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SETTIMANA 3 (Georgia - Kazakistan)
6.700 km attraverso Italia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaigian e Kazakistan.
Da questo momento in poi sarà tutto nuovo: paesi, culture e strade. Arriverò a Baku, capitale dell'Azerbaijan, con tre punti da risolvere: organizzare il traghetto per il Kazakistan, tagliandare la moto dopo i primi 10.000 km, trovare dei cuscinetti per fare delle riparazioni.
A volte però il tempo gioca a mio sfavore ed ecco che il viaggio diventa avventura!
Durante questa terza settimana ho percorso 600 km via terra e 600 km via mare, direttamente sulle acque del Mar Caspio. Ho bivaccato ben poco e infilato le ruote su ben pochi sterrati. Ma ragazzi, non sono stato fermo un momento. Sapevo che una volta arrivato a Baku, capitale dell’Azerbaigian, il contachilometri avrebbe segnato 10.000 km dall’ultimo tagliando e con una moto che ne ha già macinati 338.000, non puoi permetterti di trascurare la manutenzione di base.
Ma come realizzare un tagliando in un paese nel quale non sei mai stato, di cui non parli la lingua (il russo in questo caso) e nel quale pochissimi masticano un po’ di inglese? Come reperire i ricambi necessari a fronte di un problema ai cuscinetti del mozzo anteriore specialmente di domenica a sole 24 ore dalla partenza dell’unico traghetto che ti separa dalla continuazione del tuo itinerario?
Su internet avevo letto che il Mar Caspio è soggetto a grandi venti e di conseguenza le imbarcazioni che solcano le sue acque sono spesso in ritardo o ferme in porto. Oltretutto fra tre settimane sarebbe approdata la F1 per la prima volta e la città è in forte subbuglio per la preparazione di questo evento esclusivo. Per tutta questa serie di motivi ho deciso di non farmi scappare quel traghetto che partiva l’indomani e una volta trovato l porto, mi sono aggiudicato un biglietto per me e la moto al costo di 185 USD (comprensivi di stanza privata e pasti lungo una tratta stimata sulle 30 ore).
Con il biglietto in mano torno in città con il conto alla rovescia settato su 24 ore e in quel tempo devo trovare i cuscinetti a sfera per la moto moto, i para polvere, del grasso, un martello, uno scalpello senza taglio per estrarre il tutto, dell’olio motore e delle candele (perché mi sono accorto proprio adesso di averle lasciate a casa).
Inizio a chiedere alle persone del posto che, a staffetta, mi passano da una persona al’altra, tutti disponibilissimi, tutti cordiali, tutti gentili e arrivo piano piano a raccogliere tutto l’occorrente. Subito dopo pranzo sono davanti alla moto parcheggiata nel cortile dell’ostello nel quale albergo (che è posizionato al terzo piano di un policlinico). Smonto tutto senza sporcare e realizzo prima le riparazioni importanti, poi sostituisco la ruota posteriore e poi passo al tagliando.
Inizia a piovere ed è notte fonda, ma ho quasi finito e continuerò l’indomani presto, prima di restituire il martello e altri accessori che il proprietario di un vespa shop mi ha prestato e, ovviamente, prima della partenza del traghetto.
Ma la mattina ricevo un messaggio dal porto che mi avvisa dal nuovo orario di imbarco dei mezzi sul traghetto e devo farmi trovare al porto immediatamente, così faccio le valige e parto, lasciando la sostituzione delle candele in sospeso e la regolazione della carburazione.
Al porto iniziano le lunghe file, le attese, i controlli, ma alla fine sono a bordo e ho la mia stanza privata nella quale dormire fino all’arrivo ad Aktau, città portuale del Kazakistan sulle rive del Mar Caspio. La nave parte ufficialmente alle ore 22 (sono al porto dalle 13) e dopo una cena che lascia un po’ a desiderare, vado a letto. Mi sveglio alle 5 del mattino per il rumore che il personale della nave causa nei corridori. La nave è ferma al riparo della penisola di Baku, abbiamo appena coperto 66 km dal porto e stremo fermi 24 ore esatte in attesa che il vento in alto mare cessi di soffiare.
In quel tempo mi prende il cosiddetto “palletico” e vinto dalla noia, comincio a lavare tutto quello che indosso, ma c’è ancora molto tempo e così decido di entrare furtivamente nella stiva dei mezzi e portare a termine il tagliando moto smontando carene e serbatoio per sostituire le candele e regolare le viti pilota dei carburatori. Se mi trovano non so cosa possa accadere.
Trascorsa un’ora la moto è finita e nessuno si è accorto di me e così vado a preparare i bagagli per l’arrivo previsto fra qualche ora. Approdiamo ad Aktau alle 3 del mattino e il rigore dei controlli rende tutto il processo doganale interminabile. Ho sonno, ho fame (non ho cenato per fare i lavori in stiva con più tranquillità) e mi fanno rimbalzare da un ufficio all’altro. Il mio ingresso viene accettato anche senza visto (per 15 giorni) e per la moto pago una cifra simbolica di 15 euro.
Sono le 5, il sole sorge davanti alla visiera del mio casco mentre vado a caccia di un pieno benzina e del cibo prima di avventurarmi dentro a questo immenso paese. Ad ogni modo la moto è adesso pronta per altri 10.000 km e io vedrò di far fruttare questi 15 giorni di visto per avventurarmi.
Gionata Nencini