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Volete i numeri, okay. Dicono che sono importanti, e vabbè. A Terrasini, Palermo, c'erano circa 500 Harley-Davidson e relativi proprietari, aggiungeteci un altro paio di centinaia di passeggeri; ventotto HOG Chapter partecipanti, quattro (Licata, Palermo, Due Mari e Etna) quelli che invece hanno unito le forze e hanno organizzato il più grande raduno HD dell'area del Mediterraneo; decine di metri cubi di birra, ad ogni orario compatibile con la guida, ma sopratutto un numero impressionante di abbracci.
La cosa che mi ha sconvolto sono stati gli abbracci; ricordo di averne visti in quantità simile soltanto nei documentari, quando la gente tornava sui treni dal fronte e trovava i proprio cari più vecchi o semplicemente diversi sulla banchina della stazione; oppure dopo le grandi riappacificazioni nazionali, quando era importante far sentire all'altro che nessuno era estraneo e tutti fratelli.
Al Trinacria Rally la gente arrivava in sella e non faceva tempo a scenderne che veniva assorbita dalle braccia di qualcuno, forse incontrato ad un raduno sei mesi, o sei anni, fa, magari scambiato per un altro: ma l'importante è sentirsi parte della stessa famiglia. Penso che sia stato il momento più bello di tutto il raduno, quello dell'arrivo a Terrasini degli harleyisti e la loro accoglienza reciproca.
È stata un'invasione, ma di un'armata leggera e compatta come il carbonio, alla quale non puoi chiedere più di tanto un “perché?” senza sentirti un po' scemo e fuori luogo. Il bello è stato proprio questo, girare senza preconcetti tra le centinaia motociclette tutte diverse l'una dall'altra, ognuna con una storia; trovare degli insospettabili, scovare i colpevoli di tanto divertimento e farne tesoro per sapere a chi rivolgermi la volta successiva.
Non si esce indenni da un raduno Harley; no, non intendo la testa che suona ancora dopo ore il tono baritonale dei loro scarichi: quello che ti porti dietro è la loro instancabile fiducia per le moto lasciate di notte senza custodia e libere nei viali del resort, la disciplina altalenante in strada, ma l'estrema correttezza e affabilità una volta scesi dalla moto; gli inviti a provare che decidi di non accettare, perché lo senti che poi starebbero male vedendoti allontanare per cinque minuti con la loro Street Glide...
Ho imparato anche che le donne possono tranquillamente guidare moto da 450 chili per ore ed ore, e nessuno si stupisce, nemmeno i vecchietti incontrati durante il nostro tour a Sambuca di Sicilia seduti sul marciapiede a tritare parole in siciliano e sorridere con gli occhi; gli stessi che devono avere abbracciato qualcuno alla stazione, molti anni fa, e gli stessi che ho scoperto dispiaciuti al pomeriggio quando il serpentone ha acceso i motori e lasciato il centro del paese dopo avere portato allegria, rumore e profumo d'America nel cuore della Sicilia.