Francia: gli autovelox invisibili sconvolgeranno il controllo stradale?

Francia: gli autovelox invisibili sconvolgeranno il controllo stradale?
Si tratta di dispositivi di ultima generazione, denominati ETU, che stanno gradualmente sostituendo i vecchi modelli. La loro peculiarità? Sono praticamente impossibili da individuare
3 marzo 2025

Gli utenti della strada francesi si preparano a fronteggiare un nuovo nemico: gli autovelox invisibili. Si tratta di dispositivi di ultima generazione, sono radar multifunzionali fissati a lampioni, semafori o cartelli stradali e rappresentano un salto tecnologico nel monitoraggio del traffico, ma anche un potenziale incubo per chi è abituato a superare i limiti di velocità. In Francia come da noi, nei centri urbani il rischio principale era ed è rappresentato dalle telecamere dei semafori, che (giustamente) sanzionano il passaggio con il rosso. Ma con l’arrivo degli ETU, il gioco si fa più complicato. Grazie alle dimensioni ridotte e alla capacità di mimetizzarsi nell’arredo urbano, questi dispositivi sfuggono facilmente allo sguardo distratto dei conducenti.

I nuovi radar non si limitano a rilevare l’eccesso di velocità o il mancato rispetto del semaforo rosso. Dotati di telecamere e sensori avanzati, integrano funzioni precedentemente demandate a dispositivi separati. Grazie all’Intelligenza Artificiale, possono identificare automobilisti con le cinture di sicurezza slacciate o intenti a usare il cellulare alla guida. Una vera e propria rivoluzione nel controllo stradale. Nel 2025, saranno 200 i nuovi dispositivi installati in varie città francesi. Tuttavia, non tutti saranno attivi in modo permanente. Alcuni avranno un ruolo puramente "dissuasivo", come ha precisato il Segretario di Stato francese per la Sicurezza Stradale. L’obiettivo dichiarato è mantenere gli automobilisti in uno stato di costante allerta, con la paura di incappare in questi occhi elettronici sempre vigili. Le autorità francesi sostengono che l’introduzione degli ETU sia finalizzata a ridurre gli incidenti, in particolare quelli che coinvolgono ciclisti e pedoni, categorie particolarmente vulnerabili nel traffico urbano. Tuttavia, la decisione di posizionare i dispositivi in modo casuale ha sollevato dubbi e critiche. Molti sospettano che il vero scopo sia fare cassa, piuttosto che migliorare la sicurezza stradale. Non resta che aspettare i risultati di questa nuova frontiera dei controlli stradali e se un simile politica possa alimentare il malcontento tra i cittadini.

Foto: CorriereMotori

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