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Chi ha usato le sospensioni semiattive non può che apprezzare la differenza tra un funzionamento meccanico e quello guidato dal'elettronica che rende non soltanto la moto più confortevole ma anche più sicura, senza peraltro gravarla di pesi e di ingombri poco consoni all'utilizzo su un mezzo a due ruote, anche sportivo.
Le sospensioni semiattive - semplificando un po' i concetti - auto-regolano la frenatura idraulica della corsa degli elementi ammortizzanti, scegliendo istante per istante, in base quanto proviene dai sensori (a partire dalla piattaforma inerziale) montati sulla moto e l'algoritmo di funzionamento, la taratura idraulica ideale secondo alcuni input del pilota. In generale la variazione idraulica avviene attraverso dei solenoidi che aprono o chiudono in pochissimi millesecondi le valvole o i passaggi che permettono al liquido idraulico di scorrere all'interno della sospensione, frenando così l'azione della molla.
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Si tratta di un significativo passo in avanti nella qualità dei sistemi ammortizzanti, dato che le sospensioni semiattive realizzano il sogno di chi desidera una taratura morbida sulle sconnessioni impulsive ma sostenuta quando l'asfalto è liscio e si richiede coerenza e supporto, inoltre gli elementi che supportano queste tecnologie sono in genere di alta gamma e l'applicazione del controllo elettronico enfatizza ulteriormente delle performance già ottime. Per contro, salgono decisamente i costi, visto che tra una moto con sospensioni tradizionali e la stessa versione dotata di sospensioni semiattive può esserci una differenza di alcune migliaia di euro.
Ma le sospensioni semiattive, pur ponendosi come grande miglioramento rispetto a quelle meccaniche, possono essere ancora migliorate passando ai liquidi magneoreologici. Ve ne parliamo perché sembra, come riportato da Motorrad, che Honda abbia brevettato alcune soluzioni di sospensione che potrebbero usare questa tecnologia accanto a quella semiattiva "tradizionale".
La sospensione magnetoreologica è una sospensione che adatta la propria frenatura idraulica non grazie all'azione di solenoidi che allargano o restringono i passaggi del liquido idraulico al loro interno, ma grazie all'intensità di campi magnetici che agiscono direttamente sul fluido idraulico, in questo caso contenente particelle metalliche della dimensione di pochi micron. In seguito all'applicazione (e al variare) del campo magnetico, queste particelle metalliche possono rendere più o meno viscoso l'olio all'interno del quale sono disperse, di fatto variando in tempo brevissimo la taratura idraulica della sospensione e senza fare uso di elementi come valvole, registri, servomotori e con il vantaggio di poter essere "tarate" senza soluzione di continuità e su un range più ampio di quanto in genere possibile con le sospensioni semiattive.
Honda, riportano i nostri colleghi tedeschi, potrebbe utilizzare questo sistema in una nuova soluzione dedicata alla sua ammiraglia Gold Wing, soluzione che potrebbe essere affiancata alla già nota sospensione Showa Skyhook per avere il meglio dei due mondi o per gestire in modo ancora più sofisticato la risposta ammortizzante. Del resto sulla Grand Tourer sei cilindri lo spazio non manca e un lieve aumento della massa non dovrebbe impattare in modo significativo sulla dinamica di guida e probabilmente la vera sfida per la gestione di sospensioni così evolute si giocherebbe sul piano del software di controllo.
Difficile dire se e quando vedremo il riflesso produttivo di questi brevetti, anche se le sospensioni magnetoreologiche sono da diversi anni una realtà sulle Hypercar: la loro applicazione su una moto turistica top di gamma resta ovviamente l'ipotesi più probabile e, se pensiamo che la Gold Wing è stata rinnovata nel 2021 con l'Euro 5 e che l'aggiornamento del 2023 non è stato sostanziale... non ci dispiacerebbe affatto vedere per il 2025 (anno in cui la Honda Gold Wing compirà 50 anni!) un'innovazione di questa portata.
Fonte: Motorrad
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https://www.honda.it/motorcycles.html
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