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Vent'anni fa i primi sistemi ABS per moto erano un costoso optional ancora perfettibile nelle prestazioni e nell'affidabilità. Non parliamo neppure di controllo di trazione o piattaforma inerziale che erano ancora lontani. Eppure oggi sono comuni non solo su moto di alta gamma, ma anche su entry-level. Si chiama evoluzione tecnologica e per quanto riguarda la nostra sicurezza ha fatto, per fortuna, passi da gigante negli ultimi due decenni.
Negli ultimi tempi, per esempio, si parla molto dei nuovi sistemi radar e delle possibilità che offrono nel "prevedere" ciò che succede attorno a noi. Ovviamente non hanno la sfera di cristallo, ma sono molto rapidi a leggere la situazione reale e riducono così i tempi di reazione. Alle innovazioni in tal senso si aggiunge Honda che starebbe lavorando su un sistema di controllo automatico e adattivo della velocità in modo analogo a quanto stanno facendo anche altre Case europee. Il sistema che vediamo su un brevetto dell'Ala Dorata si basa non solo su un radar ma sulla combinazione tra questo e un sistema di "visione" della moto affidato a telecamere stereo.
La combinazione di radar e telecamere potrebbe superare alcune limitazioni dell'impiego del solo radar. Per esempio potrebbe fornire un monitoraggio più preciso della strada senza avere angoli ciechi. Come avviene già in campo automobilistico si può avere realmente una visione a 360 gradi attorno alla nostra moto. Non solo: si può avere un riconoscimento più preciso degli oggetti e della segnaletica. Indubbio, però, che un sistema del genere diventa più oneroso dal punto di vista di tecnologia di bordo, di costo e che banalmente bisogna fare in modo che gli obiettivi delle telecamere siano al riparo oltre che dagli urti accidentali anche dallo sporco che potrebbe inficiarne la funzionalità.
I disegni a rappresentazione del sistema depositati per il brevetto mostrano chiaramente una Honda Africa Twin. Normale dunque ipotizzare che possa essere questa la prima destinataria del nuovo sistema di controllo automatico e adattivo della velocità con radar e telecamere. Quest'ultime sono montate appena sotto il faro anteriore con supporti in gomma e mostrano una sorta di gimbal ovvero di stabilizzatore, come quello usato per i droni per intenderci, per assorbire le vibrazioni e regolare inclinazione e imbardata. Crediamo che l'immagine abbia lo scopo più che altro illustrativo e che il sistema non venga sviluppato unicamente per Africa Twin, anzi. Di certo su una tourer come la NT1100 - che sfrutta la stessa piattaforma della AT - sarebbe un optional molto gradito così come sull'ammiraglia Gold Wing.
Non si tratta però dell'unica innovazione a cui sta lavorando Honda. Ci sarebbe anche un sistema di frenata automatica che utilizza i dati raccolti da radar e telecamere in modo ancora una volta del tutto simile a quanto avviene già sulle auto. E non è un caso che sia Honda sia BMW possano vantare un trasferimento di conoscenza in tal senso.
Piuttosto l'impressione che se ne ricava è che, in nome della sacrosanta sicurezza, si stia andando piano piano verso quei concetti di guida autonoma che saranno anche efficaci ma che stridono con la bellezza di viaggiare liberi in moto e con quell'impagabile sensazione di controllo su un equilibrio precario che ci ha reso dipendenti dall'andare in motocicletta. Riusciremo a provarlo anche quando la moto sarà in grado di procedere in modo autonomo? Ai posteri...