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La dinamica dell’incidente di sedici mesi fa era rimasta incerta. Era il pomeriggio del 27 ottobre del 2021 e Paul Smart, il famoso motociclista britannico, stava percorrendo alla guida della sua moto la tangenziale di Lamberhurst, nell’East Sussex, quando si scontrò con un’automobile. Paul morì poco dopo per le gravi ferite, il medico legale e la polizia investigarono ma non se n’era saputo più nulla.
Fino alla settimana scorsa: il 9 febbraio, come riporta il sito KentOnline, un uomo si è dichiarato colpevole di quella morte, provocata da guida imprudente o sconsiderata. Si tratta di tale David Gladwell, di 65 anni, che di fronte all’accusa ha ammesso i fatti: alla guida della sua Ford Focus era incappato in una lenta coda di traffico e così decise sconsideratamente di fare una inversione a U. Smart arrivava nella corsia opposta e non aveva potuto evitare l’impatto devastante. Ora il caso è trasferito alla Maidstone Crown Court, la data del processo non è stata ancora fissata.
Smart, classe 1943, aveva 78 anni quando morì lasciando la moglie Maggie, sorella di Barry Sheene, e i due figli Scott e Paula. In Italia era amato soprattutto per la vittoria nella 200 Miglia di Imola 1972 con la Ducati, la famosa doppietta Smart/Spaggiari sulle 750 che allora erano argentate e non rosse. Ma nel mondiale di quel periodo disputò diverse gare in 250, 350 e 500, salendo sette volte sul podio.
Paul ha corso fra i protagonisti anche nella formula 750 e nell’Endurance con Triumph e Kawasaki, ha vinto il Bol d’Or nel 1970 con la 750 britannica. Dopo il ritiro del 1978 si era dedicato alla vendita delle moto e delle barche a vela. I figlio Scott è pilota a sua volta.