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Manca poco alle celebrazioni per il 120° anniversario per Harley-Davidson e, come aveva annunciato a gennaio il CEO Jochen Zeitz ", ...altri modelli verranno presentati nel corso dell'anno. Il 2023 sarà una pietra miliare indimenticabile per l'Azienda...". Non stentiamo a crederlo, a maggior ragione se è fondato quanto si vede in rete da un po' di tempo a questa parte e riportato dai nostri colleghi australiani di Motocycle.com.
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Facciamo un passo indietro: a gennaio la Casa americana - che non ha partecipato a EICMA 2022 e ha quindi scelto di presentare le proprie novità in altre sedi - ha aperto le danze 2023 in un evento streaming dove ha fatto esordire le nuove CVO 120° anniversario, la reintrodotta Breakout 117 e la Nightster Special, ma lasciando intendere che nel corso dell'anno ci sarebbero state altre novità.
Da diverso tempo si attende una streetfighter dotata del motore da 975 cc e anche una Pan America di cilindrata simile se non uguale, ma da qualche tempo girano in rete delle immagini che ritrarrebbero due nuove presunte CVO dotate di una nuova carenatura, forcella a steli rovesciati e - sopratutto - di un motore da 121 pollici cubi (1982 cc) dotato di fasatura variabile.
Se fossero confermate - e ad oggi non c'è alcuna conferma da parte di Harley-Davidson - queste sarebbero tutte novità assolute. Un motore da 121 pollici cubi sarebbe il top di gamma "stradale"; esiste già il Crate 135, è vero, ma è una replica di quanto proposto per le gare King of the Baggers, difficilmente omologabile in Europa senza addolcirlo parecchio, ci viene da pensare. Ed esiste anche il 122 pollici cubi, ma è uno Screamin’ Eagle Stage III e non un'unità pronta per affrontare le forche caudine delle prossime omologazioni antiquinamento europee. Ecco, se uniamo quest'aumento di cilindrata (dai 117 del Milwaukee-Eight ai 121 pollici cubi del presunto nuovo motore) all'adozione - presunta - della fasatura variabile, potremmo forse trovare la quadra di cosa potrebbe spingere Harley-Davidson a adottare una soluzione già presente sul Revolution Max 1250 che muove la Pan America ma che sul motore raffreddato ad aria sarebbe una novità assoluta.
Le foto che ha pubblicato quindi Motorcycle.com non sono chiarissime, ma in effetti non è troppo diffcile scorgere nel piccolo coperchio destro del motore la scritta VVT che autorizzerebbe a dare un fondamento a queste supposizioni. La fasatura variabile potrebbe essere forse la soluzione per non perdere performance di fronte alle necessità di ottemperare alle normative antinquinamento, ed è una soluzione che pare allo studio anche da altre case: non costringe a rivoluzionare l'architettura del propulsore e non è eccessivamente complicata da realizzare come, invece, potrebbe essere la sovralimentazione.
Quando potremo saperne di più? Beh, non manca molto all'European Harley-Davidson 120th Anniversary Festival che si terrà dal 22 al 25 giugno a Budapest in Ungheria e poco oltre c'è l'Harley-Davidson Homecoming Festival a Milwaukee (dal 13 al 16 luglio prossimi): una nuova edizione delle sibaritiche CVO sarebbe uno stupendo regalo per celebrare il 120° compleanno di Harley-Davidson.
Fonte e foto: Motorcycle.com