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Premessa doverosa: vado in moto da 10 anni, ho sempre avuto in garage solo sportive e guidato moto di ogni genere per lavoro e passione. Ma l'offroad, in tutte le sue declinazioni, quello mi mancava.
Definirmi principiante, non avendo mai messo le ruote fuoristrada, mi sembra quasi un eufemismo.
A vederlo da fuori mi ha sempre affascinato, e molto. Ma non ho mai avuto l’occasione (e forse nemmeno il coraggio!) di cimentarmi in questa sporca disciplina; fino alla decisione di iscrivermi ad una giornata di corso con la Husqvarna Offroad School.
Arrivo al crossodromo di Schianno (VA) subissata da mille dubbi e paure: la sella alta, la moto così diversa da quella che guido normalmente e l’asfalto, dov’è?
Martino Bianchi, Presidente della Offroad School, me lo legge in viso e, nel darmi il benvenuto, si affretta a rassicurarmi: “Ti abbiamo preparato una moto con la sella più bassa”.
Evviva! Corro subito a vedere la mia TE 250 e… sella bassa? Questa sella sarebbe bassa? Non toccherei a terra nemmeno se avessi 10 cm di stacco di coscia in più!
Ma mi armo di coraggio, mi cambio, indosso protezioni, casco, maschera, stivali e torno al mio destriero, salgo in sella scoprendo in me spiccate doti da equilibrista, ingrano la prima e muovo i miei primi passi da fuoristradista per avvicinarmi all’ingresso del fettucciato, dove girerò con i principianti (il che significa anche con bambini di 4 anni su per giù).
Attimi infiniti prima di decidermi a ingranare la marcia e buttarmi nel percorso. Ripenso alle spiegazioni di Fabrizio Carcano (Pilota e Istruttore Federale) e ai consigli che ci ha impartito durante il briefing prima di metterci in moto: «Bisogna guidare di gambe, portare in avanti la gamba interna alla curva per percorrerla meglio, il busto in avanti nei cambi di direzione, spostare il peso, portarsi in piedi sulle pedane quando possibile. E soprattutto partire con calma, perché il fuoristrada è faticoso, stancarsi è facile e le conseguenze non sarebbero positive.»
Detto così non sembra mica difficile, e mi butto nel fettucciato.
Dopo 3 giri esco col fiatone e le braccia stanche. Che il fuoristrada sia faticoso, e che la tensione ci avrebbe messo del suo lo sapevo, ma non credevo certo così! Nel frattempo però la paura è passata e ha lasciato spazio al divertimento e alla voglia di far sempre meglio. Dopo due chiacchiere e qualche consiglio dell’istruttore Marco Cenzin torno al mio fettucciato, che ormai conosco bene, insidia per insidia, e comincio a fare le prime curve “come si deve”: la prima derapata non si scorda mai, un po’ come la prima volta che si gratta la saponetta in pista. Ora non vorrei più uscire e macino giri su giri.
Il campo scuola è semplice, ma ben studiato: ci sono curve strettissime, brevi rettilinei, salite e anche un piccolo salto. Lungo il percorso gli istruttori Husqvarna controllano che tutto vada bene e impartiscono consigli e indicazioni a noi aspiranti fuoristradisti.
Di giro in giro la sicurezza e di conseguenza il ritmo aumentano, anche se i sopra citati bambini under 5 con le loro minimoto continuano a sorpassarmi con imbarazzante disinvoltura.
Nonostante questo torno a casa decisamente soddisfatta e con una gran voglia di rimettermi al più presto in sella per un po’ di fuoristrada.
Un grazie a Martino Bianchi, Fabrizio Carcano, Marco Cenzin e Husqvarna per la pazienza e la professionalità e per aver permesso anche ad una motociclista “da slick”, di provare l’ebbrezza del tassello e di imparare le regole base del fuoristrada in una sola (intensa) giornata.
Quindi, in conclusione, a tutte le fanciulle affascinate da questo sport ma che temono sia esclusivamente per "uomini duri", consiglio di affidarsi ad istruttori di settore e mettersi in sella!
Cristina Bacchetti