità con maggiori controlli, riducendo i limiti di velocità, aumentando il modal share. Semplicemente rimettendo al centro delle città e della viabilità le persone e non le automobili, gli utenti e non i mezzi di trasporto. Un primo passo potrebbe essere il rifinanziamento del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, previsto dalla Legge 144/1999, per progetti di mobilità dolce cofinanziati dagli enti locali e potenziare il trasporto ferroviario regionale, il trasporto pubblico locale e la sharing mobility. Finanziamenti che dovrebbero attivare cofinanziamenti, già predisposti nei Piani di Comuni e aziende. Servono insomma interventi decisivi sfruttando l’opportunità dei prossimi fondi, dovuti all’emergenza Covid, in arrivo dal governo e dall’Europa per promuovere un vero cambio di passo nei sistemi di mobilità urbana delle nostre città”.