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Ne avevamo già parlato pochi giorni fa, ma anche lo scorso settembre: Honda, per le proprie moto supersportive, si sta spingendo sempre più a fondo nella ricerca dell’aerodinamica attiva, e così oggi trapelano nuovi disegni tecnici.
Se le appendici aerodinamiche hanno fatto storcere il naso ai più puristi, queste potrebbero invece iniziare a piacere maggiormente, dato che, a moto ferma, potrebbero non vedersi e “uscire allo scoperto” solo quando le condizioni di guida dovessero richiederne l’impiego.
I colleghi di Bennets hanno diramato i disegni tecnici di tre nuovi brevetti che andrebbero a lavorare, in maniera distinta l’uno dall’altro, sul funzionamento dell’aerodinamica in maniera attiva, rendendo quasi obsolete, dopo pochissimo tempo, le appendici aerodinamiche fisse.
Lo sviluppo segue un recente chiarimento arrivato da parte della FIM, dove si conferma la possibilità di adottare delle soluzioni che prevedano l’utilizzo di sistemi di aerodinamica attiva sulle moto della Superbike, a patto che tali soluzioni vengano anche implementate sui modelli di serie da cui derivano.
Come vi avevamo mostrato a settembre, Honda aveva in progetto delle appendici aerodinamiche a scomparsa applicate su di una carena molto simile all’attuale Fireblade 2020, che dovrebbero offrire la possibilità di modificare il carico aerodinamico a seconda delle necessità, soprattutto in curva e nei rettilinei più veloci.
I nuovi disegni, nella fattispecie il primo, che vedete raffigurato qui sopra, mostra due alette retrattili simili a quanto già visto a settembre, ma più abbondanti e posizionate più in basso.
L'obiettivo principale di questo progetto, come descritto nel brevetto, è quello di essere in grado di ridurre la resistenza ad alta velocità ritirando le ali, anche se non è ancora chiaro se il compito spetterà ad un sensore con accelerometro o al pilota stesso. Quest’ultima soluzione potrebbe dare al pilota una maggiore discrezionalità, così da poter gestire al meglio l’aerodinamica della propria moto all’interno delle diverse sezioni del circuito.
La seconda soluzione aerodinamica messa a punto da Honda, invece, prevede la possibilità di muovere la punta del muso della moto e non l’utilizzo delle solite appendici aerodinamiche.
Il sistema dovrebbe più o meno funzionare come l’alettone attivo di un’auto da corsa, con una diminuzione o un incremento di deportanza dipendentemente dalla posizione del muso della moto.
A differenza delle alette mobili menzionate in precedenza, questo sistema dovrebbe aiutare la moto in curva, trasformando la deportanza in forza laterale che dovrebbe aiutare la moto nelle curve più estreme.
In questo caso sarà la piattaforma inerziale della moto a gestire l’aerodinamica attiva, e quindi non dovrebbe essere richiesto l’intervento manuale del pilota.
Il terzo brevetto proposto da Honda, invece, non è di facilissima comprensione guardando la foto, ma in realtà è quello che potrebbe essere di più “facile” realizzazione.
Dal disegno si vedono tre cerchi posizionati sul muso, e sono dei motorini elettrici, simili a quelli che permettono ai telefoni o ai joystick di vibrare, che farebbero appunto vibrare le carene della moto andando ad influire sul flusso dell’aria, e riducendo il carico aerodinamico.
Lo stesso sistema potrebbe essere anche adottato per i pannelli laterali della carenatura, avendo come risultato della vibrazione una riduzione del carico aerodinamico, utile soprattutto in curva, facendo scendere in piega più velocemente.
Nonostante questi sistemi possano sembrare frutto di un racconto di fantascienza, e che non è certo che li vedremo effettivamente apparire sulle moto di serie o nei campionati delle derivate, è comunque un chiaro segnale di come uno dei maggiori produttori di moto al mondo stia sondando il terreno per fare un balzo in avanti nella gestione dell’aerodinamica, e, lo sappiamo, gli altri marchi non rimarranno fermi a guardare.