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Glemseck, Germania - Per un week end all'anno questa piccola cittadina tedesca, a una decina di chilometri da Stoccarda, si trasforma nella patria delle motociclette in stile café racer ed è la più grande manifestazione europea – probabilmente mondiale - dedicata a questo stile nato in Inghilterra tra gli anni Sessanta e Settanta.
L’evento “Glemseck101” si svolge sull'asfalto del vecchio circuito usato fino agli anni Sessanta, quello di Solitude. E' il paradiso delle café racer: moto a volte curiose ed originali, e spesso del tutto inutili, ma ce ne sono anche altre dalle quali copiare qualche soluzione.
Glemseck101 ospita i più prestigiosi marchi come Triumph, BMW, Kawasaki e quest’anno anche la Harley-Davidson, oltre a una miriade di customizzatori europei, e tra vari spettacoli, demo ride, musica dal vivo, presentazioni e ospiti (come i piloti del TT Conor Cummins e Guy Martin) è il posto dove poter incontrare persone di tutti i tipi.
A Glemseck101 i motociclisti si classificano in diverse categorie: i duri e puri con le loro customizzazioni estreme e i chili di troppo messi in risalto da evidenti tatuaggi (o anche in contrario), quelli che si adattano alla moda café racer molto rétro fatta di camice a quadri, ampi risvolti (alcuni ampissimi), coppola d'ordinanza, e infine gli sportivi agghindati in tute di pelle.
All'ora di pranzo sotto al palco vengono convocate le 32 motociclette che si sfideranno nella gara sprint. Guest stars della giornata, i piloti Guy Martin con le sue basette, Conor Cummins con tutti i suoi centimetri e Nina Prinz con tutta la sua dolcezza.
Cummins è al via con la Buell XBR che abbiamo preparato e dobbiamo ammettere che una certa dose di tensione da prestazione cerchiamo di malcelarla dietro a sorrisi di circostanza. Il duo non è affatto male ma la concorrenza è davvero competitiva.
Marcus Walz: voto 7. Fa la sua porca figura passando il primo turno in sella al suo bel ferro Desmo. Sembra che corre con tutta l'intenzione di vincere ma gli manca poco.
Uli Bree: voto 9. Quel “mastermind” del Tridays è un bel manico. Spinge la sua britannica sfruttando ogni cavallo che ha sotto le chiappe. Peccato che in semifinale il vincitore dell'edizione 2012 parte in seconda marcia (voto 20!), altrimenti forse staremmo scrivendo tutt'altra storia. Forse, è stato colpito dalla giustizia divina dopo aver beffato il nostro Conor grazie ad una partenza piuttosto smaliziata.
Christian Märtl: voto 8 ½. Vale solo per la sua Laverda 1000.
Peter Scheepers: voto 4. Per uno che va a Salt Lake a cercare di battere i record di velocità, sull'ottavo di miglio ci aspettavamo tantissimo di più. Ma ha mai battuto un record poi?
CPO Cycle Products e Louis: voto 3+. In condivisione perché fanno lo stesso errore di valutazione. Infatti, mollano le loro moto ai pezzi grossi della rivista tedesca (ed ufficiale del 101) Motorrad Magazin MO, rispettivamente a Andreas Illg (Amministratore Delegato) e Thomas Schmieder (editore) dando vita ad un derby di fuoco e pensavano di vincere sicuri. Ma cannano completamente. Un voto in più per CPO perché finiscono la loro special su base Victory Vegas sul filo di lana.
Evil Albert: voto fa da se. In sella ad una moto chiamata Junkyard Dog. Non servono spiegazioni, vero? Nomen omen.
Axel Budde: voto 12. L'impeccabilità con la quale guida una Moto Guzzi Le Mans è pari alla sua pettinatura anche quando si leva il casco.
Rolf Reick: voto incarognito. Ovvero, com'è in sella alla BMW R75 WH Bobber realizzata da Krautmotors. Sembra volersela mangiare!
Dirk Oehlerking: voto 9+. Si presenta come Tom Cruise: occhiali da sole e tuta aeronautica. Solo che pare l'abbia presa in prestito dal nonno. In compenso, la sua Yamaha SR500/Porsche fila che è un piacere e lui si diverte. Anche quando trova qualcuno più veloce di lui. Bel ferro davvero!
Pasquale Carucci: voto 7. l'orgoglio italiano portato sulle spalle anche di South Garage. Fa la sua onesta prova e mette in mostra un bel pezzo di artigianato e meccanica.
Conor Cummins: voto 8 (voto del tutto imparziale!) Guida la Buell con discreta disinvoltura, la prima manche parte dietro ma recupera, mentre nella seconda non regala nulla. Come nel turno successivo. Ma si deve arrendere a quell'astuto manico qual è Uli Bree, ma alla fine la sua fetta di pizza se la merita lo stesso al nostro stand.
Jens vom Brauck: voto 10. Quella Desmo non poteva che vincere. La vedi e capisci che è attaccata all'asfalto, quando poi Jens apre il gas in partenza è l'unica che, come si dice in gergo tecnico tra gli espertissimi del settore, non sballotta di qua e di la e fila dritta come un fuso. Come fai a competere con una motocicletta così? Appunto, ha vinto lei. Poi complimenti anche al manico.
Nina Prinz: voto simpaticissima e bellissima: arriva in finale, dimostra più palle di certi biker con le palle in senso letterario. Che donna! Poi toglie il casco e sorride. Sarà stato che è uno show dall'immagine machista, ma Nina è riuscita a dargli un tocco di dolcezza.
Steven Flier: voto 8. Con l'organizzatore non si scherza. Quasi sparisce in sella alla maestosa Yamaha MT-01 preparata dal team di Boso San. Sta al gioco e si diverte anche lui.
Al termine della gara, Cathrine Jauer intona We are the champions dei Queen ma incuranti dell'esibizione, i biker la seppelliscono di sgasate e lo spettacolo finisce ed il pubblico se ne va.
Terminata la gara, torniamo con Conor allo stand. Qui gli succede qualcosa del tutto imprevista: un simpatizzante gli si avvicina e senza nemmeno salutarlo tira su la manica della t-shirt e chiede un autografo sul braccio, appena sotto un tatuaggio. Conor esegue da persona educata qual è poi, una volta esaudito il desiderio del simpatizzante, scambia con noi uno sguardo sorpreso. Probabilmente, ha appena disegnato quello che sarà il prossimo tatuaggio del fan, nonché il primo sulla base del suo autografo. E se non è passione questa, diteci voi come chiamarla! Intanto, ne approfittiamo anche noi per farci autografare dal rider del TT la Scrambler confezionata per l'occasione, la Buell con la quale ha gareggiato, un libro sulle corse e la giacca da moto. Poi basta.
Marcello è continuamente impegnato a spiegare che modifiche abbiamo fatto alle moto a visitatori sempre più sorpresi della loro funzionalità ed originalità.
Nonostante la concorrenza del meteo che ci ha regalato bel tempo fino al tardo pomeriggio e delle qualifiche in concomitanza di Superbike e MotoGP (chi ne ha più ne metta, venghino siori e signore!), l'afflusso di gente al Glemseck 101 è davvero massiccio.
Intanto, nel palco secondario Cathrine Jauer attacca il suo spettacolo giusto pochi minuti prima che su quello centrale un gruppo rockabilly inizi il suo. Ancora una volta, la bistratta Cathrine Jauer non conquista lo spazio che si merita.
Domenica 1 settembre
Ultimo giorno. Il cielo, dopo la pioggia che ha caratterizzato ma non rovinato la serata di ieri, sembra esserci ancora amico e la temperatura è perfetta.
La domenica è dedicata alla famiglia. Infatti, i padri di famiglia hanno portato qui mogli e prole, protetta da cuffie insonorizzanti. E circolando per il tracciato di Solitude, oltre alle moto i protagonisti sono anche i visitatori e se ne incontrano di tutti i tipi. Padri che cercano di influenzare la prole. Mamme rombanti che portano i figli sul codone della moto. Bambini su mono da 90 cc o modellini in legno felici come non mai. Nonni inossidabili che cavalcano ancora indomiti il loro bel ferro con giusta fierezza. Tatuati estremi. Nostalgici degli anni Cinquanta. Alcuni biker si classificano in sofisticati fighetti e rudi essenziali, ognuno dei due sotto divise ben visibili.
E ogni categoria ha il suo copricapo: quando non sono in sella e non indossano il casco, i biker scelgono il basco, anche se è di lana e a fine agosto fa un caldo cane e quando piove protegge più o meno niente. Ma l'etichetta esige il suo tributo e finché penso a cosa serve, vado a prendermi un basco alla bancarella dei sofistica fighetti nostalgici degli anni Cinquanta che è proprio qui di fianco a noi.