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Guido Meda, telecronista della MotoGP e direttore dei Motori di Sky, sa scrivere bene e racconta col cuore le storie che vive. E così, a leggere il suo post del 21 agosto sulla sua pagina Facebook, verrebbe da pensare a un bel romanzo d'avventura. Invece no. E' la tragica realtà. Il mare che si gonfia e mostra il volto, nero e terribile della burrasca, la barca su cui sei ospite che imbarca acqua e vede sempre più compromessa la linea di galleggiamento. E non sei solo, ma ci sono i tuoi tre figli piccoli che guardano il loro papà, affidandosi alle sue decisioni e a quelle dell'amico comandante. Le scelte fatte, rapide, sicure hanno portato in salvo tutte le persone imbarcate. Ma è stata un'esperienza sicuramente drammatica. Moto.it non entra qui nei dettagli, ma lascia la parola direttamente a Guido Meda. Il suo dramma sfiorato ha tenuto col fiato sospesto tutti gli appassionati di moto, lasciamo quindi al giornalista milanese la parola, riportando qui di seguito il racconto della sua disavventura. Siamo felici che tutto sia andato per il meglio!
(Chi invece ha trovato il pessimo gusto di fare dell'ironia sull'accaduto, ai nostri occhi non è un motociclista, ma un semplice idiota).
"Del nostro naufragio al Giglio, poi vi racconteró anche meglio dettagli ed emozioni qui o su Sky, ma intanto ecco un sunto, che parte da uno spunto critico. Tra le cronache che ho letto poche, o quasi nessuna, sono corrette. Io del resto avevo troppi pensieri e troppe cose da fare per poter dar retta a tutti i colleghi che mi hanno chiamato o hanno provato a chiamarmi. Ne approfitto. A parte chi mi ha attribuito a caso la proprietà di uno yacht che non ho (magari!) , c’è una notizia, pubblicata da un sito, che parla di “errore durante un tentativo di attracco”! Mi piacerebbe sapere la fonte perchè è una totale sciocchezza e come tale va smentita; non è la realtá e non rende merito a tutto ció che di buono il proprietario della
barca che ci ospitava - un caro amico esperto e scrupolosissimo - ha fatto da subito per ottenere il meglio ed evitare il peggio . Nessuno scoglio, nessun attracco fallito. Siamo naufragati in mare, mare grosso, appena fuori dalla
Baia di Campese e al largo di cala Monella, mentre navigavamo piano con le onde di prua e con vento fortissimo, cercando di scappare da una burrasca non prevista da nessun bollettino e montata in pochi minuti. Non sappiamo ancora il perchè, magari le onde, magari l’urto con un oggetto galleggiante, magari un motore; ma quando la barca ormai piena d’acqua è andata giù, l’abbiamo dovuta ovviamente abbandonare. È un momento bruttissimo che capisco solo oggi e che non auguro a nessuno. Ci siamo tenuti i ragazzi vicini, li abbiamo messi definitivamente in sicurezza, siamo stati uniti tra noi, ci siamo aggrappati a quello che c’era fino all’apertura della zattera autogonfiabile. È durato poco, due minuti, uno forse, ma è sembrato moltissimo. Ci siamo issati lì e lì abbiamo aspettato fino a quando la lancia K4 di un’impresa privata di lavori marittimi ( professionisti fenomenali il comandante e suo figlio, avvertiti da tre o quattro angeli custodi che per puro caso avevano visto la scena da terra) ci ha individuati ed è venuta a prenderci. In questo caso è passato del tempo, che è sembrato molto ed è stato molto, in cui il mio amico ed io siamo rimasti in acqua cercando di spingere e stabilizzare la zattera a nuoto per evitare che le onde e il vento ci sospingessero verso terra, verso le rocce. Con quel mare lì... allora sì che sarebbe stato un guaio per le nostre famiglie. Confermo la (tristemente) nota, ma meravigliosa ospitalità della gente del Giglio, mentre del sindaco, di cui ho letto, onestamente non l’ho conosciuto. Siamo ancora al Giglio, ci prepariamo a tornare e poi si va a Silverstone per il Gp. Come prima, meglio di prima. Grazie a tutti, a Ido e Leonardo, alla Capitaneria, a Francesco, ad Angelo, a Paola e Andrea, a Cristiano, grazie anche a chi ha capito che certe volte scherzare male su cose così non è umano, che il cinismo da social davanti a certe situazioni è pattumiera. Chi non l’ha capito ha un problema lui. Io sono orgoglioso della mia famiglia a cui auguro anni di anonimato digital/ social e mille milioni di miglia di crociera serena e senza burrasche improvvise. Un papà fiero".