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Un clamoroso accordo fra Harley-Davidson e la cinese Qianjiang Motorcycle Company Limited - in barba a minacce e dazi del Presidente Donald Trump - è stato annunciato il 19 giugno. I due colossi lavoreranno insieme per sviluppare e commercializzare modelli di piccola cilindrata - si parla già di una cilindrata precisa, 338 cc - destinati al mercato asiatico, iniziando dalla Cina per poi espanderne la distribuzione in tutto il continente.
Il modello sarà di alto livello (il comunicato di H-D parla espressamente di “premium small displacement motorcycles” e l’obiettivo è quello di avere la moto nelle concessionarie cinesi già entro fine 2020. Un’operazione che naturalmente è volta ad aumentare le vendite Harley-Davidson in Cina (già cresciute del 27% nel 2018 rispetto all’anno precedente) in accordo con gli obiettivi dichiarati nel piano More Roads to Harley-Davidson.
Il piano, annunciato dall’amministratore delegato Matt Levatich, punta ad avere un peso del 50% dei mercati internazionali sul totale immatricolato di Harley-Davidson entro il 2027. Un obiettivo che evidentemente diventa molto più realizzabile aprendo a modelli di piccola cilindrata, più adatti ai mercati in via di sviluppo del continente asiatico.
Modelli più accessibili che però, nelle intenzioni di H-D, manterrà linea, suono e feeling dei modelli prodotti a Milwaukee. La produzione cinese - in uno stabilimento Qianjiang - verrà supervisionata da Harley-Davidson stessa per garantirne gli standard qualitativi.
Qianjiang, già proprietaria di Benelli (la cui denominazione ufficiale è appunto Benelli QJ) dal 2005, è un colosso nato nel 1985 e diventata successivamente leader di mercato: è il maggior produttore cinese da sette anni consecutivi, con esportazioni in 130 paesi nel mondo. Qianjiang ha la sede principale a Wenling, a 480 km da Shanghai e 14.000 dipendenti. La produzione annua si attesta a 1.200.000 veicoli a due ruote e oltre 2 milioni di motori.