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Harley-Davidson non sembra conoscere momenti di stanca: dopo le epocali novità delle touring Project Rushmore con raffreddamento a liquido, l’arrivo dell’ABS sulla gamma Sportster e l’introduzione della Street 750 (ma anche l’introduzione di CVO Softail Deluxe e il restyling della Dyna Fat Bob) il mese di marzo vede il ritorno sulle scene della rétro Low Rider e della cattivissima special di serie Street Bob Special Edition, nonché la nascita di SuperLow 1200T. Non è un caso se a Milwaukee sottolineano con orgoglio come si tratti del lancio di novità più consistente nei 110 anni di vita dell’azienda, a conferma di come Harley-Davidson abbia saputo reagire e superare il periodo di crisi.
La base tecnica conta sul motore Twin Cam 103 (in versione con coppia di 126 Nm, iniezione elettronica e cambio Cruise Drive a sei rapporti) e sul telaio Dyna, dotato di forcella con steli da ben 49 mm e nuovi ammortizzatori posteriori dotati di molle progressive e regolazione del precarico. L’impianto frenante conta su un doppio disco anteriore, naturalmente dotato di ABS di serie nei paesi europei. Fin qui niente di strano, mentre se si passa ad osservare la posizione di guida le cose cambiano: grazie ad un accurato studio ergonomico da parte della Casa madre la nuova Low Rider si adatta al meglio ad un’ampia gamma di piloti potendo modificare la triangolazione manubrio/sella/pedane come mai prima su una Harley-Davidson.
Pur restando fedele alla sua caratteristica identificativa – la sella è bassissima, a soli 680mm da terra – la Low Rider è infatti in grado di modificare in maniera significativa la posizione del pilota grazie alle possibilità offerte da una seduta regolabile su due posizioni (avanzata o arretrata, con 38 mm di differenza) e un manubrio dal supporto anch’esso regolabile, integrato nella visiera faro. Le pedane sono state spostate avanti di 51 mm rispetto alla posizione intermedia della Dyna, seguendo le indicazioni di diversi motociclisti ma anche avanzate simulazioni al computer del tipo impiegato nell’industria automobilistica.
Il motore è l’Evolution 1200 ad iniezione elettronica (coppia dichiarata: 96 Nm a 3.750 giri) verniciato in nero a polvere; la base tecnico/ciclistica rimane coerente con le caratteristiche di guida definite per la SuperLow 883. Le misure caratteristiche sono state pensate per rendere la moto più maneggevole e gestibile in collaborazione con sospensioni tarate specificamente per l’uso turistico ed un monoammortizzatore regolabile nel precarico per adattarsi ai diversi carichi della guida a solo, con passeggero e/o bagagli. Un occhio speciale per la sicurezza nell’impianto frenante, che conta su un disco anteriore da 300 mm ed uno posteriore da 260, entrambi lavorati da pinze a doppio pistoncino e raccordi in treccia aeronautica. Tutto l’impianto è naturalmente controllato dal sistema ABS di serie.
Le caratteristiche Touring vengono valorizzate da borse laterali con serratura e parabrezza rimovibile; il sistema di montaggio delle borse comprende punti di ancoraggio a sgancio rapido che consentono di aggiungere facilmente uno schienale o un portapacchi. La sella è una touring ribassata biposto; la posizione dei piedi del pilota è stata avanzata di 7.5cm rispetto al SuperLow 883 per rendere più facile poggiare i piedi a terra e azionare il cavalletto laterale.
La questione stile viene invece risolta sulla bobber H-D adottando un’affascinante livrea bicolore rosso/argento denominata Dominator con fregi decorativi, cerchi in lega a cinque razze (con freni a disco naturalmente governati dall’ABS), sella biposto Badlander, comandi avanzati e manubrio Drag al posto del mini-ape di serie. Per il resto il modello mantiene tutte le caratteristiche principali dell'essenziale Street Bob su cui viene allestito- parafango posteriore corto, serbatoio del carburante Fat Bob e gruppo motore-trasmissione di colore nero.