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Vi raccontiamo l’esperienza incredibile vissuta dal nostro amico Davide che da Piacenza ha raggiunto Abstat in sella a una moto della Seconda Guerra Mondiale.
Ecco com’è guidare una moto di 70 anni fa, con il cambio al serbatoio e il pedale (!) della frizione. Pensate che l'acceleratore non ha la molla di ritorno.
Insomma non è per nulla facile, soprattuto se si guida una moto del genere su lunghe distanze (700 km), sotto la pioggia (da soli) e col traffico del nostro tempo. Per questo il viaggio di Davide ha il sapore dell'impresa e gli abbiamo chiesto di condividere coi lettori le tante emozioni (e qualche paura) vissute.
La moto andava bene, ma quando viaggi con mezzi così vecchi non puoi mai essere sicuro che tutto sia a posto, la rottura è sempre dietro l'angolo
Quindi comperata la moto avevo già deciso quale doveva essere il suo primo grande viaggio, ma per farlo dovevo riuscire a sistemare questo ferro arrugginito e nessuno meglio di Graziano poteva farlo.
Un restauro conservativo senza nessuna aggiunta di pezzi nuovi, anzi anche le cose che mancavano le abbiamo prese già arrugginite.
Il Grande appuntamento era la prima prova di coppa del mondo di MTB che il mio amico Marco Aurelio (Fontana, ndr) andava a fare, e io non volevo proprio mancare.
Non so bene come mai, ma ultimamente sono legato a Marco da queste avventure un po’perché mi piace compierle, un po’ perche so che mi capisce e che gli serve per gasarsi. Lui dice che un giorno andremo a fare la Parigi-Dakar.
Il cambio è al serbatoio, come sulle vetture, la frizione è a pedale e va azionata con il piede e per farla staccare va sbloccata...
Per l’ abbigliamento il solito minimo indispensabile tutto in uno zaino militare ben legato al parafango.
La mattina non smetteva di piovere, la radio parlava di emergenza mal tempo, ho quasi pensato di non dover partire, ma alle 14 ha smesso ed è uscito un briciolo di sole.
Sono partito senza avvisare nessuno, nemmeno mia moglie, donna santa e devota al marito e a tutti i suoi capricci che in mia assenza ha lavorato tantissimo al mio posto al Mathis (il ristorante a Fiorenzuola d’Arda che merita una visita: si mangia da dio e nasconde tante sorprese per chi ama moto e auto d’epoca. Ndr).
La moto andava bene, ma quando viaggi con moto così vecchie non puoi mai essere sicuro che tutto sia a posto e l’ inconveniente o la rottura ti si presentano anche quando sembra che tutto sia a posto.
Alla mattina dopo aver fatto una piccola manutenzione (tirare la catena, aggiungere olio,controllare la bulloneria che non si fosse allentata), sono ripartito direzione Gottardo. Logicamente diluviava ma questo lo sapevo già prima di partire.
Nel viaggio la moto iniziava ad andare male, non capivo se fosse un problema elettrico o di carburazione, così mi sono fermato all’Autogrill prima del tunnel (15 km) e ho provato a controllare dinamo e carburatore. Ma tutto era a posto . Per non rischiare ho chiesto a qualche camionista se mi poteva caricare la moto solo per il tunnel, ma nessuno si fidava.
Effettivamente ero un po’ zingaro. Allora ho chiesto a due motociclisti tedeschi se mi potevano stare dietro giusto per segnalare che c’era un veicolo particolarmente lento, loro hanno accettato e dopo 300 metri di galleria mi hanno superato e salutato.
In pochi possono capire cosa vuol dire essere in una galleria lunga 15 km con una moto che scoppietta, senza corsia di emergenza, con il fanale posteriore che per stare acceso deve essere tenuto premuto il freno posteriore e la paura di rimanere fermi ad ogni km . Quando sono arrivato ai 10 ero già tranquillo, in fondo per 5 km potevo anche spingere…
Quella vecchia moto non mi dava tempo per rilassarmi. Il cambio è al serbatoio, come sulle vetture, la frizione è a pedale e va azionata con il piede e per farla staccare va sbloccata, per accelerare bisogna usare l’acceleratore che è sulla destra e l’anticipo che è sulla sinistra (praticamente bisogna accelerare sia a destra che a sinistra!) e non c’è una molla di ritorno (e quindi non puoi mai staccare le mani dal manubrio altrimenti la moto rimane accelerata).
Pensavo di potermi abituare dopo qualche km, ma in realtà nel traffico cittadino (ho fatto praticamente tutta strada normale) è un bel casino!
Ho fatto 700 km, 10 volte benzina (1 ogni 70 km) , ogni 200 km ho controllato gli oli, nel frattempo dal cielo cadeva 1 metro cubo di acqua al minuto; il viaggio è stato davvero una emozione unica.
La gara è andata bene: Marco è un po’ indietro nella preparazione a causa di una caduta, ha fatto i primi 3 giri in terza posizione pedalando con grinta poi ha iniziato a perdere posizione ma alla fine il risultato è stato soddisfacente. Chissà quale sarà il prossimo viaggio.
Davide - Mathis (Fiorenzuola d'Arda, Piacenza)