Giorgio Barbier “Pirelli preferisce la Superbike perché offre lo sviluppo migliore”

Il responsabile dell’attività sportiva di Pirelli parla a tutto tondo di corse, di Superbike, di piloti e di evoluzione dei pneumatici da gara
6 dicembre 2019

Segue le corse motociclistiche dal 1983 e sempre per Pirelli dal 2000 è il responsabile delle attività sportive di Pirelli.
Giorgio Barbier ha quindi iniziato a occuparsi di corse ai tempi della GP 500 e segue il mondiale Superbike praticamente dalla sua prima gara.

Pirelli è fornitrice monogomma del principale campionato delle moto derivate dalla serie (lo sarà almeno fino al 2023), equipaggia altri campionati nazionali e non nel resto del mondo, e anche dove si confronta con la concorrenza dei costruttori di pneumatici – vedi il fuoristrada – la casa milanese ha ottenuto vittorie importanti.

Giorgio Barbier è un profondo conoscitore delle corse, oltre che della tecnica costruttiva dei pneumatici e in questa intervista, registrata durante l’ultima EICMA, parla a tutto campo di gare, di piloti, della prima stagione di Bautista in SBK e, ovviamente, dell’evoluzione dei pneumatici da corsa. Che poi offrono un utilissimo travaso di conoscenze verso la produzione dei pneumatici di serie.

Da sinistra, Roberto Righi (Pirelli), Marc Saurina (Dorna) e Giorgio Barbier
Da sinistra, Roberto Righi (Pirelli), Marc Saurina (Dorna) e Giorgio Barbier
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«Uno dei miei mantra – dice Barbier – è che non bisogna dare dei pneumatici che plafonano i risultati di un buon pilota, di progettisti e l’evoluzione delle moto. Perché se è vero che per abbassare i tempi di un secondo intervenendo sul motore occorre spendere probabilmente milioni di euro, e altrettanto vero che lo stesso risultato lo si può ottenere intervenendo sui pneumatici nel modo giusto spendendo molto meno. Quindi dalle Case ai piloti e ai team tutti lavorano con molto piacere sulle gomme; a patto che ce ne siano da evolvere. Perché se si propone un monogomma consolidato per tutta la stagione loro non possono esprimersi ed è un rapporto che non serve a niente, che non contribuisce al miglioramento».

E poi «Per assurdo per una Casa è più semplice realizzare un prototipo da MotoGP piuttosto che qualche migliaio di sportive di serie da evolvere poi per la Superbike».

Nel video qui sopra trovate l’intervista completa.

 

Da Automoto.it