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È tutto molto patetico, tutto. Tutto molto misero, per le offese, le argomentazioni, i toni. Parliamo dell’affaire piloti SBK e affini versus Alberto Naska. I fatti: Naska ha pubblicato un video di risposta alle accuse che diversi piloti gli hanno rivolto durante le dirette Instagram di Mr Helmet. Costui, all’epoca Gianluigi Ragno, è un appassionato-blogger-giornalista (tesserino o no, per me conta poco) molto discusso. Lui ha fatto il suo gioco: ha dato il là agli attacchi per Naska e in cambio è finito in un video di Naska. Bingo.
Ma lo spettacolo è stato indegno. Tutti gli intervistati attaccano Alberto Naska con parole da bulli del quartierino. Davide Giugliano lo apostrofa, Alessia Polita gli urla contro che pare una di quelle inviperite che ogni tanto si vedono nei servizi de Le Iene o di Piazza Pulita, suo fratello Alex gli dà del coglione, Michel Fabrizio come è ormai suo solito fare mostra il culo e dice che lui non ha tempo per fare i video su YouTube (come se chi fa i video su YouTube fosse per forza un perdigiorno). E poi la chicca, perché quasi tutti dicono cose tipo: “Noi siamo piloti, ci siamo fatti il mazzo per arrivare fino a qui, lui invece è un cretinetto”.
Qualcuno addirittura si spinge ad infamarlo, accusandolo di aver “unto” chissà chi o cosa. Altri invece rosicano: “Naska se la tira, ai corsi di guida lui è l’unico a pretendere il box tutto per sé e si porta dietro dei servi che lo aiutano in tutto”. Insomma, ai piloti intervenuti nella pagina ig di Mr Helmet, riesumando una frase passata alla storia di Valentino, gli tira un po’ il culo. La superficialità e la volgarità con cui dicono le cose, sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio, fa pena. Non depone a loro favore, da un punto di vista legale potrebbero essere anche perseguibili.
Però tutto è patetico, dicevo. Anche la stessa replica di Naska. Una replica pacata, educata, anche ironica. Solo non proprio a fuoco. Nella sua risposta Naska parla di numeri (io ho più follower di Fabrizio. Vero, ma che significa?), invita chi lo attacca ad aprirsi il proprio canale YouTube (ma che argomentazione è?), e sempre a Fabrizio - che si lamenta che i ragazzini in pista sbagliano perché seguono quello che dice Naska nei suoi video - risponde facendo vedere le immagini di come guidano Márquez, Rossi Quartararò. Ma è come se qualcuno mi chiedesse un consiglio su come scrivere un articolo e io gli dicessi: guarda, leggiti Philip Roth e scrivi come lui. Impossibile. Fuori luogo.
La chiusa, poi, è un pelo pretenziosa, in stile Montemagno, con la scritta: “Non rovinare mai il presente con un passato che non ha futuro”. Chi sarebbe il passato, i piloti? Il fatto che non sono su YouTube o che non sanno comunicare come sa fare lui? Ecco, qui il punto è che tutti avrebbero dovuto darsi una calmata. Rendersi conto che ognuno deve fare ciò che vuole nel migliore dei modi possibili, impegnandosi il più possibile, senza rosicare e senza giudicare il lavoro gli uni degli altri. Il mondo non si riduce a chi va più forte in pista, a chi stacca prima o dopo, o a chi fa più view su YouTube o ha più fan su instagram. Questo, è patetico. Questo, è misero. Che ognuno si impegni al massimo. Siamo tutti motociclisti. Siamo tutti, ognuno a modo proprio, dei propagatori di una passione. Basta. Vogliamoci bene e ridimensioniamoci. Non prendiamoci troppo sul serio.
E adesso torniamo a occuparci di argomenti più consistenti. Grazie.