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Monster 1200 è un progetto epocale per Ducati: la terza versione della naked che tanto ha saputo fare nelle fortune della Casa di Borgo Panigale è un modello maturo, prestazionale ma allo stesso tempo del tutto in linea con la filosofia originale della Monster. In occasione del lancio stampa, sull’isola di Tenerife, abbiamo potuto scambiare due chiacchiere con Giulio Malagoli, Project Manager della linea Monster (e a breve responsabile Marketing di Prodotto) per conoscere meglio la nuova Monsterona.
Partiamo dall’inizio: quando è nato il progetto della nuova Monster?
«Circa tre anni fa: in Ducati impieghiamo appunto circa tre anni per la gestazione di ogni nuovo modello»
Quali sono state allora le concorrenti prese a riferimento?
«E’ facile: tutte le concorrenti dirette – senza troppa fantasia, Triumph, Kawasaki, Honda, BMW... Ovviamente, nel definire il modello si pensa al futuro, seguendo quella che è la filosofia che si vuole infondere nel modello in oggetto»
Come mai la scelta controcorrente di fermarsi ad una potenza, per quanto elevata, inferiore all’attuale concorrenza?
«Avremmo potuto facilmente ottenere 170 cavalli dalla nuova Monster: il propulsore è sostanzialmente lo stesso della 1198, quindi di problemi non ce ne sarebbero stati. Ma volevamo seguire una strada diversa, offrendo una moto più allineata a quella che è la filosofia del Monster. Abbiamo scelto quindi un motore configurato in maniera tale da offrire tanta coppia ai medi regimi, in maniera da non far rimpiangere ai nostalgici del due valvole la spinta di quel tipo di motore ottenendo però allo stesso tempo prestazioni globalmente molto superiori. Possiamo dire che la nuova 1200 è un superpompone, un due valvole al quadrato»
Però adesso le supernaked arrivano ad oltre 160, appunto…
«Vero, ma se volessimo inseguire i soli numeri a noi basterebbe spogliare una Panigale per ottenere un risultato da record: ad EICMA avete visto la Superleggera senza sovrastrutture e avete visto quanto sarebbe bella. La realtà però è che non ci interessa giocarcela sul piano dei numeri sulle schede tecniche, volevamo puntare su una moto che risultasse godibile e versatile. Una supernaked risulta troppo limitativa nella sua estremizzazione delle prestazioni»
Come mai la scelta di due potenze per standard ed S?
«Abbiamo voluto differenziare in maniera molto sensibile i due modelli: teniamo presente che 135 cavalli sono già tanti su una moto nuda, e i 145 della S a nostro modo di vedere sono quasi esagerati – Fogarty con quelle potenze vinceva i mondiali in Superbike…»
Come mai avete scelto di non adottare le sospensioni Skyhook, o comunque in versione a controllo elettronico sulla versione top?
«Crediamo di aver raggiunto un equilibrio invidiabile con le sospensioni tanto della versione normale quanto in quelle, superlative, della S. Un accessorio come le unità a controllo elettronico, che non possiamo montare come semplice optional per le complicazioni produttive che comportano, avrebbe fatto lievitare troppo il prezzo a fronte di vantaggi trascurabili per una moto come Monster»
Interasse lungo e sospensione posteriore di corsa abbastanza generosa: avete dovuto rinunciare a qualcosa in termini di guidabilità?
«Al contrario: volevamo ottenere una moto più agile e versatile e l’abbiamo fatto. L’aumento dell’interasse è stato necessario perché, allungando la moto per renderla più accogliente per pilota e passeggero, non avremmo potuto mantenere un passo contenuto, altrimenti il codino sarebbe finito oltre la ruota posteriore. Al contrario, spostando la distribuzione dei pesi verso il basso e sul retrotreno (la nuova 1200 è passata ad avere un carico sul posteriore del 52% contro il 50% della 1100Evo, ribassando nel contempo il baricentro di 40 mm, NdR) abbiamo definito una moto più agile e divertente»
Ducati
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40132 Bologna
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