Gibraltar Race Day 2018: La preparazione

Manca poco più di un mese al via della Gibraltar Race: dieci nazioni da attraversare in due settimane nel puro spirito adventuring. Ecco cosa aspetta i partecipanti
8 maggio 2018

In vista della partenza per la terza edizione della Gibraltar Race, il moto-challenge che attraversa l’Europa da est a ovest, l'organizzatore Moto Raid Experience ci ha invitato a trascorrere una giornata nello splendido scenario di Pinerolo in compagnia di alcuni partecipanti.
Con l’occasione sono state presentate quelle che sono le novità del regolamento, indicativamente quelle che saranno le tappe per l’edizione 2018 e hanno dato la possibilità ai nuovi iscritti di conoscersi e prendere parte a un corso sulla navigazione - che rappresenta la parte più importante di questa gara - per cimentarsi poi con loro in una prova pratica.

 

Le novità dell’edizione 2018

Ma andiamo con ordine, e vediamo quelle che sono le novità di questa edizione: La partenza quest’anno sarà il 22 giugno da Brasov, in Transilvania, e terminerà come di consueto a Gibilterra il 7 luglio, con il giorno 9 di riposo.
Il tracciato attraverserà 10 nazioni, e sarà diverso per il 90% rispetto a quello dell’anno scorso: in tal modo, anche per chi ha già partecipato sarà una nuova avventura; al via ci saranno oltre 80 partecipanti, con la novità che saranno presenti anche due donne, provenienti dall’Olanda.

Per accentuare lo spirito adventuring della gara, che, lo ricordiamo, non punta sulla velocità ma sulla regolarità, la MRE ha pensato di introdurre nel regolamento il limite minimo di peso per le moto, che sarà di 145 kg con 10 litri di benzina; questo limite tuttavia non sarà valido per le moto immatricolate prima del 31 dicembre 1999 e per le donne.
I piloti saranno suddivisi in tre classi in base alla cilindrata della loro moto: Classe 1 over 951 cc , Classe 2 tra 601 e 950 cc, Classe 3 sotto 600 cc.
Anche per il 2018 si confermano collaborazioni con partner importanti quali: Honda, che ha fornito una Africa Twin Adventure Sports per le rilevazioni scout e sarà utilizzata dall'apripista Manuel Lucchese (pilota che ha partecipato a quattro Dakar); Anlas con i suoi pneumatici Capra X, studiati appositamente per affrontare questo genere di percorsi; TCX per le calzature, e la new entry Tucano Urbano.

 

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Navigazione e GPS

Come dicevamo in apertura uno dei momenti più interessanti della giornata è stato il corso sulla navigazione e sul corretto utilizzo dei gps; per non annoiarvi troppo saltiamo i tecnicismi e andiamo a vedere nel concreto cosa dovranno fare i partecipanti alla Gibraltar Race.
Innanzitutto i piloti dovranno avere con se un cronometro ed un solo dispositivo gps per la navigazione; può essere un navigatore o anche uno smartphone con applicazione dedicata (OsmAnd o Oruxmaps), ma per ovvi motivi l’organizzazione consiglia un navigatore dedicato a questo genere di impiego, uno smartphone non è certo progettato per essere utilizzato durante un rally.
Alla sera i partecipanti dovranno consegnare il loro navigatore sul quale verranno caricati i file gpx, ovvero le tracce e i waypoint della tappa del giorno successivo; i waypoint non sono punti fisici, ma vengono segnalati sul gps e per essere convalidati i piloti dovranno passare entro un raggio di 50 metri dal punto indicato. Ogni waypoint saltato equivarrà ad una penalizzazione, così come si verrà penalizzati se il pilota non rispetterà il tempo indicato per percorre quella traccia, essendo una gara, come abbiamo detto, di regolarità.

Una cosa molto importante che i piloti dovranno tenere a mente è che i dispositivi GPS non potranno essere usati nella funzione di navigatori, ma devono essere utilizzati come una sorta di cartina su cui visualizzare le tracce ed i waypoint; il dispositivo dovrà avere una cartografia pre-installata, anche se l’organizzazione provvederà a fornire ai partecipanti la cartografia delle zone che si attraverserà.

Ogni partecipante verrà dotato di altri due dispositivi, il localizzatore gps di sicurezza da utilizzare nei casi di emergenza e un logger gps che si ritira la mattina 5 minuti prima della partenza e si riconsegna appena terminata la tappa; il gps logger è una sorta di transponder che verifica il rispetto del transito presso tutti i waypoint e del tempo impiegato per raggiungere alcuni di questi.

 

Facile in teoria, ma in pratica?

Prima di procede con la prova sul campo abbiamo approfittato della pausa pranzo per fare due chiacchiere con i piloti, per capire chi è il “motociclista tipo” che decide di cimentarsi in una gara del genere, e non sono mancate le sorprese. Ci aspettavamo che fossero tutti motociclisti ultra preparati, con anni di guida in off-road alle spalle e decine di esperienze in questo tipo di manifestazioni; niente di più sbagliato! L’intento della Moto Raid Experience è sempre stato chiaro, ovvero creare una gara aperta ai piloti amatori non professionisti che vogliono affrontare questa esperienza non necessariamente con spirito sportivo, ma anche e sopratutto con la voglia di esplorare nuovi orizzonti.
Ecco quindi che troviamo persone come Andrea che ha fatto qualche esperienza in Africa ma sempre da turista e sempre con un apripista, quindi a livello di navigazione sta a zero. Passiamo a Riccardo, un ragazzo che non ha mai guidato in off, però lo affascina molto l’idea di affrontare una gara che assomiglia più ad un'avventura e quindi si è già iscritto a diversi corsi organizzati dalla Honda True Adventure Offroad Accademy per fare pratica con la sua CRF1000L Africa Twin. Infine parliamo con Edoardo, alla sua seconda esperienza alla Gibraltar Race, che si è iscritto nuovamente perché nella scorsa edizione ha dovuto ritirarsi a causa di un infortunio ma è più carico che mai per affrontare al meglio la corsa del 2018.

Con queste premesse abbiamo compreso meglio il senso di questa giornata, ed effettivamente un corso teorico-pratico sul fattore più importante della gara è quasi obbligatorio. Quindi saltano tutti in sella e via per verificare se sono pronti.
La traccia preparata è semplice e ci farà passare per alcune strade urbane ed extraurbane nelle zone limitrofe di Pinerolo; all’inizio si va spediti, basta seguire la traccia e via via si raggiungono e passano i waypoint indicati. Poi ad un certo punto mi fermo, c’è qualcosa che non va! Il navigatore inizia ad indicarmi una strada che però non mi farà passare per alcuni waypoint e a quel punto ho ben compreso quello che dicevano al corso: non usate il gps come navigatore, ma usatelo per seguire la traccia e passare per i waypoint!

Torniamo alla “base" curiosi di sentire come è andata la prova dei piloti, sicuro che tutti avranno concluso la speciale senza problemi… In realtà non sarà proprio così, infatti chiediamo a Giorgio (che era con altri due amici) un resoconto e la risposta è: «Il primo pezzo abbastanza bene, poi un disastro, ci siamo persi!».
Così giriamo un po’ tra i piloti e nell’aria sentiamo molti commenti di perplessità, frasi come “ero tutto preoccupato nel preparare la moto quando in realtà il vero problema sarà la navigazione!”; ma nonostante questo il sentimento che animava i partecipanti quando si sono iscritti non è minimamente cambiato, la voglia di partire è esattamente la stessa.
In fin dei conti la giornata serviva proprio a questo e siamo sicuri che da qui al giorno della partenza i piloti passeranno molto tempo a fare pratica per arrivare allo start più pronti che mai.

Marco Marin

 

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