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Qualcuno potrebbe dire: “l’avevo detto…” ma all’epoca del lancio della LiveWire, non era affatto scontato che il mercato delle elettriche grosse e potenti fosse così difficile da raggiungere anzi, da costruire. Harley, con la sua solida tradizione legata alle moto di forte personalità e identità a stelle e strisce, ha fatto bene a tentare, a giocarsi una carta come quella della prima vera muscol bike elettrica. Si sa, chi non risica non rosica e all’epoca non era affatto chiaro quale direzione avrebbe preso il mercato delle elettriche; eppure le cose non stanno andando per il meglio e chi all’epoca ha scommesso sul flop potrebbe aver vinto.
Ciò che sappiamo è che il futuro per la LiveWire, che di fatto appartiene ad una società fortunatamente separata rispetto ad Harley-Davidson, è tutt’altro che roseo. Nel primo trimestre 2024 ha visto perdite operative per 29 milioni di dollari, che si sommano alle perdite di 125 milioni di dollari del 2023 e alle perdite di 85 milioni di dollari nel 2022. Insomma… nulla di buono ne ieri ne oggi visto che la casa dichiara vendite per 660 esemplari nel 2023 e 117 in questi primi mesi del 2024. È anche vero che potremmo assistere ad un cambio di tendenza e la recente presentazione della LiveWire S2, moto ben più piccola e compatta ed economica potrebbe davvero segnare una svolta nella prospettiva di questo marchio, eppure i conti parlano chiaro.
Ancora oggi, a distanza di una buona manciata di anni dalla presentazione della LiveWire, c’è un grande punto di domanda su un mercato che per ora sembra poter accogliere favorevolmente le elettriche di piccola entità destinate al trasporto urbano e allo sharing, ma che continua ad essere un terreno minato per i produttori e i grandi marchi. A quanto pare buona parte dei motociclisti sono poco sedotti se non addirittura apertamente ostili ad una innovazione che porta con sé alcune zone d’ombra di difficile soluzione. Elementi determinanti come il prezzo, davvero alto anche nonostante gli incentivi statali e regionali, l’autonomia, davvero bassa a dispetto di quanto dichiarato dai costruttori ed infine la prospettiva di vita delle batterie con conseguente cospicuo reinvestimento da parte dell’utente e una prospettiva di valore dell’usato profondamente condizionato da questo aspetto. Questi, e probabilmente anche altri, sono temi che lasciano in sospeso un mercato potenziale ancora tutto da scoprire.