Guidare la moto: si può anche senza una gamba!

Guidare la moto: si può anche senza una gamba!
Determinazione e buon senso possono aiutare a superare diversi ostacoli. La storia di Rocco Pirrone, amputato alla gamba destra, che guida normalmente auto e moto con patente S ma senza adattamenti
12 febbraio 2015

Punti chiave

La passione per la moto, si sa, è molto forte. Dai piloti che a seguito di incidenti non possono più guidare e dicono che la moto gli manca più di tante altre cose, fino a chi – come Alessandro Zanardi – ha trovato il modo di superare barriere ritenute insormontabili, la storia recente riporta sempre più esempi di persone, appassionati, che con determinazione e intelligenza hanno trovato il modo di continuare a vivere la propria passione.

Oggi vogliamo raccontarvi una storia leggermente diversa. E’ la storia di Rocco Pirrone, grande appassionato di moto, che nel 1984 è rimasto vittima di un incidente stradale costatogli l’amputazione della gamba destra al terzo inferiore, ovvero sotto il ginocchio. Una storia purtroppo comune a tanti altri, che per molti ha significato doversi arrendere a complicazioni e spese non indifferenti per poter tornare a guidare mezzi opportunamente adattati.

Rocco però non si è arreso. Perché quando ha potuto mettere la protesi alla gamba destra, accortosi di poter camminare normalmente, ha deciso che non c’era motivo per non poter tornare a guidare. Il primo tentativo è stato su una Renault 5, su cui Rocco non ha avuto alcun problema, e di conseguenza è passato alla Vespa. Morale: dal 1985 al 1991 il nostro ha guidato con la patente normale i mezzi che guidava in precedenza.

I guai sono iniziati con il rinnovo della patente, quando l’ispettore non ritenne possibile che Rocco potesse guidare senza l’arto. Con una visita medica e un esame di guida presso la motorizzazione, Rocco ha invece dimostrato la sua idoneità, conseguendo la patente BS (al posto delle precedenti A e B) che lo vincolava solamente all’impiego della protesi durante la guida.

Dal 1991 Pirrone non ha mollato, tempestando di richieste per tredici anni le autorità competenti per trovare il modo di guidare una moto senza adattamenti specifici. Nel 2004 la svolta: cambia la normativa, che prevede la possibilità – previa visita medica – di ottenere l’idoneità per conseguire la patente moto. L’unico adempimento burocratico da parte di Rocco è stato farsi rilasciare dall’azienda che gli forniva le protesi una dichiarazione che attestasse la presenza, su queste ultime, di un adeguato punto di fissaggio per la guida della moto.

Nel 2004, a vent’anni di distanza dall’incidente, Rocco ha conseguito la patente AS per la guida della moto. Lasciamo la parola a lui per un consiglio a tutti coloro che sono nelle sue condizioni.

«Sono 30 anni che guido la macchina e 10 anni che guido anche la moto senza adattamenti. A volte quando si subisce una perdita di un arto bisogna scoprire i propri limiti in termini di cosa si può tornare fare. Io in questi 30 anni li ho scoperti e sono riuscito a guidare moto e auto senza dover adattarle e spendere fior di quattrini!! A volte ricordo il famoso detto che non bisogna fare di ogni erba un fascio. Dico a coloro che sono amputati sia Dx che Sx al 3° inferiore come lo sono io: prima di fare modifiche ai mezzi provate a guidare! E’ una sensazione che a volte non si può spiegare, ma quando si guida non sembra di essere senza un arto».

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