Ford brevetta l’auto che ospita uno scooter al proprio interno

Si tratta ovviamente di due veicoli a propulsione elettrica, dedicati al commuting urbano
3 maggio 2018

Tra il brevetto e il fare… c’è di mezzo il mare...tuttavia, un'innovativa soluzione brevettata da Ford sembrerebbe avere le carte in regola per avere successo. Il mezzo ideato dalla Casa automobilistica statunitense prevede infatti la presenza di un piccolo scooter elettrico incastonato al centro della vettura. La sua utilità? Quando troverete al cospetto di colonne di traffico che in auto vi farebbero ritardare anche nel caso di un appuntamento preso per il giorno successivo, potrete invece parcheggiare la vettura ed estrarre dal cofano il comodo scooter elettrico, districandovi così nella giungla urbana .

Ovviamente i dettagli non sono ancora stati resi noti, abbiamo però i disegni che sono stati depositati assieme al brevetto. L’auto, che dovrebbe essere a propulsione elettrica, sembrerebbe essere una monovolume: simile ad una C-Max, ingloba al proprio interno lo scooter che entra nella carrozzeria grazie ad un sistema di tipo elettrico ed idraulico e ad un binario piazzato tra le due ruote anteriori. Per ottimizzare gli spazi, Ford ha fatto in modo tale che la strumentazione dello scooter diventi la consolle centrale dell'auto, mentre la sella si trasforma nel bracciolo centrale interposto tra guidatore e passeggero. Quando l’auto è in movimento, le ruote dello scooter rimarrebbero rialzate rispetto alla strada, ma si prevede anche la possibilità di utilizzare la ruota posteriore del "due ruote" per aumentare la trazione della vettura.

A proposito di trazione, la Ford (auto), dovrebbe essere dotata di trazione posteriore a propulsione elettrica, con la possibilità di ricaricare la batteria dello scooter mentre è in movimento. Secondo i piani di Ford, la monovolume dovrebbe però essere utilizzabile anche senza scooter a bordo: in questo caso lo spazio lasciato libero verrebbe nascosto da una copertura in gomma.

Il progetto è certamente audace e di non facile realizzazione, ma sembrerebbe rispondere in maniera adeguata alle esigenze di chi, ad esempio, lavora in grandi città ma arriva dall’area extraurbana, trovandosi così costretto a lasciare l’auto ai limiti della cinta urbana.

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