Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Polcanto - Ci siamo lasciati mercoledì scorso con il nostro arrivo al Centro Tecnico Federale toscano, mentre ci accingevamo ad iniziare il primo di una serie di briefing che avrebbero caratterizzato parte delle nostre tre giornate al corso di guida GSSS.
Siamo in 21: il corso è andato sold-out, occupando così tutti i posti disponibili. Tutti stretti in riunione iniziamo a presentarci fra di noi. Ognuno inizia a parlare di sé e della propria moto e iniziamo così a divenire un gruppo stretto e affiatato facendo amicizia tra noi nella maniera in cui solo i motociclisti sanno fare. Domande di rito: “ma tu che moto hai?”; “come ti trovi?”; “questa l'ho guidata. Bella, mi era piaciuta!”. Inizia così la nostra avventura al Corso di Guida Dinamica Sicura Su Strada, l'unico in Italia riconosciuto dalla Federazione Motociclistica Italiana a svolgersi su strade aperte al pubblico. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Come fare per conseguire l'obiettivo che ci siamo prefissati? I nostri amici del Motoclub Curve&Tornanti GSSS ci propongono un metodo infallibile fatto di due elementi fondamentali: immaginare di avere dinnanzi a noi una “vettura fantasma” che ci mostra dove mettere le ruote, e considerare la linea di mezzeria un muro invalicabile. In una curva a sinistra effettueremo quindi un ingresso (anticipato da un “pendolo” che ci farà amica la forza centrifuga) che ci metterà sulle linee tracciate dalle ruote di destra dell'immaginaria automobile che ci precede, mantenendo, in uscita, le ruote verso destra. Risultato: la nostra traiettoria sarà così efficace ed effettuata all'interno della sede stradale entro la quale dobbiamo stare senza invadere quella altrui, risultando così inoltre ben lontani da qualsiasi contatto accidentale con un veicolo che giunge dall'altra parte in quanto posizionati nel punto più favorevole della curva in uscita.
Ma questo metodo è davvero così efficace? Non abbiamo che un modo per verificarlo. Montiamo in sella e ci accingiamo a percorrere le innumerevoli curve previste per questa giornata. Il gruppo per ora è tutto unito; si fermerà a breve per una prima sosta dopo aver percorso alcuni toboga. Lo scopo? Valutare il livello di abilità di ognuno di noi al fine di dividerci in tre gruppi: rossi (veloci); blu (intermedi) e bianchi (meno esperti). La divisione avviene appunto al primo punto di stop, ove i gruppi vengono formati e seguiti da altrettanti istruttori (che si alterneranno giorno per giorno nei tre blocchi allo scopo di permettere a tutti di lavorare con tutti). Iniziamo la nostra avventura con i rossi, ma proseguiremo poi con i blu con il duplice scopo di rendere la nostra guida più efficace e di valutare al meglio le metodologie di insegnamento.
Ripartiamo e iniziamo percorrendo la cosiddetta “centocurve”, ovvero una strada molto guidata che affrontiamo tanto in discesa quanto in salita per poi fermarci di nuovo e discutere con l'istruttore tanto i nostri punti di forza quanto quelli di debolezza. Faremo sempre così nell'arco di tutti e tre i giorni: guida, valutazione dell'operato da parte dell'istruttore, nuova guida, altra valutazione e ripartenza.
Cerchiamo di rendere il nostro approccio alla curva più fluido dietro indicazione dell'istruttore che valuta il nostro operato. «Vai meno a scatti, sii più tondo. Meno gas nei tratti di raccordo e più fluido tra i destra sinistra». Ci rimbocchiamo le maniche e ci mettiamo d'impegno, con la Street Triple che ci aiuta (molto) nel rendere il nostro passare da una curva all'altra quanto più simile possibile ad una “danza”. Le curve vengono ora raccordate con più facilità e la nostra guida inizia a migliorare. Lasciamo la centocurve per puntare l'inconfondibile silouette della nostra tricilindrica inglese in direzione dei Passi della Futa e della Raticosa, per poi scollinare verso Giogo di Scarperia.
Inizia a piovere. Sfortuna? No. Un'occasione per saggiare anche questa condizione con la quale bisogna fare i conti. “Usciamo” dalla moto, pennelliamo le traiettorie con la massima precisione possibile
Sosta per il pranzo in un bellissimo ristorante dell'entroterra. In questo corso non impariamo solo a guidare, ma ci godiamo anche tutte le cose più belle che questa terra ci sa offrire: dagli scenari al cibo. Quale altra riding school può permetterci di imparare a conoscere tanto la moto quanto la bellezza del nostro Paese? Ripartiamo. Cambio di gruppo: salutiamo i rossi per proseguire la giornata con i blu. Direzione: Valle del Santerno, poi via verso il Passo della Faggiola e rientro attraverso il Passo della Sambuca.
La Street ci accompagna lungo la parte pomeridiana della nostra avventura con l'immancabile colonna sonora cupa del tre cilindri inglese: ma quant'è bello il sound di questo motore? Non smetteremo mai di dirlo! L'unità da 675 cc di Hinckley borbotta in rilascio che è un piacere, mentre quando allunga verso il limitatore lo fa accompagnata da una sorta di “fischio” che la rende identificabile anche ad occhi chiusi. Solo lei è così.
Nuovi Passi, nuove difficoltà e altrettante raccomandazioni: “spingi di più sulle pedane, vedrai che la moto si inserirà meglio”. Ascoltiamo la nostra guida e vediamo subito quanto riusciamo a rimanere più facilmente “cuciti” verso l'interno della curva anche nei tornantini da prima.
Era così semplice! Come abbiamo fatto a guidare senza farlo prima? Scopriamo cose della moto e della sua guida che prima non conoscevamo. Facciamo tesoro degli insegnamenti e ce li “mettiamo in tasca” (in saccoccia, si dice dalle parti di chi vi scrive), pronti per tirarli fuori quando servono. Rientriamo verso il centro per il rifornimento e per la cena. Domani sarà un'altra giornata lunga in cui dovremo fare tesoro della nostra esperienza.
“Usciamo” dalla moto, pennelliamo le traiettorie con la massima precisione possibile. La nostra Triumph ci aiuta in questo: la moto è agilissima, una vera bicicletta. Mette le ruote esattamente dove vuole il pilota, pennellando le curve con la rigorosità di una matita e mettendo nelle mani di chi la impugna un compasso con cui tracciarle alla perfezione: un motore lineare e progressivo nell'erogazione, ma con tanta sostanza fin dal basso ed in grado di “esplodere” in fase di allungo.
Di ritorno dal ristorante percorriamo in buona parte la strada percorsa all'andata. Nel corso della discesa ci verranno effettuate alcune riprese video. Perché? Ci serviranno in aula quando rientreremo al Centro Tecnico Federale per capire cosa facciamo bene e cosa sbagliamo al fine di migliorarci.
La carovana delle 21 moto rientra quindi verso dove era partita, sempre capeggiata e chiusa dagli istruttori che si assicurano che nessuno venga perso lungo la strada. Una volta tornati alla scuola ci esaminiamo guardandoci da fuori per capire come impostiamo le traiettorie, quanto riusciamo a stare nei posti giusti nell'arco della percorrenza di curva, come usiamo il freno posteriore (importantissimo per una guida efficace) e come impostiamo il nostro corpo sulla moto. Altra cena a base di cucina toscana e altra notte che ci permette di assimilare quanto imparato anche oggi.
Chiunque volesse replicare la nostra esperienza può farlo iscrivendosi al corso dal sito dedicato. La quota di iscrizione parte da 565 euro, soldi che possiamo garantire essere ben spesi fino all'ultimo centesimo. Cinque le tipologie di corso proposte per il 2014: Classic (quello svolto da noi), Classic 2, GSSS Special, GSSS OnOff e GSSS OnOff-OnTour, ognuno finalizzato ad esplorare diversi “rami” del motociclismo.
Puntiamo il doppio faro della nostra Triumph Street Triple nella direzione opposta dalla quale era arrivato mercoledì, riconfermando quanto scoperto all'andata: la nuda di Hinckley sa digerire bene anche l'autostrada fintanto che la velocità resta entro il tetto massimo imposto dal Codice. Ora dobbiamo tornare verso la redazione, abbiamo un sacco di materiale da elaborare, una fidanzata che ci aspetta, del lavoro da fare, e una moto - purtroppo - da riconsegnare, consci di fare rientro con un bagaglio ora appesantito dai semi di una pianta, che se innaffiata con applicazione e dedizione, germoglierà rendendoci dei motociclisti migliori: più sicuri, efficaci e capaci di sfruttare le potenzialità della nostra moto.